L’Acropoli - anno I - n. 12 - dicembre 1945
554 KARL HILLEBRAND ha sperato. Ma anche questo rtiondo presto lo abbandona ; solo, quasi di_menticato, egli continua un' esistenza senza g~oia, e finisce (1854)' mentre i ne1J1ici delle sue dottrine r~ccolgono i frutti di quanto egli ' ' aveva seminato. I Lamennais ha raccontato come in quella sera di luglio (1832), I , dopo sette lunghi mesi, stanco di attendere, abbandonò per sempre la città eterna, alla quale uno, il piu arrendevole dei suoi discepoli, aveva già voltato le spalle ; come egli in compagnia del suo Gio– vanni di Mont_alembert intraprese il viaggio attraverso la Campagna e l'Italia settentriopale; Già in Roma aveva appreso la sconfitta degli eroici combattenti di Saint-Merry e il fallimento del tentativo legit– timista della madre di Enrico V; 'a Verona lesse il breve ai vescovi· di Polonia, che comandava loro la sottomissione agli zar ; a Monaco lo raggiunse l'enoiclica di Gregorio XVI del 13 agosto, che condannava complessivamente le dottrine dell' Avenir, drlla libertà civile, della libertà di. st~mpa, del diritto d'insurrezione dei popoli oppressi ; sopra tutto però ' la falsa assurda dottrina, o peggio la pazzia, che ad ognuno si debba concedere o garantire la· libertà di coscienza '. Esteriormente il ribelle si assoggettò .al duro giudizio. Già il 10 settembre apparve una dichia:azione che tanto l' Avenir come l'Agenzia generale per la difesa della libertà religiosa avevano cessato d'esistere ; però la dichiarazione non era né serenamente . sottomessa: né .compunta : si vedeva che era solo una formalità. Ciò che fermentava nel petto dell'uomo forte nessuno lo sapeva. Però non s'ingannava il Papa~ quando' ripetutamente nel suoi brevi ai vescovi francesi accennava alla 1 necessità che il pentito si conver– tisse anche apertamente alle dottrine dell'enciclica, apertamente con– dannasse la libertà che aveva predicato. Questo però era piu di quanto il superbo potesse sopportare, e la rottura avvenne. In. lin– guaggio misurato ma fermo Lamennais scrisse al Santo Padre I (5 novembre 1833) che la sua. coscienza gli diceva che 'il Cristiano · doveva _obbeqir,e nelle cose religiose, ma restava del tutto libero da– vanti alla potenza spirituale nelle opinioni, nelle parole, nelle azioni, che riguardavano le cose temporali'. Nel tempo stesso bruciò le navi dietro a sé in quanto egli stesso pubblicò la lettera, passo questo che lo scritto esplicativo da lui mandato a Roma po~o dopo non poté rendere inesistente. / BibliotecaGino Bianco
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