L’Acropoli - anno I - n. 12 - dicembre 1945

F$LICITt DE LAMENNAlS 551 Perché egli apparteneva a quei rari lirici che sanno dare ai loro affetti una forma poetica nel discorfìo sciolto, la quale ci fa dimen– ticare la soggettività del contenuto, ed appunto perché è poetica toglie di bocca al lettore la domanda della giustificazione positiva delle èose dette. · . Appen11 giovinetto si era convertito alla fede, appena uomo aveva preso l'ordiµe sacro, e abbandonò la Chiesa_ prima che fosse diventato ve.cchio. Un sacerdote era perciò stato da principio e ' tale rimase fino alla sua tarda morte: non· un sacerdote della mi– tezza, del perdono, mà un sacerdote che esercita la severità e pre– tende l'obbedienza, un sacerdote anche dell'ascetismo; senza bisogni, puro, disinteressato, lieto della povertà. Lo nutriva il' fuoco interno, che ',avrebbe distrutto altri: Come è. spesso nelle natrl-1.:eliriche p 0 oetiche, vi era anche in lui una completa ignoranza delle relazioni, 'delle possibilità, degli . \ . uomini stessi, sino' a che un lamp9 improvvis0 non' lo .illuminava .- , . per un istante. 1 ' Esiste una certa semplicità dell' animo.' J diceva egli di se stesso, ·' che impedisce di comprendere molte cose, specie quelle di cui consiste il monqo reale,'. Ma non sempre egli aveva cosi chiaro il senso della sua cecità versò il mondo esterno : a lui, che vive~a solo nella sua fantasia, una fantasia febbrilmente agitata, astr~tta, questa dipingeva un mondo di angeli e di demoni, crapuloni e miserabili, · che soli avevano per lui consistenza di realtà. Ciò che stava fra questi estremi egli non lo capiva affatto, perché per lui, come per Dante, tutti quelli che non erano stati né ribelli né fedeli veramente ' mai non fur vivi '. E persino p.ella sua lotta per ,i diseredati non era tanto la pietà per costoro che lo sping~va cosi irresis~ibilmente avanti .quanto l'ira contro i privilegiati. Ma privile– giato era per lui ognuno che non vedess~· il mondo nel modo suo. Soltanto qu~sta vita fuori della realtà spiega come egli potesse credere alla possibilità di convertire la Curia romana del '1832 al suo piano / f di una ,Chiesa 'demoératica, e - quando si fosse convertita - di abbattere mediante questa Chiesa i potenti del mondo temporale. ' Ma, cieco pe:,: le cose vici.ne , aveva l'occhio· del veggente per le cose lontane, ed egli soltanto vide per quali vie la Chiesa catto- lica che stava sfiorendo nell'indifferentismo potesse ancora una volta ' ,

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