L’Acropoli - anno I - n. 12 - dicembre 1945
550 KARL HILLEBRAND ' tre ignoti Cristiani, veri rappresentanti di un· altro tempo, per la ingenua semplicità della l<HOfede~ alla quale forse s' associava an– che una certa_ comprensione della società presente, del suo spirito, dei suoi bis~gni e desideri, la cui realizzazione ~essuna opposiziòne avrebbe impedito '. ~' · In nessun luogo l'intima natura del profeta si è rivelata piu schietta e meno offensiva che in questo libro, nel quale egli per la prima e per l'ultima volta lascia riposare per, quanto gli è pos– sibile le due armi col!e quali ha ottenuto combattendo le sue vit– torie, la logica e lo sdegno, per raccontare i suoi ricordi personali con una legge.ra melanconia in un linguaggio quasi semplice. Perché , il forte Brettone era un profeta e un combattente dalla testa ai pi.edi, un poeta anche come i profeti d'Israele ; ma la sua musa era l'odio, l'odio del male, dell'oppressione, della menzogna, o di 1 ciò ch'egli riguardava come tale; 11-dogni_ modo, l'odio. E questo odio non era amore capo~olto come nei patrioti dell'Antico Testamento, era l'odio dell'indomabile orgoglio che voleva se stesso e sempre soltanto Ele'st~sso. Persino la· solitudine era per lui il bisogno di non sentirsi oppresso da nessuna potenza, fosse essa spirituale o materiale. Non era un' ipoqisia se l'intollerante predicfiva con pa– role infocate la 'libertà, l' uomo pieno di sé l'abnegazione, l' uomo ~empre pronto alla lotta la fratellanza. Egli credeva di amare sin- , ceramente la libertà e la fratellanza, di promuoverle tra gli uomini, se combatteva spietatamente tutti qùelli che pensavano diversa~ente 'come oppositori degli Amshaspands, come Devas *. \ Solo se stesso egli considerava capace d'intenzioni pure, e non presentiva, benché, si confrontasse nello spirito agli eroi della sto;ia della reli.gion~, come· i pen.sied di qi:ielli fossero creativi, e come i suoi fossero assolutamente negativi. È vero che talvolta assaliva il combattente una segreta nostalgia di un'oasi di pace; quando ciò sopravveniva,- allora il gr<j-nde poeta che in lui viveva sapev3: pure darle l'unica irresistibile espressione clie•ldava al suo sdegno e al suo sprezzo tanta forza. • Allusione ad una si,ngolare opera del Lamennais democratico sul dua– lismo persiano fra le . virtu divi.ne o Amesha Spentas e 'i demoni o Devas . ., . (n. d. r.). BibliotecaGino Bianco
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