L’Acropoli - anno I - n. 11 - novembre 1945

✓• I . IN CORSIVO 527 ma vuole ·garanzie giuridiche e legali per poter agire piu direttamente. Qualche partito ha cercato d'interpretare questo desiderio, ma ha sbagliato in senso con· servativo perché ha voluto ignorare la-lacerazione compiuta dal regime fascistico, ed ha l,asciato le cose come se nulla fosse successo. La ferita è• suppurata ed ha moltiplicato le sofferenze. La legalità è necessaria dopo che si sia epurata la si– tuazione. La lacerazione rivoluzionaria preesisteva : bisognava fare l'operazione che sistemasse i tessuti, ~ consentisse la rimarginazione. Parlando in termini politici, oltre la. politica di libertà e di legalità in ritmo normale occorreva un processo di liberazione e di legalizzazione a cui non si è adeguatamente risposto. Còm– pito delicatissimo perché si esigeva un momento di risolutezza rivoluzionaria, da elimiriarsi sùbito, non appena instaurata una legalità nuova. Il sentimento di molti pare· disposto ad affrontp,re in séguito le piu audaci riforme, ma per il momento non vuole essere sopraffatto da novatori improvvisati o 'pianificatori ' fantastici, da chi fingendo di consultarlo improvvisasse man– dati non mai ricevuti e direttive non mai sognate, e reclamasse firme, in bianco. Il grosso del paese, che si risveglia piu lentamente e torpidamente, non vuole che chi per piu vivace ·sensibilità politica lo ha preceduto ac~aparri per sé, senza ri– guardi, le posizioni direttive. Vi è indubbiamente una diffidenza per il cospira– tore, che può essere un santo legato alla sua fede, ma può anche essere una testa bruciata, un irrequieto di professione. È questa un'esigenz/1, di cui bisogna tener conto in qualche modo. Nel gran pubblico vi è la volontà di evitare con– troversie religiose e confessionali, di rispettare i sentimenti delicati di ciascuno. Ma appunto per ciò vi è già in allarme, di fronte alla deviazione strettamente confessionale di qualche partito, una coscienza laica preoccupata, perché questa coscienza poggia su di u_nsentimento religioso della vita e sulla grande tradi– zione dei padri del Risorgimento creatori di una libera pat~ia laica. Infine è vi– vissimo il desiderio di libere iniziative economiche e insieme profonda l' avver– sione per le forze plutocratiche, le quali possono tutto corrompere e rendere vana la libertà. Fermando questi punti si potrebbe. ottenere una netta determinazione nel còmpito imminente delle linee generali della costituzione nuova con tutti gli sbocchi aperti sull'avvenire. Ma se anche io avessi fatto con tutta esattezza l'esegesi di un sentimento pubblico diffuso, bisogna pure che questo sentimento si manifesti con segni chiari. Solo allora, e non prima, i partiti potrebbero rivedere le loro posizioni, definire i piani prossimi, stringere eventuali intese, preludio a riordi– nam~nti e semplificazioni della vita politica. Non è qui il caso di stare a pro– fetàre per quali vie si compirebbe tale evoluzione. L'imprevisto in ciò avrebbe semP_rebuon giuoco. È certo però che in tutti i partiti è viva un' irrequietezza dovuta al bisogno di poggiare su forze reali, un fastidio dell'utopista che sogna e non opera, del declamatore che non incide sui fatti. Ma l'opinione della moltitudine estranea ai partiti bisogna che si faccia . sentire e possibilmente al di fuori degli organi loschi della stampa sostenuta dalla plutocrazia fascistica, e collabori efficacemente con le forze che nella cata– strofe si sono levate spontaneamente a fronteggiare gli avvenimenti ed hanno

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