L’Acropoli - anno I - n. 11 - novembre 1945
ORIENTAMENTI 519 primo ad un~nimità, il secondo ,con 196 voti contro 92). Di gran lunga pm importante è il terzo pres_entato da Vinc!)nt Auriol, presidente del gruppo S. F. I. O., e da Bourdet, presidente di q.uello dell'U. D. S. R., e che veniva a sostituire il controprogetto _Ramon - Gorse - Hauriou. Esso è. il coronamento della tendenza conciliativa instaurata 'dai socialisti e la discussione di esso è del massimo interesse. Fuori dell'Assemblea vasti gruppi lo affiancavano; come scrive il Monde di quei giorni, ' esso stabiliva la responsabilità delJ/esecutivo davanti alla Costituente, ma anohe la responsabilità della Costituente davanti a Ré stessa'; esso aveva riunito intorno a sé il consenso di vaste ·zone della stampa, come l'drdre, Combat ecc., aveva fatto breccia nel M. R. P., che ne divenne un fautore entusiasta. Ma la vittoria pi<i importante fu sopratutto l'accettazione di esso da parte del' generale De Gaulle. Intervenendo nel dibattito, egli dichiarò di _ac– cettare il principio del controprogetto e si limitò a chiedere una esplicita li– mitazione della durata cronologica dell'Assemblea . . Il fr_onte radical-comunista la spuntò ma per poco : il controprogetto venne respinto con · 107 voti contro 98. Votarono a favore i socialisti, l'U. D. S. R., il gruppo democratico del M. R. P. e i membri della Jeune République: gli altri votarono· contro. Col voto del 29 luglio, il progetto governativo veniva respinto dall' Assem'. blea co11-sultiva; il dibattito ora si sposterà sulla legge elettorale e proseguirà fino al 3 agosto. Anziché seguire questa nuova fase ci limitiamo ad esaminare rapidamente gli effetti negativi del voto ostile al progetto De Gaulle. Trattan– . dosi di una Assemblea consultiva, il voto del 29 luglio non aveva il potere di modificare la volontà del governo, ma ciò nulla toglie alla sua. importanza, Che cosa ha indotto i radicali e i comunisti a spingere le cose a tal punto ? La speranza di indurre De Gaulle alle dimissioni ? Certo, i.I generale fin dai primi di luglio si era valso per disarinare l'opposizione di Blum e di Thorez dell'argomento delle proprie dimissioni e. solennemente aveva ripetuto tale pro– posito davanti alla Consultiva il 29 luglio ; ma - a parte il fatto che gli accenni alle dimissioni erano assai' oscuri, ossia non permettevano di capire se De Gaulle, in caso di votazione negativa della Consultiva, ·1e avrebbe attuate sùbito o le avrebbe postergate - è certo che il discorso di Brest non era un discors6 · di un uomo pronto a lasciare il potere. Se i radicali pensavano di rifare col con– corso dei comunisti lo stesso colpo del 1934, quando Doumergue non ebbe il coraggio di affrontare. la Camera e si dimise, si sono di certo ingannati. Ma è difficile fare il processo alle intenzioni : è meglio vedere le conseguenze che scaturiscono dal voto del 29 luglio. Anzitutto, sta il fatto che De Gaulle non ~ è dimesso: e, cosa ancor piu notevole, gli stessi partiti dell'opposizione si sono affrettati• sùbito dopo il voto della Consultiva a precisare che esso non doveva essere inteso come ostilità a De Gaulle. La posizione internazionale della Fr?,ncia non permetteva una crisi govelnativa: già si buccinava del viaggio a Washington e quella stessa neces– sità che al XXXVII Congresso s.ocialista fece respingere la richiesta del ritiro dal governo dei ministri socialisti era già valida nel luglio. Quanto ai socialisti, BibliotecaGmo Bianco
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