L’Acropoli - anno I - n. 11 - novembre 1945

518 ORIENTAMEr1TI piu importante della giornata fu certo l'int,ervento di De Gaulle in occasione del discorso del sindaco di Marsiglia,: il socialista Defferre. Questi contesta che si possa ritornare alla costituzione del 1875, anche come semplice punto di partenza, e che si possa, accettare il referendum proposto, il quale dopo il discorso di B~est ha preso l' andatura di µn plebiscito. Defferre rivendica al• l'assemblea e il pote~e costituente e il potère legislativo e afferma il princi• pio della responsabilità del governo. Al che De Gaulle risponde che il solo fatto di aver designato il capo_ Fl governo costituisce in certa misura una maniera da parte dell'Assemblea di' manifestargli la sua fiducia e che nulla vieta a che questa assemblea possa accordargli ,questo voti;>di fiducia. Il con.• tropr.ogeUo socialista incominciava ad avere il suo effetto : in fondo, le parole di De Gaulle erano un primo passo da parte del governo verso le richieste dell'Assemblea cons~ltiva. De Gaulle in un ampio discorso ribatte la sua noi~ tesi: ' Per restituire' al popolo francese la fede costituzionale, in mancanza della quale la democrazia sarebbe propriamente condannata, è bene che esso sia associato in una maniera diretta alla costruzione nuova, non solo ratificandola, ma anche pren• · dendo in mano la cazzuola delle fondazioni'. L'auspicio del governo è che dal refe– rendum· derivi una assemblea unica a poteri limitati: unicità dell' assenible~ che non deve però in nulla condizionare gli istituti futuri 'che devono, a mio avviso, comportare due Camere'. Un'assemblea costituente sovrana 'disporrebbe il paese/ alla piu grave confusione e forse condurrebbe all'abisso la stessa democrazia; un ritorno - sia pure solo pregiudiziale - alla costituzione del 1875 sarebbe , pure dannoso perché essa non corrisponde piu alle esigenze odierne. De Gaulle affronta pure il problema del potere esecutivo: l'esistenza di tale pro– blema è rivelata dal semplice confronto della vita politica dell'Inghilterra e della Francia dal 1875 al 1940: nella prima appena 20 ministeri, nella seconda ben 102 ! Insiste perciò De Gaulle sulla necessità di una continuità nella vit<1 dello stato e, per sostenere questo principio, rfoorre anche a motivi di natura internazionale : fra i Cinque Grandi ~olo là Francia sarà quella 'i' cui rappre- • sentanti si trovano costantemente aUa mercé di un movimento di una assem– blea'. Il discorso di De Gaulle è in fondo un appello all'unità e alla soli– darietà verso il governo per salvaguardare la posizione della Francia nella politica internaziÒnale, ma è da notare che, se esso parla della necessarià sta– bilità del governq, fa ·assoluto silenzio sulla responsabilità di esso verso l'fil!i'! semblea, ossia lascia aperta la porta di fronte al tentativo socialista. J. Duclos, rispondendo a questo discorso, persiste nella sua intransigenza e invita a ta– gliar corto ad ogni manovra votando le tre riso1uzioni presentate dal relatore della comm_issione : 'cosi la b"ttaglia si svolgerà non sul numero delle Ca– mere ma sul ristabilimento della responsabilità ministeriale'. La discussione gener~le è infatti chiusa; ma prima bisogna votare i vari _controprogetti presentati. Tre tengono il campo; i primi due - quello di Va– renne che tende a porre in maniera piu chiara le domande del referendum e quello del radicale. Steeg clie è ostile al referendum e vuole un'assemblea na– zionale conform~~ente ,alla costituzione del '75 -,sono facilment;eliminati, (il Biblioteca <3ino Bianco.

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