L’Acropoli - anno I - n. 11 - novembre 1945

ORIENTAMENTI 515 di una nuova costituziòne e afferma che spetta al paese di decidere: 'Anziché riprendere, per cominciare, le istituzioni di un tempo, la Nazione deve i;onfe• rire il potere costituente ali' assemblea che essa eleggerà nel prossimo ottobre. La Nazione può, evidentemente, determinarne la volontà, attribuirle nello stesso temP,O la totalità di tutti gli altri poteri. Quanto a me, come auguro che questa assemblea· riceva la missione di elaborare la nuova costituzione, cosi stimerei deplorevole che essa si trovasse onnipotente senza a_lcun freno, senza alcun limite'. Se no, si avrebbe quella 'dittatura collettiva, e per giunta il piu possibile anonima, che' è la peggiore di tutte' : 'gli uomini che hannc, la cura dell'avvenire della democrazia non possono, dopo riflession·e, volere una simile avventura'. Il settimanale politico Témoignage Chrétien, espressione di alcune forze cattoliche della resistenza, esaminando il discorso di Brest ha fatto un acuto rilievo e cioè c'he De Gaulle corre gli stessi rischi di-. Churchill. La nota è esatta.: col discorso di Brest, De Gaulle ha deposto la sua funzione di arbitro ed è scesò nella lotta come parte in causa. Giustamente Stibio nell'editoriale dell' Ordre del 22-23 luglio 1945 scrive che il tono deciso del linguaggio di De Gaulle mostra che 'i dibattiti dell'Assemblea c_onsultiva non possono avere, dopo l'energica presa di posizione di ieri, che un valore accademico'. Nelle parole, di Alexandre Varenne,-dette nei corridoi del Lussemburgo e riportate dall' Ordre del 4 luglio - 'Non v'ingannate, quest'uomo (De Gaulle) ha il' popolo con sé. Senza sforzo e senza effetti. Ciò che egli vuole costitu• · zionalmente. è la saggezza. Nella vostra costituente vi saranno una cinquan– tina di Filiberto Besson ! ' - vi è dell'esagerazione, ma è certo che il polarizzarsi della vita politica in una destra e in una sinistra fa si che De Gaulle possa poggiare anche su quei vasti ceti che· non si trovano piu garentiti da un par– tito di centro, e cioè dai radicali. ~n questa situazione, ai partiti fautori di una costituente sovrana non si presentava altra scelta che una di queste due vie: o affrontare la battaglia e cercare di costringere De Gaulle alle· dimissioni o, se questo risultato fosse stato impossibile o assai dubbio, seguire una via conciliativa e cercare di far modificare in senso piu democratico il progetto governativo. Ntn potendosi realizzare la prima via, il seguire la seconda non sarebbe stato mero opportu– nismo. Popo quattro anni di dittatura e tanti anni di polemica antiparlamen– ·tare, anche. in Francia è necessario che la nuova costituzione non si presenti come ,un colpo di autorità e che gli enti, che embrionalmente rappresentano i futuri istituti democratici, non vengano esautorati. Ma .jn Francia si consegui il risultato opposto : si fece entrare la Consultiv~ - ormai alla fine della sua fruttuosa esistenza - in una lotta dalla quale doveva uscire sconfitta ed esau• torata. Scartata la prima via per il ripiegamento del partito socialista dalle sue posizioni intransigenti - ripiegamento, del resto, reso necessario dalla pre• cedente politica comunista - e per l'atteggiamento del. M. R. P. e di Combat, restava la seconda; ma essa ·non poté realizzarsi per, l' irrigidirsi del partito com~nista. La fase della discussione alla Consultiva è, infatti, ben diversa da quella \

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