L’Acropoli - anno I - n. 11 - novembre 1945

' 514 ORIENTAMENTI 'gli o: 'ciò che colpisce nel· pro,getto governativo è che comincia bene ma finisce male. Comincia con un referendum indubbiamente democratico e termina con una specie di pl'ebiscito assai piu contestabile. È bene, ed anche normale, chie– dere ai Francesi di scegliere fra la costituzione del 1875 e una assemblea CO· stituente. È piu, anorm~le l'obbligarli, se essi si pronunziano per la seconda soluzione, a ratificare una legge che limita i poteri di questa assemblea e le toglie la sua sovranità. La logica de,!referendum comandava che si interrogasse egualmente il popolo su questo punto, affinché esso manifesti se preferisce una costituente sovrana o una costituente dai poteri liµiitati ... Una consultiva blan• damenté' dichiarata maggiorenne, ecco in breve ciò che ci si propone'. Ostili al sistema bicamerale e fautori di una costituente sovrana sono pure i due partiti di sinistra, il socialfsta S.F.1.0. e il comunista. Da questi gruppi e pa~titi trasse origine la massima condanna del progetto De Gaulle e precisamente quell~ avutasi agli Stati Generali delle forze della resistenza:, riunite a Parigi con circa 2.200 deputati nei giorni '10-13 .luglio e che si pronunziarono per una· assemblea costituente sovrana. Ma l'unità ideo• logica di questo blocco delle sinistre, assai forte perché fa pernio anche sulle forze della resistenza e dispone di nuove formazioni politiche, che, come l'U– nion Démocratique et Socialiste de la Resistence (U. D. S. R.), fanlP da collega– mento fra i partiti t·radizionali e gli elemenii della resistenza, non è tale da compensare la scissura coi radicali ; su questa base unitaria si incastra una pro– fonda differ:enza tattica. Su q.uest'ultimo punto, fino a ·buona parte del mese di h.1glio, i socialisti hanno mostrato una maggiore intransigenza e non erano alieni dal ritirare i propri ministri dalla cqalizione governativa; dffrontando cosi sia l'eventualità delle dimissioni del generale sia quella di gettarlo completamente nelle mani della destra; i comunisti invece mostravano una netta ostilità a qualunque eventuale crisi governativa. In questa differenziazione tattica la posi– zione socialista restava isolata, giacché De Gaulle, che non doveva temere una crisi da parte dei comunisti, era pure tranquillo sul conto del M. R. P., il quale - sia pure per motivi diversi - ha presentato lo stesso spettacolo dei comunisti : pur partendo sul piano ideologico da una tesi identica a quella comunista (mozioni del Comitato Direttivo del 24 giugno e del 13 luglio 1945)) la sua concreta' azione si risolveva in un appoggio, anche qui 'malgrad·o tutto', di· De Gaulle. Né diver;a era la posizione di Combat. Queste divisioni intestine dovevano portare, circa il problema costitmfmale, alla sconfitta della sinistra. In un primo tempo, e precisamente dal 13 al 22 luglio, - giorno in cui De Gaulle pronunciò a Brest un clammoso discorso; - la scena costituzionale è dominata dalla netta ostilità del gruppo De Gaulle e dell'opposizion~: la intransigenza dei due gruppi va sempre piu irrigidendosi. In reazione a ci'ò, De Gaulle, cpe nel suo radiodiscorso del 12 luglio, pur prospettando l'insufficienza della cos'tituzione del 1875, aveva avuto parole di alto elogio per essa, punta ora, nel suo discorso di 0 Brest, decisamente sul re– ferendum popolare. In q·uesta occasione egli r'<spinge l'ipotesi· di un ritorno agli istituti della Terza Repubblica come punto di partenza per l'elaborazione BibliotecaGino Bianco

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