L’Acropoli - anno I - n. 11 - novembre 1945

508 CESARE SPE_LLANZON ' . celiando circa una probabile proclamazione dell'impero ad inizia- tiva del nuovo presidente : a questo, punto, il presidente dell' As– semblea, Armand Marrast, ch'era presente, interruppe quegli scherzi, dicendo ai coHegqi : ·' Non ridete, signori miei. Oggi ho pa!lato c;ol principe un'ora intera. Siamo perduti. Egl_i conosce perfetta– mente la potenza del suo nome : sa ciò che può, e vorrà tuttq ciò che può'. , Il nipote del primo Napoleone era infine il naturale esponente / di una nazione, che aveva fccettata e riconosciuta la repubblica senza averla voluta dapprima, avendola a mala pena e con. diffi– denza tollerata in un momento successivo. Coloro 'che in Parigi av~vano gridato la repubblica nelle' giornate di febbraio erano quelli ~tessi che il 15 maggio, e sulle barricate del giugno, erano stati combattuti, respinti, debellati dalle armi non piu passive dell'éser– cito e della Guardia nazionale. Fin da allora la repubblica fran- . I cese era stata annichilita, fin da quando cioè gN uomini che ne avevano sollevata la bandiera perché essa fosse audacemente rifor– matrice, e si mettesse di nuovo a capo della ·rivoluzione europea, erano stati sopraffatti da coloro ·che apprezzavano nella repubblica ~n'immagine letteraria piu che uno strumento d~ rinnovazione po– litica e sociale. Prima ancora di Luigi Napoleone, il Lamartine nella giornata del' 15 maggio, e il Cavaignac nelle sanguinose giornate del giugno, avevano spento n~lla repubblica la sua forza espansiva e innovatrice ; l'avevano cioè svuotata di ogni suo contenuto ori– ginale. Ultimo .il Bonaparte sopr~ggiunse a spogliare la repubblica anche di quell'ultima tenue illusione che il suo nome lasciava sus• sistere 'nei memori cuori ; con che la Francia, che per prima aveva dato la spinta alla latente rivoluzione europea; dava per p~ima al- 1' Europa monarchica e possidente l' atteso s~gnale della auspicata reazioJ:te, Tale fu, almeno in quell'ora, l' evidente significato della elezione di Luigi Napoleone : q,u'.antunque il fermento suscitato ·ne– gli uomini e nelle cose dalla rivoluzione di febbraio non potesse d~rsi onninamente soffdcato, con~inuasse nascostamente, qÙasi in sor– dina, ad agire con assidua vece. ' CESARE SPELLANZON BibliotecaGino Bianco \ -

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