L’Acropoli - anno I - n. 10 - ottobre 1945
474 DALLA, STAMPA, ITALIA:NA E, STRANIERA Talvolta ci pr-ende voglia di salire su1' colle piu alto di lloma e di gridare al vento le parole che. la nostra radio mail non sa pronupciare : 'Trieste, Bol– ·zano, Pqla,, 1 Fiume ! lt11liani della Venezia Giulla. e della Dalmazia! Italiani di Zara ! Gofoni che andaste a qissodare deserti sassosi e~ a portarvi civiltà eu– ropea, nessuno vi ha dimen\icato e' nessuno vi vuol tradire. Pazienza e fede. Noi tutti abbiamo urra colpa !!Ola:' aver P~rso una guerra. La giustizia è un'al– tra cosa'. (lta{o Zingarelli, ne Il Tempo, 9 settembre ·1945). Noi sappiamo bene che dobbiamo tutte le nostre sventure al fascismo. I , Ma i popoli non sempre sanno distinguere fra le responsabilità di un governo di i.eri e le responsabilità dei ~overni di oggi. È, m?lto probabile chf. l\na pace dura renderebbe impopolare il governo che fosse costretto a firmarla e i partiti di cui esso fo;se l'e~anazione. (Agòstino Mori, in Risorgimento Libe- 1 ,,, raie, 2 settembre 1945). \: I Un trattato di pace è una realtà e quando è firmato è un fatto compiuto. che determina per. molti e molti anni il futuro. Ed è guardando verso il futuro che esso ~a affrontato,'poiché, signori! del C. L.R, si tratta dell'Italia che 1 n·on appartiene a voi; ma al popolo italiano e, col suo retaggio di storia gloriosa, alle generazio~i .che ci eeg~iranno. (Enzo Selvaggi, in Italia Nuova, 16 settem– bre 1945). Le questioni della nostra politica' estera e della nostra pace s1 mtrecciano nel m!Jdo piu stretto con quelle della' nostra pÒlitica interna. Gli elementi reazionari di cui parliamo sono infatti gli stessi che sono riusciti finora a im– pedir~ che il popolo italiano diventas;e ~era.mente padrone del suo paese, che i nosÌri governi prendessero queHa ma_rcata fisionomia antifascista chè davanti a tutto il mondo ci avrebbe nel modo piu netto- differenziati. dal ·regime delle. camicie 1 nere. (Palmiro Togliatti, ne L'Unità, 12 settembre 1945). I , . I pericoli di una controrivoluzione preventiva sono· in Italia forse mag• giori che in Francia,' almeno finché ~on avre~o tolto di mezzo definitivamente· la monarchia .... Quanto all'accus·a che mi ·si muove. di' voler· imporre la 'mia dittatura, essa non· è piu seria del!' accusa analoga che duran.te la campagna elettorale inglese fu volta a Laski .dal!' aJlorà. primo ministro èhurchill. (Pie– tro Nenni; I consigli1di Laski e la nostra pol,itiça, in Avanti I, 2 set~embre 1945). Le recenti. dichiarazioni del ministro degl/ esteri Bevin fororlo franche e amichevoli, ma no!l si pµò dedurre çhe la pplitica del Foreign Office sia ra– di.calmente modificata in nostro vantaggio. Le voci oscure su.Jla'sorte delle no– stre colonie, sem·pre ripetute negli ultim'i due anni: non sJno state mai smen- / ' . f/te, neppure recen~elJleli.te da Londra. (Il Te,mpo, 6 settembre 1945). j. . .. . • ·' ' li signor Molotov ha detto nella' conferenza stampa di -ieri che vi è.• un ' granello di verità' µelle voci sec~ndo le qu~li l' Unio_ne Sovietica vµole p'ar– tecipare al controllo post-bellico. delle colonie italiane. ,.: Ìl punto di vista. russo è che, qualora que'ste colonie ven~ano affidate al ~andato di qualche BibliotecaGino Bianco
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