L’Acropoli - anno I - n. 10 - ottobre 1945

462 .FRANCESCO ACQUAVIVA \ altri sono invece dis,cretamente produttivi. Ma certo la Basilicata montana, in complesso,· non è zona per oliveti. I,nvece la vigna fu estesa, ma' oggi è in nett? decremento. Le relazioni del 1811 accennano, a piu riprese, che i coltiv~tori tagliano la vite, che la coltura di essa è in deficit, che il vino da essa pro– dotto è pessimo. La coltura della vite ha qui_·origine dal periodo feudale (con le prime concessioni enfiteutiche), e vede chiudere - praticame~te - quel suo ciclo con l'infestazione filosserica. Gli im-- · pianti nuovi so~o modesti, sia per l'assenteismo di molti proprietari fondiari, sia pe~ la facilità dei 'trasporti che fa affluire i buoni vini , d~lle province limitrofe. Se si eccettuano alcune rinomate; _ma li– mitate, zone collinari, nel clima montano della regione la vite non è sempre nel suo ambiente, per l'influenza negativa dell'altitudine 1 sulla maturazione~ sulla qualità e costanza della produzione, 8. Le imprese ·contadine dominano (sono circa il settanta per cento di tutte _le impres.e) è sono a prevalente indirizzo domestico, dovend9 1 assicurare, innanzi tutto, e spesso in modo quasi esclusivo, il grano per l'alimentazione familiare e per il pagamento del canone di fitto dèlla terra. Gli ordinamenti aziendali (salvo eccezioni) sono ili complesso poveri, cosi nelle imprese contadine, per lo piu ·, non autonome ' e spesso ',precarie ', come nelle _grandi e medie imprese capitalistiche. Questa situazione non avrà un· migliore domani, fin– ché non si ricorrerà al rimedio necessario : la· bonifica e -la riforma agraria. La tra.sformazione fondiaria di molte' zon~ della Basilicata (che è inquadrata _in quella di 'unà vastissima ;uperficie del meri– dione) deve prevedersi, oltre che non facile e costosa, di molto lunga durata, poiché non potrà essere che graduale ed eseguita da proprietari (pure con l'aiuto.delli stato); che hanno scarso risparmio da investire stabilmente riel terreno, e p,er i quali è lenta la for– mazione di ulteriori risparmi. Ma la trasformazione fondiaria (non è qui luogo per dettagli tecnici) 1 ;è l'unica azione capace· di permettere migliori ordinamenti ' \ produttivi. in queste terre poverissime, come avvenne in altre terre italiane povere, e di elevare quindi I anche i redditi e· il tenore di vita del contadino, in confror,ito a quelli che vigevano all'epoca muratiana e che ·vigono tuttora.,, 1 · · FRANCESCO ACQUAVIVA Biblioteca Gino Bianco

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