L’Acropoli - anno I - n. 10 - ottobre 1945
. ' ' , ASPETTI DELL'ECONOMIA AGRARIA ~EL_ MEZZOGIORNO 461 alimentare del bestiame; ove si tenga presente che la Basilicata, praticamente, non importa foraggi né mangimi concentrati né let– timi. Ancor oggi, dopo tanti au!orévoli rilievi precedenti, si rileva– 'questione fQndamentale '- la netta deficienza di colture foraggiere, e la scarsa utilizzazion~ dei foraggi mediante l'insilamento. Anche p·er_tale opera è_ necessariò, ribadiamo ancora, diffondere, con per- severanza le indisp~nsabili cognizioni tecniche. 1 , 6. Il bovinò di• Basilicata, rilevà l'inchiesta, è in gran parte dtgradato. In· effetti esso è plasmato dall'ambiente, e questo, come si è visto, è mis(;:ro. In un raggio qi influenza piu o meno ampio, l'incrocio miglioratore è stato praticato nei primi decenni di questo secolo, con indirizzi diversi (col riproduttore romagnolo, con lo Sehwyz, . <;ol toro d,elle Murge) e con discreti risultati qµando ·è stata ade- 1guata l' alimentazione dei prodotti. Ma nel complesso il bovino locale, che ha solo pregi di rusticità, è restato poco produttivo per èame, lavoro e latte. · · Gli ovini originari indigeni, frequenti verso il 1800, sono oggi piccoli nuclei di pochi ·capi, circoscritti alle zone piu montane della ·Basilicata. Fer il miglioramento degli ovini il governo borbonìco esplicò' notevole ,azione di politica agraria : importò arieti dalla Spa• gna, concesse premi e facilitazioni (sale pastorizio, ecc.). Anche dopo il 1860 l' introduzione dei riproduttori miglioratori è conti• nuata, sebbene senza organica continuità e in determinate zone. Al piano attualmente vi sono allevamehti, non molto èstesi, òi pecore a lana ' moscia ' non filabile ma -per materassi ; al ·colle e al monte vi sono buoni! allevamenti di ' gentile ' e di ' quadrella ' ; solo o.ve la montuosità è piu spiccata si allevano, come s'è dettQ, ovini indigeni' a scarsa produzione, ma m'olto rustici. Il grande al– levamento è andato scomparendo ed è cessata la transumanza degli -ovini. Col ridursi del numero delle grosse· mandrie, e col ridursi del numero dei capi in esse, con la diffusione dei piccoli greggi, si sono resi piu stretti i rapporti tra attività zooeconomica_e impresa agricola.. · · · 7. Tra le colture arboree~ quella dell'olivo non è segnalata in <{_Uasj nessuna relazione comunale dall'inchiesta muratia1:1a. Ma qual– che impianto notevole di età m~nore dei cento anni si rileva oggi. Alcuni oliveti sono fuori della loro area econ_omica (cosi a Ruoti) ; ' /· I I
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