L’Acropoli - anno I - n. 10 - ottobre 1945
460 FRANCESCO ACQUAVIVA • agraria, m parte sotto l'influenza della politica economica dell'Italia in quell'epoca. , Sotto l'influenza della legge· speciale per la Basilicata del 1904, si ebbe Un incremento del credito agrario, cosi di esercizio col!le di· miglioramento. I migliori agricoltori ne profittarono con difficoltà. Le costruzioni di case rurali e di stalle furono in numero scarso, in confronto al grande bisogno. Ma, per molte proprietà rurali, forse non fu male l'aver tratto poco profitto dal credito. È sempre molto pericoloso per la proprietà fondiaria l'indebitamento dell'agri• · coltura a sistemi estensivi poveri, specie se non vi è l' ausilio di solida conoscenza tecnica che porti, col miglioramento fondiario, a ordinam(lnti piu sicuramente produttivi. 4 .. ' Il letame ammorba l'aria degli abitati ' e i terreni ne sono· privi, dice l'inchiesta, e ciò è ancora I oggi. La fertilizzazione del terreno è confidata in massima parte, come in antico, al ' riposo sodo ' (ed allora pascolato) e a~ ' maggese ' (cioè terra lavorata e nuda o coperta con mais). ' I dati odierni rilevati presso il c.onsorzio agrario• e i pochi commercianti di 'ferti}izzanti d~lla Basilicata ci autorizzano a preci– sare che lo scarso consumo 'di fertilizzanti chimici è destinato per tre qu_arti al piano, che pure è soltanto un decimo del territorio della regione .(il colle ed il monte cos.tituiscono il novantadue per cento della Basilicata). 5. Un rapporto tra. la superficie inqicata (per grossa stima) dalle relaziòni còmunalf del 1811, e· quella data dal servizio di statistica odierno, non può ovviamente farsi ma si può dire, in base ad altri dati di poco posteriori al 1811, che sul bosco predato da inconsulti tagli .si vennè estendendo il pascolo e anche il semina-' tivo. D'altra_,parte molti se_minativi i;ono stati, nel corso dell'ultimo secolo e mezzo, declassati o degrad11,tia pascoli. . Allo stato attuale i prati-pascoli rappresentano solo il 0,50° / 0 della superficie agraria e forestale, i pascoli il 300/o, i prati il 0,12¼, con (llna produzione totale foraggiera di quintali 2.200.000 (oltre la produzione accessoria di quintali 2.000.000), contro 68.000 capi bovini, 686.000. capi ovini e caprini e 73.000 capi equihi. Qualsiasi grossolano ragguaglio tra peso vivo del bestiame e forag– giere e lettimi che si voglia .sta'hilire non può n<?n"indicare c;uenza Biblioteca Gino Bianco
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