L’Acropoli - anno I - n. 9 - settembre 1945
/ 412, LUIGI RUSSO mato e facendo gli esorcismi,: .' Vedi, noi combattenti,', mi diceva, ' abbiamo preparato la via a quei briganti : noi eravamo dei puri ; poi è venuto Mussolini, che col fango ha impastato lo stato nuovo 'd'Italia'. Io tentai di racconsolare l'amico troppo contrito: dicen• · dogli che, combatten,tismo ·ò 'non, il diavolo si sarebbe servito di tutto per dar la scalata 1alla città di Dio ; che io non mi sentivo colpevole, e che colpevole, semmai, era tutto 'quel tristo pòpolo d'Italia, vecclìio• titano ignavo, fatturato dalla menzogna di almeno tre secoli e m_ezzo.di controriforma cattolica. Come desanctisiano, io andavo lontano e me la prendevo col concilio tridentino, che ci aveva renduti senza ~eligione .e cattivi (mi piaceva parlare \anche allora il linguaggio aulico alla Machiavelli); ia controriforma catto• lica, che ha avvezzato il nostro popolo a parere di credere, a reci– tare rosari e disçorsi t/u Ila patria e su Dio, senza fede alcuna; ad appagarsi di porppe e di cerimonie, vuote di ogni spiritualità. II fascismo, dicevo, è un ritorno di gesuitismo, o, se piace di piu la parola dotta e meno polemica, di molinismo, di lassismo,· di acco– m~dantismo, armato in piu da .una nuova violenza~ una lussuriosa violenza trapassata nelle nostre vene sotto la suggestione della let– teratura dannunziana. Gli insegnamenti del magnanimò despota, gli aforismi di Corrado Brando, le concioni .di Cesare Bronte e di Rug– gero Fiamma,_ si sono mescolate, e combinate co·n le ipocrite gia-: culatorie sulla patria e su. Dio, derivate dalla nostra vecchi~ educa--. zione gesuitica,.. dall'educazione alla doppia verità, dell'altro· è il dire, altro è il fare, la regola mentale del dottor Azzecc~garbugli, il quale, alla tavola di don Rodrigo, sentei;iziav~ che il famoso parere di fra Cristoforo era buono, ottimo e di giusto peso sul· pu_lpito, ma non valeva niente, sia detto col dovuto rispetto, in una disputa cavalle– resca. Ogni cosa è buona a suo luogo, questa la filosofia dell'Italiano tradizionale, e questa abitudine ai distinguo è quella che mantiene la tabi nel nostro organismo. · Noi eravamo dei giansenisti, che •~olevanio l' avvento di una. nuo".a chiesa, m,a' ,eravamo destinati di li a poco ad essere scomu– nicati dalla chiesa temporale e trionfante, e passare per degli irre– quieti, per. degli intossicati, dei sovversivi; in un ,momento in. cui perfino le alte autorità ecclesiastiche proclamavano che Muss,olini era l'uomo della provvidenza, se pacificava, coi trattati 0 del Laterano, il. I · Bibliote,ca· GinoHianco
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