L’Acropoli - anno I - n. 9 - settembre 1945
410 LUIGI RUSSO rosso, dalla massoneria al piu docile filopretume. Il democratico del . . tempo era per 'il favore agli 'individui, ai futuri o agli emeriti elet• tori, e raram~nte per il favore agli istituti e alle leggi. Gli istituti e le leggi eran_o la facciata esteriore ; dietro la tenda, simonia e baratti e simile lordura. La vecchia democrazia ci pareva corrotta e tutta infetta di conformismo : obbedire al piu forte, e disarmarlo e imbrigliarlo con le arti della volpe. Ripugnava ai giovani, ingenui come tutti i giovani, quèsto deteriore machiavellismo, di cui i mae– stri elementari, allora affioranti, asserivano che fosse impastata l'arte della politica. Ce' la prendemmo allora 'coD"i numerosi avyo• cati, o meglio con i paglietti (era il termine polemico di moda), che, generici per eccellenza, si occupavano- di tutto, di economia e di problemi scolastici, dei problemi della giustizia e di quelli <lell' organizzazione si acale, delle questioni del culto e di quelle <lella guerra e della questiJne delle ferrovie, e si facevano i patroni delle varie classi, non ultima quella delle sigaraie. Ricordo un mio vecchio professore d'università che, mentre ci dissertava di gram– matica greca e latina, era atteso all'uscio dai suoi elettori, mariti, fratelli <> concubini delle sigaraie di una città vicina. E il professore, al– lora giovane e con una bella barba nera fluente, trattava con la ,stessa disinvoltura e col suo elegante ore rotondo dei congiuntivi e dei periodi di primo, secondo e terzo tipo, e poi degli interessi ·-0ella bistrattata .classe delle sigaraie. Quelle sigaraie non l'abbiamo mai dimenticate, nella nostra squallida vita della trincea; e quando, nel 1919, ritornati alla vita borghese, vedemmo di nuovo quelle barbe e quegli stuoli di sigaraie dietro aUe barbe come fossero _ un'insegna, chi- per un verso chi per un altro, fummo accesi di .ardore polemico contro il confusionarisÌno dei parlarrf entari vecchio stile, e ci facemmo predicat<;>ridello specialismo politico. Volev~mo rimettere in onore la tecnica· della competenza, contro una generica -esaltazione dell'astratta tecaica\ politica, dellà tecnica cioè .a dire che portava alle pastette elettorali, alle congiurette di corridoio, alla ri• -eerca. dei portafogli ministeriali, un portafogli qualunque esso fosse, un portafogli degli affari inutili o. sia pure' un portafogli delle rac- - ,comandazioni. Un gruppo di combattenti, senza_ conoscersi l' un l' altro, ci trovammo I a collaborare a una rivista che era i~titolata Volontà_, I I f I BibliotecaGino Bianco
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