L’Acropoli - anno I - n. 9 - settembre 1945

408 ,\ LUIGI RUSSO periori gerarchie, neanche di quelle familiari, · per regolare le loro faccende amoro'se. C'è, semmai, un problema delle rag·azze brutte .e di quelle di dubbi costumi. Ed è cosa comunemente osservata che i giovani vale'nti non yogliono s~ntir parlare di 9n problema dei giovani : tutto questo umilia la loro autono.mia .spirituale, deprime quel senso agonistico,· che è la loro ~ana superbia, e che li spinge a misurarRi, senza equivoci e cavi'lli e schermi, nella vita, i~corag– giati dalla vittoria, ma ancora incoraggiati dalle stesse difficoltà. Se se' auro, ferro e rame - proveràte en esto esame. Solo i deboli,. i poveri di giovinezza, si riparano sotto il gonfalo~e '. Cosi scrivevamo. a conclusione d'una rumorosa polemica da noi aperta cont;ro i gio– vani nel 1930, ~ontro qu_ellache fu la genera~ione di Galeazzo Ciano 1 e di Alessandro Pavolini, e la quale tentò di giovarsi dei suoi pi6 forti muscoli per accop .are e soffocare la voce dell'insolente banditore. Il lettore che fosse retrospettivamente curioso di conoscere nei particol~ri la storia di tutta quella polemica cqntro i giovani, soste– nuta. dallo scrivente per un quindicennio, può vedere un suo vo– lume iljl cui, con stolta impudenza, adunò tutti quegli scritti' di schermaglia etico - politica, nel 1933, presso l'editore Laterza, e lo intitolò Elogio df!-llapolemicat con faccia tranquilla e fiduciosa: Poi dovette tacere perché aveva parlato troppo. Il futuro ministro della. cultura popolare, che ora l' inferno ha in sua gloria, e allora era \ ,, direttore del Bargello fiorentino (bargello, bella parola medievale che vuol dire poliziotto e sbirro), aveva scritto e stampato, o pub– blicato per tutte le edicole un minaccioso cartello co11 t1n '.Quo usque tandem, Luigi Russo'. Testuale,. E in.vero,io stesso ero· il primo a riconoscere che avevano avuto fin troppa pazienza. Oggi, a veder riaffiorare un problema dei giovani, •~ottoil cielo della li.bertà, sia 1;mre in forma assai pi6 discreta e talvoha con lut– tuoso accento, il sottoscritto si sente commosso dall'antico ardore polemico, e vorrebbe correr~ e implorare, gridar~, impet~are che, per ,carità, non si ritorni alla veèchia solfa ; , anche A, cambiare il colore del drappo, rimarrebbe in piedi l'antiquato mito che, per le sue origini bassamente materialistiche· e sensuali, incoraggerebbe .una nuova ondata, ci si. permetta la sconcia parola,.di arruffianatura poli– tica. e respingerebbe la vita morale del nostro pa~se, su un piano: 'ormai d€cisamente e duramente oltrepassato. Ma, p~r_ ess'er .. git1sti• . ,. BibliotecaGino Bianco

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