L’Acropoli - anno I - n. 7 - luglio 1945
.I I~ CORSIVO 335 non pochi. rosseggiari~i d,emocratici, cristiani) desideréreinmo che i dirigenti del _ proletariat? studiass_ero·attentamente le incongruenze dei metodi col fine . . ABUSO DI ·PROGETTI ECONOMICI. Non si apre rivista o giornale senza trov.are lunghe trattazioni di economia e progetti di pianificazione, esplorazioni di mi~teriosi nessi ecònÒmici · determinanti la guerra e. complessi rimedi che inve- ' stono oltre l'economia la politica int"e[na e l'estera. L'economista, erede degli esperti d'i_ W. Wilson, vuole assumere la -d~rezione del mondo, che nell' età positivistica pareva spettare al savànt co,l_camice.bianco del laboratorio. In verità non sono . convinto di questa supremà;ìa dell'-ec~nomia di sapore marxistico. Ho_ l' impres– . sione che sotto tutta la congerie di statistiche e di positive Òsservazioni sui beni che il mondo agogna s_i nasconda la_ vecchia Utopia:_ del mondo ben sistemato e. regolatQ come un, convento, in cui si starebbe cosi bene tutti quanti, sol che la gente ci .JJolesseenÌrare e si P,iegasse al p;incipio fondaine,:itale! Il pe{<gio si è· che adesso si vagheggia spesso_anche - il sistema del· compelle intrare · in questi paradisi dell'economia. Il sistema è in so;tanza quello che. vedevo usa,_re per in:· ·durre le vàcche della sussiste11za a cacciarsi nel vagone che le avrebbe portate al macello:. un soldato davà una randellata a. sinistra, un altro una a destra, un terzo· una sulle natiche, e la -povera _ bestia non vedeva_ altra salute che cacciarsi nella bocca oscura del vagone. Il vizio capitale è,quello di Ùasformare in una specie di imperativo perentorio i concetti generici ed approssi"rnativi d'ofelimità e di !ldonismo propri dell'·economia. E gli uomi-ni invece hanno uno scontroso amore per le loro ghiribizzose iniziative. · ImmfJ,giniamoci- che il Paradiso fosse orrçanizzato ~ome lo conèepisce Dante: quanti di n•oi non ci rinunzierebbero terrorizzati di dovere stare a cantar salmi per l'eternità nella mistica rosa? I piani e i progetti economici dovrebbero se mai -stare a disposizione come il piano di una casa o di un villino per chi ha-_ i soldi e la voglia di fabbricarseli ( e spesso altera e talora deforma per- suoi fini- par– ticolari le escogitazioni dell'architetto). Prima dell'economia v'è qualcosa d'a_ltro che sospinge gli" irrequieti U11!-ani, una ritrosa difesa della libertà,· sorgente dei valori della vita. _ · Se consideriamo due grandi r~ligioni, il Cristianesimo _'e l'Islam, le vediamo avvalersi di i:conomi~ inadeguate e assurde. Gli è che nella vita degli uomini l'economia non è tanto la base quanto lo strumènto d'azione'; e si può vivere anche cpn itrumenti invecchiati, · quando ·sia salvo il respiro vitale. t vero che vi fu un periodo, da Adamo .Smith al Cobden, in ~ui l' e~onÒmia parve guida degli uomini. Ma lo fu perché essa rappresentò un ideale di vita che a11,davaoltre la produzione dei beni economici. Ora·il vecchio liberismo ha cess.ato ' di· essere un ideale per divenire un adiaphoron da applicarsi secondo i casi. In– . ve·ce l'economia er_eticadi Carlo Marx agita ancòra il mondo, ma non i~ quanto . economia, ma per i èoncet~i e le· aspirazioni estranei all'economia che la uitica - moderna ha scoperto nelle opere famose dell'agitatore. Il problema del nuovo mondo è molto piu semplice, e · non abbiamo bisogno di" /are nessuna rinunzia in_mano, a· tecnici. Scrutiamo ciò che portiamo in cuo_re,
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