L’Acropoli - anno I - n. 7 - luglio 1945

/ _., 324 . ORIENTAMENTI - l Nathaniel Peffer, professore della Columbia University ed esp.l)rto. dell'E– stremo Oriente; in un articolo· di larghe vedute sul _destino d;ei popoli_ colo– niali (Colonies and· the Peace, in The Virginia Quarterly Review, inverno 1945) _sostiene invece, per ·1e isole del P~cifico, l'Òpportunità di porle ;sotto un· or– gano amministrativo internazionale con eguali •diritti di commerci.o e di coma:. riicazione per tutti '; o almen~ di creare up ·condomi~io America· - Australia - ·Nuova Zelanda. Probabilmente queste vedute non .prevarranno, ma si noii che esse non sono dettate da un puro spirito _di equità, ma giustificate anche pr_a– ticamente perché sia impedito .che pretese unilaterali analoghe sorgano su altre zone da parte di altre potenze. Si· passa· ad uri argomen.to scottante, ·in cui pensiamo. che il professore e il governo vadano sostanzialmente d'accordo: l'eliminazione delle posizioni britanniche (in quanto esclusivamente britanniche) · nella Cina. • Il governo amèricano dovrebbe infor • re il ·signor Churchill che egli·· ben può non esser dive~uto iÌ'primo ministro di Sua. Maestà per presiedere ·alla liquidazione dell'impero britannico, ma ché Hongkong ritornerà. alla Ci_na'. Jl punto' di vista britannico è .stato espresso con moderazione, ma con altrettanta fermezza, da uno dei massimi esperti di affari cin~si, il •signor Wood– head (in Foreign Affairs, gennaio 1945: Shanghai and Hongkong). Su Shang~ai_ si può conaepire un ritorno graduale e P\lrziale ·alla Cina fin. d' ora, · ma per Hongkong bisogna aspettare che gli eventi si chiariscano in· Cina. ' L' im{lero britannico deve per il momento rifiutare_ decisioni çhe non corrisp(!ndono né ai propri interessi,- né a quelli dei propri alleati·'. Mà il professo.re americano va piu in là. Checché ne_pensi il signor èbur– chill, egli dice, il.secolo decimonono è passato. •Nòn è concepibiÌe che.l'India, la Birmania, le Indie Olandesi, -i vari paèsi ·aràbi, _eperfino alcune delle meno prqgredite contrade africane accettino passivamente la condizi_one mantenuta finora'. E piu gravi accuse muoye ai 'Francesi. ·il loro governo in Indocina ' è stato ·retrogrado, inefficiente, ·e macc.hiato d~lla corr~zione '. Credo ch'e sia ora possibil_e rend.e_re ch,iara la sintési della _politica ame-• ricana nell'Estremo Oriente (e altrove). Porsi s~lla strada dell'evoluzione 'grà- . duale e pacifica, sulla • strada di mezzo'. Questa è -linea che appare :perf;t. tamente democratica._ Ma è anche linea che risponde pienamente agli- interessi . nazionali. Infatti gli Stati Uni_ti sono jn mi~orariza nella spartizione coloniale, del mondo•. Una nuova spartizione è evidentemente assurda. Onde l'ideale è il condominio. Nel condominio ogni potenza avrà un ruol9 prop~zionato àlìa .forza della propria home. 'Progresso ed, interesse si associann. Ecco perché nell'app;rente rinunzia. alle Filippine, rieÌI' indipènden~a (ri'. ·ba4_ita da Truman ad Osmena) di queste isole (antidpatà dagli Americ~ni'_sugli · stessi desideri fiiippini fin dai primi anni del sècolo) non bisogna védere un~ · diminÙzione deH'interesse stellato nell'Oriente, m,i un esp~ncÌersi di esso a ·piu vasta· regione: Sècondo il nostro modesto parere l'indipendenza· giuridica .delle. Filippine ·_è un chiaro invito alle altre grandi nazioni -civili. a· mettersi' sulla stessa via. E la TÌa propugnata dagli Americani ha grandi 'probabilità di riu- Bihlioteca Gino Bianco

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