L’Acropoli - anno I - n. 3-4 - marzo-aprile 1945
DISCUSSIONI SULLA POLITICA. DEL VATICANO 151 La Chiesa cattolica mostra dunque di non comprendere che l'avversione che molti hanno verso i democristiani ' non si riferisce a néssuno degli articoli del ,simbolo degli Apostoli, ma al non irn~ motivato sospetto che attr~.verso loro una forza equivoca, non vin• . colata alla carità di_ patria e al patto nazionale, possa in~uire sulle sorti del paese' (L'Acropoli, numero uno, pag. 76). Si teme ap• punto quel ritorno a forme perniciose di ingerenza del potere ecole~ siastico nella vita d' Italia ; pesano ancora su noi quelle imposteci ,,. dal Concordato perché non si debba temere altro, tanto pi6. che si vedono- talora affiorare -nel cattolicesimo forz~ retrive. Se è ormai solo un ricordo l' invocazione del braccio secoiare per impedire là diffusione· in Italia dell'opera del Loisy, è invece recentissimo un articolo déll'Osservatore (27 genrn~Jo)che sosteneva essere il fascismo derivato dalla legislazione ecclesiastica piemontese sotto Vittorio Ema• nuele II : di conseguenza, non è difficile concludere, ritorniamo alla situazione presicardiana. A questa tesi ha 'già risposto in modo esau• riente La Nuova Europa perché valga la pena di toniai:e sull'argo• mento ; ma è degno di essere riportato un capoverso della replica dell'Osservatore (18, febbraio): « Vedendo nel,potere temporale sem• pre e solo un ostacolo non all'unificazione nazionale 1 .ma all'unità politica, si con_tinuaa non valutare a dovére il fatto che esso costitui d'altronde ·e sempre il maggiore ostacolo al completo asservimento dell'-Italia allo straniero: dai primi albori ... sino al periodo napo• leonico ed oltre. Quel che un papa pu?, fare attraverso anche un minìmo di sovranità temporale, garanzia re~le ed eyidente della sua· imparziale missione religiosa e caritatevole di fronte a forze e pro• positi stranieri, l'abbiamo visto in Ròma, l'anno scorso, esattamente secondo una tradizione secolare, e senza dire che nemmeno l'unità d'Italia ci ,ha salvato dalle invasioni straniere ». Noi credevamo che il Papa e la Chiesa avessero fatto quello che hanno fatto, non at• traverso il minimo di sovranità temporale, ma attraverso la loro· forza spirituale, e non sappiamo vedere_ quale rapporto leghi 'l'opera umanitaria e coraggiosa di tanti preti e frati, che spesso hanrlo agito per iniziativa individuale, al potere temporale. Sarebbe però oppor- tuno che si avvertisse la sconvenienza di presentare ogni tanto questo conto imprecisato e quasi mitico del bene fatto all'Italia. Noi pon diciamo che il bene di oggi riscatta il male fatto durante i venti ·'
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