L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945

126 IN CORSIVO LEGALITÀ E LIBERTÀ DI STAMPA. Taluni partiti invocano la legalità_. Ma ad un sereno osservatore non pare che si · dian molto da fare per realizzarne i presupposti. Certamente è - comodo domandare che in base al principio della legalità siano_ rispettate molte posizioni acquisite, posti soci_ali, che·domani si tradurranno in influenza politica, e far cosi opera conservatrice per chi servi e si servi del fascis,.;,o. Ma ciò basta a creare la legali~ di cui ha bisogno una .libera democrazia, che deve rieducarsi fin dai primi•principi ?)Temo di no, anche ·se riconosco che in molti casi non sia né umano né politico turbare senza ra• giòne posizioni acquisite. Legalità significa rispetto immediato, spontaneo della legge; esplicitamente e chiaramente definit~. Ma quali ' sono le leggi che ci reggono ? S~no . quelle del ventennio, cioè la volontà di Mussolini eretta a· leg1se in violazione dei presupposti morali e giuridici di dgni libertà democratica. È evidente che esse non godono il rispetto di nessuno, neppure dei fascisti. Allora per risalire alla legalità dobbiamo per lo meno rifarci alle leggi di avanti il fascismo, di contestata validità,, non presenti allo spirito di molti, che se non nati sono certo maturati nel ventennio. Che si è fatto per restaurare e per diffondere la vera legalità, che non è sol– tanto legge, ma costdme di uomini che vogliono essere liberi ? Mi pare nulla. Qual'è la legge che regola la libertà di stampa? La legislazione fascistica in materia, opera di Federzoni, si dovrebbe a buona ragione ritenere abrogata. 'Che rimane ? Forse una serie di editti e di bandi· in fu.nzione del tempo di guerra. r, troppo poco. La situazione di guerra nell'Italia liberata non è tale da esigere un funzionamento solo in base a cr4teri amministrativi, che dila– ga_ndo ci possono portare ai campi· di sterminiò. E a noi sopra tut~o occorre ri· . educa.rei alla legge e al rispetto di essa. Bisogna sorpassare il criterio miserabile dell'ordinaria amministrazione in una situazi9ne spaventevole quale è _ la nostra. Che il governo agisca da governo provvisorio : ci 'dia una legge sulla stampa, - s,ia pure provvisoria, sia pure dura, come i tempi esigono, fua che si proceda in base a norme_definit~ e n6~ in base ad arbitri. Un giornale, per l'interesse pub– .blico, dev'essere colpito? Lo sia, ma da un magistrato e a tenore di legge. Io non ho nulla contro una legge rigorosa : un' eccessivo laisser allèr che ingombri la vita politica con tutti i flaccidi e gli ignavi che considerar,,olibertà la pigra blaterazione irresponsabile può ess~re anche dannoso. La libertà abbia i suoi rischi e U affrontino quanti nella vita pubblica portano una decisa vo– lontà ed il coraggio delle conseguenze. Secondo 'me la procedura per i reati di stampa dovrebbe èssere sempre per direttissima, salvo le proroghe che potessero . esser richieste dagli assaliti dalla stampa per racco1sliere i docum~nti atti a dis. · sipC:,.ele_eventuali dijf amazioni. Chi scrive sui giornali àeve aver coscienza delle conseguenze del s1w procedere ed esser pron,to a risponderne verso chiunque, nel piu breve tempo possibile. In 'tempo di guerra . si deve ricorrere al sequestro re– pressiv.o o preventivo ? Lo ·deliberi il procuratoi-e del. "regno, e le ques.tioni sian ·. definite in quarantot-to ore .dai tribu;;,ali competenti. Si deve, sempre ·in tempo di ,_ guerra, sospendere un giornale ? Per tale provvedimento anche u,;a sente~z~ di pretu• , ra avrà maggiore prestigio di un deliberato del Consiglio dei ministri. Il rispetto della .res iudicata i il segno. che un popolo si pa: assestando nel. regime libero. BibliotecaGino Bianco

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