L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945

DALLA STAMPA ITALIANA E STRANIERA 121 l'esercito italiano in patria e nei Balcani, crollo che ha privato gli Alleati ·di un enorme potenziale bellico, ... secondo ha esercitato un'influenza negativa sulla possibile secessione romena, bulgara, magiara, slovacca e pure tedesca che non .poteva essere incoraggiata dalla disastrosa situazioO:e in cui è venuta a trovarsi l'Italia· dopo la resa incondizionata. Infine, non si dimentichi l'influenza, eser– citata dal fatto che il. principio della resa incondizionata -usato a Casablanca (ove erano assenti Stalin e Chang Kai-Shek) è stato applicato si nel Mediter– raneo, ma rion è stato applicato nell' Europa qrientale e balcanica e precisa– mente negli armistizi della Russia .con la Finiandia, la Romania e la Bulgaria. Due pesi. e due misure che non agevoleranno una- configurazione unitaria del nuovo assetto europeo. Il bilancio di ciò che fu realizzato in nome del prin– cipio della resa incondizionata presenta quindi enormi pa,ssivi. (Guido Gonella, Il Popolo, 14 gennaio 1945). Molto lucidamente il Comitato centrale di liberazione nazionale ha osser- . . vato che il 'mancato accoglimento della richiesta di piu ampia partecipazione dell'Italia alla guerra di liberazione determina dolorosamente una forte depres– sione negli animi '. È questa la condizione piu propizia per tutte le specula– zioni reazionarie. Bisogna che gli Alleati comprendano che mortificare e rin– tiepidire gli entusiasmi della Ùberazione significa indebolire non solo in Italia, ma ·dovunque, il fronte democratico. Nulla di piu fatale alla causa della libertà che spez~re in compartimenti stagni lo scacchiere solidale dei paesi che com– battono per lo stesso fine. (L'Italia Libera, 13 .-gennaio 1945). Gli Alleati fanno la loro guerra, conseguiranno la vittoria _con o senza il nostro aiuto. È da stolti mercanteggiare il nostro concorso alla causa co– mune: essi non ne ,hanno bisogno, e, agli effetti meramente politici, di una Italia che fosse rimasta inerte, e quindi priva di voce, sarebbe assai piu age– 'vole, a1 tavolo della pace, fissare unilateralmente il destino. Non sono chiari gli scopi finaH a cui tende la guerra? Ma, e l' Italia superiore da liberare, e i partigiani da aiutare, e i martiri da vendicare, e il nostro suolo da redi– mere dall'onta e dall'oppressione? (Stefano r/acini, Il Popolo, 16 gennaio 1945). Gli Italiani di buon senso sanno che le condizioni di armistizil? importa, piu che conoscerle, modificarle e che esse non saranno_ modificate se non at– traverso il potenziamento del nostro sforzo di guerra à fianco degli Alleati. (L'Unità, 17-gennaio 1945). Ai giovan_i ,he si arruolano, ai giovani che vengono richiamati alle armi, la nazione deve garantire mezzi sufficienti per battersi, protezione e assistenza per le loro famiglie, cure e protezione per limitare le tragiche conseguenze della guerra. (L'Unità, 16 gennaio 1945). Da un lato i m;nifesti v~rdi del distretto, anche nella povertà burocratica del loro linguaggio senza nervi, sembrano annunciare che è- venuta, o sta per venire un'ora decisiva per ·1a nazione. Dall'altro lato, l'accorato appello del

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