L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945

112 LUIGI RUSSO viamo cosi : come i ricoverati di un grande ospedale, dove i malati .. ' .gravi si alternano ai malati meno gravi e ai malati leggeri. Il .ma- lato leggero talora si r~para sot o le s~e coperte per non sentire il lagno straziato dell' infermo vicin~, e mentalmente si rallegra di tro– varsi in condizioni migliori. Non gridiamo all'egoismo, perché la vita pur riprende per questo ragionevole egoismo dei minori sofferenti; il loro contegno è stimolo a noi piu sfortunati, perché tutto si faccia con le nostre forze, senza aspettare aiuti dagli altri. I compianti, le querele, le condoglianze non servonÒ a nulla : si vive soli, come si muore· soli. Anche per gli aiuti che ci possono dare gli Alleati noi non possi(lmo e non vogliamo il~uderci ; nessuno ~di noi pensa che gli àltri popoli possano risolvere il nostro problema. Noi chiediamo soltanto gli arnesi per lavorare, le nostre scuole per studiare, le nostre case per raccoglierci nelle ore di riposo e della· intimità' familiare. Noi non pensiamo di sostituire al ' duce ' lungimirante che provvedeva a tutto, il comando alleato che prov• vede ugualmente a tutto. Sarebbe soltanto offensivo sospettarlo: sa– remmo dei peccatori recidivi e faremmo tortò agli Alleati a crederli -0nnip'otenti e onnipi;ovvidenti. Noi chiediamo soltanto la libertà di lavorare, e poiché la guerra ci ha travolto. e distrutto gli strumen,ti del mestiere, chiediamo afmeno un aiuto materiale e un prestito di codesti strumenti. Nemici come siamo delle f;asi fatte, e di frasi ·fatte in un ventennio di fascismo ne abbiamo fatto crapula e bassa gozzoviglia, vorremmo dire che noi non crediamo nemmen_o, e non paia questo un-paradosso, all'altro mito degli Alleati liberatori, per– ché la liberazion~ può venire soltanto dal nostro personale sforzo.' Gli All~ati hanno un solo dovere, quello di. vincere la guerra e di liberare se stessi : nella vittoria e nella liberazione di se stessi, im– plicitamente essi operano e aiutano la nostra liberazione. E però i voti e i nostri sforzi, la nostra ·schietta· collaborazione morale, li as– seconda e li accompagna fervidissima. E noi; se mai, abbiamo un .rammarico che le nostre forze militari· siano ancora amm,esse solo con molte limitazioni e con strane etichette a combattere per Ìa vit– toria comune.· ·Lu1G1Russo Pisa, novembre 1944 Biblioteca Gino. Bianço

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