L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945
CHE COSA È UN GESUITA 105 materiale possibile·, un grande campo che s'estende into.rno ! Ge– rusalemme, comandato dal Signore Gesu Cristo, generalissimo di tutti i fedeli, e ·un altro campo, intorno a Babilonia, dove regna Lucifero, duce dei nemici e dèi malvagi. Bisogna tracciarsi dayanti agli occhi questo capo degli empi, nel suo campo di Babilonia, or– ribile nella figura, tremendo nel volto, mentre siede su un trono di . fumo e di fuoco e invia per ogni· dove innumerevoli demoni con il còmpito di fai::e il male, senza risparmiare luogo alcm:10, città, o cla~se di persone. Il Cristo, all'opposto, risiede in luoghi piacevoli, privo di fasto, ma dolce .e incantevole, e manda i suoi apostoli _ed i suoi discepoli per il mondo a condurre gli uomini verso l'amore della poverlà, dell'obbrobrio e del disp_rezzo.Tale è la ' meditazione dei due vessilli ' : il nome sotto cui questo capitolo degli Esercizi è conosciuto. Ecco davvero in essa il gesuita tui:to intero: la sua con– cezione generale dell'umanità, gli uomini tutti divisi in due campi. la fede che li distingue in reprobi ed eletti, la Chiesa e il mondo perpetuamente_ in guerra, la vita che non ha interesse piu grande che le lotte religiose, mentre la società non conosce fine piu alto -che la propagazione delle virtu monastiche, Strano contrasto, bisogna confessarlo, quello di ·simili idee con i ·modi di vedere e di sentire dei nostri contemporanei ! Singolari pedagoghi i gesuiti per delle generazioni che non intendono piu le distinzioni assolute, che do– vunque ammettano il contrario e persino il contradittorio, che van riducendo ogni giorno la parte della teologia nelle· vicende umane,. che poco credono al diavolo e meno ancora al merito della povertà ! Gli Esercizi spirituali ci ·han fatto vedere il fanatico; le Regole· della Società ci mostrano l' ipoc1'Ìta. Or ora vedemmo l' ispirazione nascosta, adesso troviamo dei precetti sul contegno da tenere. Non v' è comunque contradizione. I dettagli puerili, che regolano fino i minimi gesti', completano il ritratto del gesuita, che bisogna guar– darsi dal prendere per un semplice entusiasta, mentre pjuttosto in lui il principio d'azione diviene fin dal primo momento un princi– pio d'abdicazione. Il càpitolo delle Regulae modestiae è particolar– mente curioso. II membro dell)~)r~ine non deve muover la testa di qua e di là, ma portarla con gravità, e, se non v'è ragione di muo– verla, man.tenerla diritta, lievemente inclinata i~ avanti. Gli occhi
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