L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945
102 STEFANO BOTTARI accademiçhe e le zone opache e caotiche dei pseudo-modernisti, può dirsi un fatto compiuto, e il grande esame di coscienza avviato dal pensiero crociano deve essere ripreso e continuato nella scuola, se vogliamo che rinascano quegli ' aerei niente ', quei grandi ideali che danno un senso alla vita e la rendono degn~ di essere vissutà. La richiesta cosi posta si identifica con una riforma della scuola in senso umano e non già umanistico : richiesta che nella sempli– cità della sua formulazione implica il crollo di tanti idoli resi ve- 1 . nerandi da una J!luriseco1are tradizione accademica; implica una :re- visione degli stes~i metodi d'insegnamento attraverso i quali piu chiara ed attiva si faccia la c3scien,za della verità racchiusa nel vec– chio paradosso, che la cultura è ' ciò che resta in noi dopo che ab– biamo dimenticato tutto quello che avevamo imparato ', della verità_ insomm_a che un antico pedagogista, Plutarco, esprimeva notando che l'anima non è un vaso da riempfre ma una fiamma da suscitare ; implica ima maggiore libertà ·agli insegnanti onde con l'evitare il ristagno nelle consuetudini e -l'oppressione dei limiti' esterni, piu attiva diventi la loro responsabilità e piu impegnativa, nel libero esplicarsi delle preferenze, la loro opera ; impone una piu intima presa di_ co~tatto con i problemi della vita moderna nel senso piu ampio del termine, e però uno slargamento dei suoi orizzonti con il porre in piu· alta considerazione lo studio delle lingue e delle letterature moderne (sono esse infatti che mettend~ci a contatto con' il mondo ci aiutano a comprendere meglio noi stessi) ; implica una distribuzione di istituti· medi ed universitari non già uniforme ed anonima ma che tenga conto· delle necessità e delle possibilità delle regioni in cui debbono far sentire la loro efficacia ; impone una ra– dicale revisione del problema dello ' specialismo ' cfie, se è veicolo indispensabile al progresso tecnico e scientifico, non deve però ri-. solversi in un danqo con t' impoverire l'umanità dei suoi adep 0 ti o con il fare dei suoi adepti uomini a metà ; implica cioè un rinno• vamento radicale che eviti deformazioni psicologiche e crei uh centro - alla nostra attività, uri centro che con la ~ostra vita consenta di vivere tutta la vita. 1 Io non posso qui addentrarmi, e in molti casi me ne manche– rebbe la necessaria esperienza, in una particolareg~iata descrizione , del meccanismo che dovrebbe regolare l'assetto della scuola futura BibliotecaGino Bianco
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