L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945
I PROBLEMI DELLA PACE 89 il sorgere d'un individuale geriio militare o una superiorità di tec– nica industriale li condanni alla subordinazione umiliata. Nella vit– toria è implicito I? invito ai vinti a ritentare la prova. Può questo fatto inchiodare_ in·. un,a ·inferiorità secolare ? La vittoria militare quindi può non convincere ed essere trascurata pur nella sua: gran– diosità. Chi pensa ora alle vittorie .tedesche del 1_940 clie c' impie- travano l'anima? . [I. successo militare roduce solo le condizioni propi~ie (i miei'/{ tue:~ n.i CÌ:rw_a colleghi di scienze direbbero la temperatura critica) entro cui il geniof• ~::,i•~.t.u /lf ':... ;fn • . &,.. ,rt,JAA:i,ail•IM P.Olitico ~a __Qurevolmente. Tale fq il caso dei successi militari su iltl..wvfn,iiiiì. cui costruirono Camillo di Cavour ed Ottone di Bismarck : il difetto di un vero geniQ politico può tendere sterili - almeno nei riguardi delle nay;ioni vincitrici - i successi militari e preparare grandi sciagure: cosI la vittoria falli in sede politica a Napoleone e falli agli uomini ùi Versailles. E fa_cciamoun'ipotesi che l'uomo politico può fare come monito a se stesso, anche se Io stori<j.o deve interdirsela perché contraria alla sana metodologia : immaginate voi che cosa sarebbe successo in Europa se nel 1940 ·nella rozza follia di Adolfo Hitler fosse sfolgo– rato un raggio della genialità del Bismarck? se avesse concesso alla Francia una pace umana? se un prestigio militare infinito non piu ci– mentabile av.esse, consacrato il nazismo fra i popoli d' Europa? L' Europa probabilmente eon disperata: rassegnazione si sarebbe unificata sotto il segno dell' immonda croce uncinata, cosI come la Germania del sud si piegò al successo del Bismarck. 'Indubbiamente e ad ogni modo bisogna evitare che di qui ad una generazione la crisi si rin~ovi. L'unione europea potrebbe com– piersi per altre vie deprecabili. I diversi nazionalismi europei vanno · esaurendosi come forze politiche autonome nel cuore dei custodi della comune civiltà, ma possono ridivampare ancora come istinti barbarici nelle turbe incoscienti. Ma la funzione dell' Europa non può farsi, per lo stesso spirito della sua civiltà, se non col riconoscimento delle libertà caratteristiche dell' Europa, nel d1ritto di tutti a non essere trattati come colonie (o peggio ancora come preda e conquista), nella creazione di una nuova patria federale. Perciò, o signori, non credo che nel nostro caso la confedera– zione europea sia un'utopia degna del disprezzo da parte di chi si BibliotecaGino Biahco
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