L’Acropoli - anno I - n. 1 - gennaio 1945
/ 76 IN CORSIVO reso popolare in Italia proprio da uno scrittore cattolico come il Fogazzaro. È indubbiamente sincero - nel monito a tener .separato il partito dall' Azione• cat– tolica, e a procedere con leale -liberalità verso tutti - il messaggio che dall' Ame– rica ha inviato don Sturzo, vittima illustre dì un tradimento di monsignori, cosi come vittima d'analogo intrigo meditato. dalla piii mediocre delle politiche fu il Centro cattolico tedesco. E ai consigli di don Sturzo _convienedar peso perché è uno dei pochissimi che ha saputo trarre le conseguenze dell'esperienza. E sarebbe desiderabile da parte di tutti che i cattolici italiani imparassero ad agire come i cattolici svizzeri, schietti montana"ri, che direttamente, senza in– trighi di preti, fanno valere nella repubblica federale i loro ideali cristiani. I demo-cristiani possono tranquillarsi : l' avversione che molti ?,.a'ncontro di loro non si riferisce a nessuno degli articoli del simbolo degli apostoli, ma al non immotivato sospetto che a traverso loro una forza ·equivoca, non vincolata alla carità di patria e al patto nazionale possa infJ,uire sulfo sorti del•paese..Cerchino di rivendicare questa indipendenza e una grdve diffidenza si toglierà di mezzo. Senonché essi sono seguiti, come da un'.ombra, dalle formaz'ioni schiettamente clericali, che non scompaiono mai, e si atteggiano a riserva della chiesa, pel casò che la democrazia cattolica possa s~bire uno scacco, corde avvenne nell'epoca fascistic(f, quando e monsignori e le eminenze si misero a glorificare l'uomo della provvide.nza e inviarono don Sturzo in esilio senza tanti riguardi. Cosi nella mente di molti si è formato il convincimento (potrebbe essere falso, ma esiste) che il cattolicismo agisca alternativamente con due forze, una apparentemente democratica, l'altra aperta.mente reazionaria, le quali magari si detestano reci– procamente, ma devono sopportarsi, e nelle' crisi ognuno deve soccorrere gli sbandati dell'ala sbandata. La disastrosa politica seguita da: Pio XI nel primo periodo del suo pontifi– cato legittima questo dubbio : che il partito demo-cristiano non abbia maggiore libertà dei no.ve passi che ha la chioccia legata per il piede. La routine della politica clericale è terribile : ancora adesso essa porta su di sé la responsabilità della reazione atroc-e di Spagna. Probabilmente non ha neppure appreso dalle dure esperienze della guerra quinquennale che l'autoritarismo patriarcale di Fran– cesco I d'Austria e di Ferdinando II di Borbone, dietro cui sospirano gesuiti e monsignori; appartiene a un passato irrevocabile: oggi non è possibile. altro auto– ritarismo che quello atrocemente sanguinario di .Hitler, di Franco, di Mussolini, che cancella ogni tradizione non solo ,catiolica ma anc-he cristiana dal mondo_ - Ora sta al partito democratico-cristiano stesso di dimostrare che_ ha il con– trollo della propria coscien_zae della propria mente, accettando i moniti di don SturfO, separando la sua attività da quella spesso indiscreta dell'Azione cattolica ( che rivendica libertà sconfinata per sé, e par dimenticare che anche le altre anime hanno la loro religione e _i loro diritti), tenendo in disparte monsignori ed eminenze che farebbero meglio a non occuparsi di politica, e prendendo netta posizione anche di fronte a problemi scottanti, come la reazione in Spagna e le responsabilità della caduta del partito popolare e del Centro tedesco. BibliotecaGino Bianco
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