L’Acropoli - anno I - n. 1 - gennaio 1945
72 RASSEGNE indomabile, di talune frazioni del Partito Comunista, hanno portato al conso– lidamento spirituale del Partito e del paese; perché la nuova politica se– guita in Russia ha. voluto far getto di tutte le sue punte e ha voluto correggere molte delle intransigenze comuniste di un ,tempo, come, tra l'altro, p'rovereb– bero i criteri adottati nelle elezioni politiche del 1937; perché fin dal 1928 ci· si è in Russia curati con grande zelo di i;truire'. di elevare, di selezionare la nuova classe dirigente, che proviene tutta dal lavoro - manuale, tecnico, in– tellettuale, culturale - . I fatti hanno oggi provato come la diagnosi dello Stalin fosse esatta e come la sua fiducia avesse solide fondamenta. Ma i lettori di questo'periodico saranno un po' meravigliati nell'apprendere che l'ultima parte di quella 'storica Relazione affronta anche dei problemi teorici, dottrinali, e che il capo del comunismo russo, un partito cosi fanaticamente marxistico, esercitava la sua critièa su alcune ·cor-· renti opinioni rbarxistiche, e che egli osava fustigare la 'ridicola ' gente, la quale qon fa che masticare apoftegmi marxistici, pensati e formulati cinquanta o cento anni addietro, se~za darsi la pena di ristudiare ogni problema, in ,ogni singolo paese, e nel momento preciso in cui esso va considerato. La Relazione del 1934 dello Stalin ci aveva in certo modo avvezzati a que• ste eresie; ma allora egli aveva parlato contro i comunisti' dogmatici'; questa volta, invece, si_ rivolge proprie- ad attaccare il dogma ! ' CORRADQBARBAGALLO FRANCESCO FLORA, Ritratto di un ventennio, con una lettera di Benedetto Croce, Napoli, Gaetano Macchiaroli editore, 1944. C'è negli Italiani un fondo di generosità, misto non di rado a superficia, lità, che li dispone alla facile dimenticanza delle offese ricevute, si.ano p,ure quelle assidué e profonde, accompagnate dalla cinica irrisione, che i migliori di essi subirono per due interi decenni. Ciò conferisce ai residui fascisti e pie– tosi filofascisti una la~ quale audacia, che li spinge persino - e non è cosa ora infrequente --:-.ad infliggere alla nostra sopportazione miserabili tentativi di giu– stificazioni o di riserve nei giudizi intorno al ventennio, confronli tra i vecchi tempi dell'ordine, della serenità e dell'abbondanza e le calamità presenti (quasi che queste· non derivassero direttam.ente da quei tempi felici e ordinati), di– stinzione tra la sublimità dell'idea fascista e la mediocrità e le deviazioni degli uomini, tra il duce e quelli che lo circondarono, tra gli inevitabili eri:ori e le utili ed innegabili realizzazioni del regime, e via dicendo. E tali fascisti e filo– fascisti svelano, per contrario, la !ore rozza ingenerosità, che coµsiste nell'abu– sare della generosità dei loro avversari, i quali, sopportando l'apparente candore dei loro insidiosi tentativi di riabilitare in qualche modo e in qualche niisura la memoria del fascismo, del suo duce e degli altri suoi responsabili, mostrano appunt~ di aver troppo presto e facilmente dimenticato che il piu timido apprez– zamento negativo sul mostruoso e calamitoso fondatore dell'impero o sulla sua combriccola di gerarchi, di truffatori, di ciarlatani e di spie, e perfino le facezie che la spiritosa fantasia degli Italiani nei momenti di buon umore inventava BibliotecaGino Bianco
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