L’Acropoli - anno I - n. 1 - gennaio 1945

58 ORIENTAMENTI gel capitale e ru,l credi 19. Questo significa la nazionalizzazione della Banca d' In– ghilterra e delle banche affiliate, ,!elle compagnie di assicuiazioni e delle so·- cietà edilizie. Non vi è altro modo per essere sicuri che l'investimento sia " ti direttamente e continuamente in rappo;to con le necessità pubbliche e non con il profitto privato. Dobbiamo imqiaginare questo ~-"!!~O C0_!Ile_ I~ ~ru– mento cosciente d'un piano economico che abbia come scopo di riattrezzare la ~•azion~- per~hé rap-presen~i I~ su~ parte nel mondo del dopoguerra. È ovvio che questo significa un sistema di priorità nella garanzia dei prestiti commer– ciali che dipenderà dall' importahza sul piano economico del!' obiettivo che i promotori avranno in vista. Le case per i poveri sono piu importanti degli ap,· parlamenti di lusso per i ricchi; le scuole' sono piu importanti dei cinem;i·; i p~estiti per favorire lo sviluppo agricolo sono piu importanti dei prestiti per favorire la fabbricazione e la vendita di un nuovo· cosmetico o di un nuovo medicamento brevellato. j ''<, rf i:;i:., tL e ,, ,11ci1 /.} In secondo luogo \E__!!!alodeve p.osse_dere__ e con~!:ollare la terra. Questo è l Cl/lLLÌt.rff~N . l Tèll1t; essenziale per tre scopi: è essenziale per µna piu razionale urbanistic~ special– mente nelle zòne bombardate ; è essenziale !)er assicurare all'agricolt~ra il posto c_!i~ !~ spetta nella nostra economia nazionale; è' essenziale ~a~i~~ ad un tempo una conveniente distribuzione topografica delle industrie e la salvezza ~~I P_!1lr~m;n~oesret1c?~!lll'Jnghilterr;.- - - -- • •- -- - Ju·~-,,.flo ·ir;.;T;iP,. P1w./1!l1l 1 ,1t l1ul,1 In terzo. luogo vi deve essere CQJHrn!lo stata!~ _sul(jmportazionJ ed espor– ,,,~azjo~, È ovvio che questo controll'o è vitale per ogni produzione pianificata 'che si proponga l'interesse del consumatore. Esso deriva logicamente dal con– trollo statale sul capitale e sul credito. È chiaro che senza di questo non pos– siamo sperare di inserire la nostra economia nazionale in quel contrqllo inter– , nazionale degli scambi che è oramai inevitabile. Solo in questo modo inoltre l'ac- J/,!ff11J.i1,, · quisto· ali' ingrosso di materie prime e il commercio ali' ingrosso della nostra esportazione, con le grandi economie che amqedue rendono possibili, possono , essere organizzati nel!' ,interesse nazionale. Questa è la semplice lezione del– l'esperimento russo; ed è '!,na lezione il cui significato ha acquistato un rilievo decisivo per la nostra esperienza durante la guerra. , I /4 ut i'i I t f<Ll{ ~-i,:fl, In q~arto li.rogo, bisogna che lo_ st~o possegga e CO!)!r~l!!_} t~~sp2_rti ,il IJ .... _ t• '' ,,~ù~/ -) C!>mbuJtib!lj:\_e l'emi_rgi!_-~~f!ic_a. Ognuria di queste cose n'ella loro forma pre– (ld · 1 ' 1 (t / ;cii · sente è fonte di sperpero. Senza la _nazionalizzazione della marina non possiamo dare JJ. questo servizio ·uno svilup1:i'o adeguato agti ottin!i risultati che si pos– sono ottenere con un controllo statale sulle-importazioni ed esportazioni. Senza la nazionalizzazione delle ferro"ie e dei trasporti stradali non vi è soltanto uno sdoppiamento e una concorrenza non necessari; come mostra la storià delle loro relazioni, le po~sibilità dei traspl}rti su strada, specialmente per viaggi brevi, vengono sacrificate aUa pressione politica ·che possono eser~itare I.e ferrovie. 'Lasciare Ta,'iazione in Ijlano di privati, dopo la nostrà esperienza deJ tempo }i guerra, è evidentemente impossibile ; infatti, il problema eh~ si pone. è se sia consigliabile qualcosa di meno che un pieno controllo internazionale. L' alter– nativa è, quas,i ·certamente, un vasto sistema di suss1di , di imposte di guerra con ripercussioni non solo poco desiderabili ma 11nche pericolose. La naziona- BibliotecaGino Bianco

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