L’Acropoli - anno I - n. 1 - gennaio 1945

.. • 16 FRANCESCO FLORA sviluppo sempre pm vasto di gratuiti beni comuni, ottenuti col la– voro di tutti, ~all'altra la garènzia statale, ottenuta con. questo mezzo apparentemente indiretto ~ con altri mezzi piu precisi, quali le as- 1• sicurazioni e la pre;videnza, di un minimo biologico e sociale a cia– scun cittadino, affinché egli dignitosamente svolga la sua vita, libero • I dalla indigenza, secondo la formula oggi Corrente. Questo minimo gli esperti ot-mai traducono in termini ben precisi, e nell'accrescersi della produzione, e perciò di nuovi bisogni, cresce11à. Lo stato che chiéde per i suoi fini anche l'esistenza del singolo, deve a ciascuno garentire l'esistenza economica, che è a dire il fon– damento stessoo vitale. Di là da questa minima garenzia della comunità/ ai suoi parte– cipanti; che da essi trae la sua ragion d'essere, l'iniziativa del sin: golo non deve avere altro limite che l'interesse collettivo: resta - 1 tuttavia un campo apertissimo e direi infinito alla sua privata volontà di lavoro: · I · . . Soltanto per questa via di totale eguaglianza democratica, che non è, come si vedrà, un'eguaglianza matematica ma qualitativa, lo stato attuerà il suo. vero fine, consentendo cioè che ciascun individuo svolga la propria originalità d' uomo e collabori ali' universale ci;viltà. Si tratta insomma di riprendere, dopo l'esperienza del mat~ria– Iis,mo storico e la èritica che esso ha generato e la gigantesca prova dei Soviet, l'ideologia settecentesca delÌ'eguaglianza, nel suo nucleo vitale, liberandola dalle. pàrti caduche, 1 vivificandola coll'~pprofondì– mento che dell'ottocentesca idea liberale ha compiuto la piu recente critica politi.ca, soprattutto per opera del Croce. Se da un primitivo sta!o che può _esser detto comunistico, lo stato per· eccellenza come la santa chiesa primitiva, e che si ritmva nelle leggende di tutti i popoli, il legittimo svolgimento della varietà degli individui degenerò in un'offesa economica, politica e giuridica alla maggioranza dei conviventi, ia civiltà deve tendere a restaurare per vie riflesse mentali e morali, come in un ric~rso vièhiano, quella originaria unità e comunità: la sola che possa consentire nei limiti della libertà singola una èguale libertà politica a tutti. E oggi si pone la neces~ità di giung-ere 'gradualmente alla mas– sima comunione dei beni divisibili ricavati dalla terra è dal sotto– suolo, dal mare e dall'aria, per iniziativa dell'uomo:, comunione di .. Biti>lioteca Gino Bianco ' J

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