Acpol notizie - Anno II - n. 8 - Giugno 1970

■ nelle lotte di massa degli studenti universitari e medi; ■ nelle lotte sui problemi della "condizione operaia" fuori della fabbrica ( lotte di quartier~ per la casaed i servi_zi,per i trasporti pubblici collettivi gratuiti; per l'assistenza sanitaria, contro i prelievi fiscali, contro l'aumento dei prezzi, ecc.) A tale rinnovata coscienza e capacità di lotta dei lavoratori, il potere economico e politico dominante, fallita la mistificazione riformistica della risposta programmatoria, non ha saputo contrapporre che una "strategia" di repressione nei luoghi di lavoro e nella società civile, sul piano dell'ordine pubblico e dei procedimenti giudiziari. 5) L'istituzione della regione· L'istituzione della regione avrebbe dovuto essere , . . un occasione per creare un primo strumento di partecipazione dei lavoratori alla gestione del potere, attraverso una reale capacità di condizionare la vita economica delle campagne e dei grandi poli industriali, capacità che avrebbe dovuto trovare piena ed eguale volontà politica nel governo nazionale. In realtà le regioni stanno nascendo come strumento di u_na contraddizione del sistem·a, a livello politico rispondendo al tentativo delle forze politiche tradizionali di trovare nuovi sbocchi di potere e di sottogoverno, e di presentare alla masse nuovi 'miti essendo ormai incapaci di trovare un richiamo valid~ e credibile di fronte agli elettori nell'aperta discussione della politica interna e nel chiaro confronto della politica estera. In tale contesto i lavoratori delle ACLI guardano alla nascita della regione, così come all'ente locale che dovrebbe esserè un primo livello da usare per evidenziare i problemi reali dei lavoratori, soltanto come ad una nuova occasione per portare ad un livello superiore e più definito le lotte di base contro il sottosviluppo, l'emigrazione, la disoccupazione, lo sfruttamento, la subordinazi·one e l'alienazione nelle c~mpa~ne, nelle f~bbriche, nelle città, in una prospettiva d1 potere a1 lavoratori, nella consapevolezza, però, che a tale livello i problemi nodali della condizione di sfruttamento dei lavoratori non potranno essereefficacemente affrontati se non con radica li modifiche strutturali e di potere a livello nazionale, mentre le forze politiche dominanti - sotto il Biti ioteca Gino_Bianco pretesto di falsi "interessi unitari regionali" - tentano di esimersi dalle drastiche scelte riguardanti gli squi- -libri territoriali e settoriali, e tentano di mascherare le contraddizioni di classedella società italiana. In ogni caso la regione veneta, data l'attuale impossibilità di una alternativa politica organizzata, si troverà -ad esseregestita dalle stesseforze politiche ed economiche che sino ad ora anche nel primo awio della prog~arrlmazione regionale, hanno ampiamente dimostrato di non voler, neppure in tale ambito, fare le necessarie scelte politiche a favore dei lavoratori che richiedono la rinuncia a posizioni di potere, al la qifesa di interessi localistici e provinciali, e la lotta ·contro gli interessi padronali. In tale contesto le ACLI venete individuano fin d'ora nei gestori dell'ente regionale una controparte politica con la quale si confronteranno sui principali problemi politici posti dalla istituzione della regione; rivendicazione, assunzione, e gestione pubblica e democratica, aperta al confronto con tutte le forze sociali di poteri attualmente gestiti dal governo nazional~ (urbanistica, pianificazione, agricoltura, lavori pubblici, trasporti, edilizia, assistenza sanitaria, istruzione, turismo e tempo libero, ecc.); gestione regionale pubblica e democratica di strumenti esistenti da ristrutturare (Ente per le Tre Venezie) o nuovi da creare (finanziaria); individuazione regionale unitaria dei problemi strutturali e metodo delle scelte che permetta non il mascheramento e la mediazione ma .f evidenziazione pubblica delle contraddizioni di potere economico, politico e degli interessi provinciali e locali. Nell'ambito delle competenze dell'Ente regione, alcuni settori, come l'istruzione professionale e il tempo libero, devono rimanere aperti alla gestione delle organizzazioni dei lavoratori. Le ACLI venete, in continuo collegamento con i movimenti di base nel Veneto e nel paese, lotteranno anche a livello regionale contro l'emigrazione_, la disoccupazione e la sottoccupazione, per lo sviluppo reale, per una condizione economica, sociale, civile e politica dei lavoratori nelle campagne, nelle fabbriche, nelle città radicalmente diverse, individuando sempre, del resto, la dimensione nazionale e internazionale dei problemi~nodali relativi alle radici strutturali dello sfruttamento e alla mancanza di potere dei lavoratori.

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