Acpol notizie - Anno II - n. 7 - Maggio 1970

pace di prospettare e quindi di realizzare strategie alternative. A confortare questa tesi è sufficiente una sintetica analisi delle vicende politiche che dall'estate scorsa ad oggi hanno visto un succedersi di sconfitte di tutti i ·momenti anche parzialmente innovativi, con un conseguente spostamento dell'intero asse politico-partitico su basi p'iù·moderate e conservatrici. Questo vale all'interno della O.C. dove la cosiddetta strategia della nuova maggioranza che·avrebbe dovuto . .portare Moro e le sinistre al controllo del potere per una diversa politica del partito è stata sconfitta dapprima in sede congressuale; poi, con- la scissione socialdemocratica, a livello di nuove prospettive governative; successivamente, con la caduta della segreteria• Piccoli e. lo scioglimento della corrente dorotea, è stata nuovamente ·sconfitta grazie al gioco trasformistico che ha portato nominalmente a sinistra Colombo e . Andreotti ad ·appoggiare la segreteria Forlan i; infine, durante l'ultima crisi di governo, quando Moro hà dovuto rinunciare a portare avanti l'incarico di .sondaggio. conferitogli, sia pure per la realiz'zaz·iòoedi un governo quadripartito. E' ·recente, infine, la proposta Taviani (a nome evidentemente della maggioranza) di realizzare uria accentuata centralizzazione del partito, eleggendone gli organi con i I sistema maggioritario anzichè con quello proporzionale che ancora lasciava uno spazio di incisività a_dipotesi di dissenso interno.· LA .RINUNCIA OEt. P.C.I. . Contemporaneamente· il P.C.I., vuoi per l'irrigidi-- mento del campo comunista internazionale, vuoi per la progressiva attenuazione delle spinte e delle sollecitazioni espressedal Congrèsso di Bologna, chiudeva ogni disponibilità ad una strategia di movimento che, coinvolgendolo, rendesse attuale la prospettiva di una ristrutturazione della sinistra in cui tutte le componenti avessero a misurarsi ·con la nuova ,realtà di classe che le lotte dell'autunno avevano evidenziato. 11segno di questo irrigidimento era già visibile con la radiazione da partito del gruppo del Manifesto; quella scelta era coerente ad una strategia politica in cui era rifiutata ogni disponibilità del P.C.I. ad un confronto aperto con il movimento di classe e con le altre orgaJ;}zzazioni della sinistra ed era invece ribadita una chiusura che potenziasse il momento burocratico della organizzazione, un rapporto strumentale con le altre forze, e la consumazione elettoralistica dei conflitti che si andavano moltip.lican.do nella società. Questa strategia, evidentemente non funzionale a fondare alternative politiche, ha come suo unico sbocco nel breve periodo la conquista di Bib 1otecaGino B anco qualche maggioranza regionale e, nel medio termine, l'incontro con la O.C. nell'area di governo. Organiche a questi obiettivi sono state le altre scelte tattiche: dapprima si puntava sulla ipotesi di una nuova maggioranza nella O.C., poi su un governo bicolore O.C. - P.S.L, e ancora su un quadripartito presieduto da Moro, infine su un quadripartito che facesse le • regioni. Questa strategia, dunque, preannunciata da Amendola, non consente .spazio e momenti di scontro frontale con la D.C.: così•anche il Partito Comunista . si è piegato allo .stato di necessità che il ricatto socialdemocratico aveva aperto, espresso con la formula, o si fa il governo quadripartito o· si va alle elezioni politiche anticipate, e pur di impedire lo scontro il P.C.I. ha accettato il quadriparti.to, ha rinunciato persino al vantaggio che gli sarebbe venuto da· elezioni politiche svç>lte in un 'cl ima.~di guerra fredda se non di guerra di' rei igiene. 11 P.S. I., cui la scissione socialdemocratica aveva aperto una occasione storica per ricollegarsi al movimento di classe, ha rinunciato credo definitivamente a questa prospettiva, piegandosi da un lato alle sue non cristalline esigenze di governo ed al ricatto socialdemocratico, dall'altro· ai condizionamenti che la strategia del P.C.I. riversava_su tutta l'area socialista. Questa rinuncia credo possa segnare la potenziale scomparsa di qualsiasi ruolo del P.S.I.. nella politica italiana; così come la incapacità dello P.S.1.U,P. di inventare e -la impossibilità di- gestire da solo una diversa Iinea strategica, aggrava i I sacrificio del le forze socialiste sull'altare della grande coalizione. Tutta. questa dinamica ha confermato in modo drastico, soprattutto se confrontata con le caratteri- . stiche delle lotte autunnali, la divergenza della linea di ·tendenza del sistema partitico dalle linee di tendenza è:Jelmovimento di classe in Italia. In nessun momento infatti, le forze partitiche hanno fermato la loro attenzione non strumentale sul significato di uno scontro di cui erano stati protagonisti milioni di lavoratori con una coscienza, una determinazione, una partecipazione ed una maturazione politica che ampliavano i confini della classe disponibile per alternative re_alisino a comprendere categorie e strati sociali che sino a· ieri erano solo oggettivamente, in quanto sfruttati e subalterni, ·componenti del movimento operaio. Le citate esigenze partitiche hànno anche tentato di frenare Ì'avanzata di quel processo sindacale unitario che dalle lotte e dalla accresciuta consapevolezza politica dei lavoratori investiva. l'organizzazione sindacale nel suo complesso_ in urio sforzo di riapproprìazione decisionale che è la condizione essenziale per fare l'unità del sindacato dei lavoratori e non la federazione dei compromessi, delle mediazioni, al più basso livello di tensia.ne politica. 7

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==