Acpol notizie - Anno II - n. 5 - Marzo 1970

Questa presa di coscienza anticapitalista sottolinea la funzione autonoma del sindacato, che elabora le sue scelte rivendicative sulla base di un riferimento diretto con la condizione operaia, con le sue esigenze e le sue spinte, senza introdurre limiti o parametri esterni alla sua azione. E' in questa cornice che vanno considerati i processi di autonomia e di ·democrazia dal basso, come momenti fondamentali nella direzione delle lotte che hanno costituito le caratteristiche più nuove e p~sitive emerse, fra molte contraddizioni e ritardi, nel sindacalismo italiano. Per altri, invece, la coscienza di classe delle masse aveva una valenza socialista per cui il comportamento sindacale, agendo in term_ini i~tituzionali e _ci<?~ all'interno delle regole del gioco, e stato uno dei p1u rilevanti freni all'aijargamento di questa presa di coscienza e quindi al la possibilità di una crescita rivoluzionaria della classe op~raia. Questa presa di posizione del sindacato è app~rsa essere dettata r:>iù che da una esigenza strategica, da una effettiva subordinazione, che ancora esiste, nonostante gli atti di autonomia che si sono esplicitati, nei confronti dei partiti politici. Ciò ha oggettivamente !mpedito al sindacato di giocare un proprio ruolo d1 strumento pér la lotta di classe e ha posto, con la conclusio~e delle lotte e con la firma dei contratti, delle serie ipoteche per la continuazione stessadella lotta. Per quello che riguarda l'attuale fase economico-sociale essa è stata vista come caratterizzata da una violenta controffensiva padronale, che cerca di riassorbire attraverso una manovra di politica economica le conquiste sindacali e di ristabilire l'autorità nella fabbrica e nella società attraverso la repressione. 11punto cruciale del l'attacco è comunque condotto a livello di struttura economica, attraverso l'intensificazione di tutti i processi di ristrutturazione e di riorganizzazione aziendale, che tende ad intensificare i ritmi di lavoro a mantenere e sviluppare il tasso di , . disoccupazione, ad estendere il peso dell~ gran~, concentrazioni capitalistiche. Di questo disegno 11 governo quadripartito viene ad essere uno strumento poi itico. . . Rispetto a questa linea padronale sono emerse diverse indicazioni. Secondo alcuni, una prima risposta va data a livello sindacale, sia nella fase di( applicazione dei contratti, specie sul tema cruciale della riduzione dell'orario di lavoro, sia in una ripresa della contrattazione articolata che si contrapponga alle ristrutturazioni aziendali, sia nello sviluppo dell'azione per le riforme sociali. Quest'ultimo punto è considerato decisivo per assicurare la continuità e l'estensione del movimento e insieme per dislocare a Iivel lo di società e non solo di fabbrica i rapporti di reddito e di potere. Su questo piano sono stati idenJificat_i _anc_he preoccupanti ritardi di elaborazione e_d1 ~ob_ll1taz1_0: ne, oltre a resistenze politiche provenienti dai settori Bib ioteca G no Bianco del lo schieramento sindacale. Per questo è stata sottolineata l'esigenza di una sollecita ripresa del movimento e insieme una accelerazione di tutto il processo unitario, che deve trovare _n~idelegati _u!litari di reparto e di linea eletti da tutti I lavoratori 11suo punto di partenza che coinvolga tutte le strutture sindacali, ·modificandole e rinnovandole profondamente. Ma la risposta al la controffensiva padronale non va lasciata ai sindacati, bensì richiede un più generale e complessivo impegno delle forze politiche. C'è l'esigenza di operare una saldatura fra lotte sociali e lotte poi iti che, non già attraverso una linea fondata sulla proposizione di una tematica consiliare, ma attraverso un impegno poi itico reale che, partendo dal la solidarietà con le lotte operaie, in un certo senso -la superi, avviando un processo di ristrutturazione della sinistra in cui il PCI, il PSI e il PSIUP siano capaci di rimettere in discussione la l~ro struttura, di aprirsi ad un confronto e ad un contributo reale con le forze nuove emerse nel le lotte e ad arrivare a forme nuove e più avanzate di unità. Siccome _il t~nta_tivo capitalistico è quello di operare una d1vancaz1o~e profonda fra il poi itic? e i I so_ciale,fra l_e_lotte_operaie e la battaglia politica, 11compito della sinistra e invece quello di ristabilire questa connessione. L' ACPO L può svolgere una funzione assai importante in questa direzione, applicando le sue ener~i~ ne~ tentativo di operare un superamento delle trad1z1onal1 divisioni della sinistra "storica", di effettuare nuove forme di sperimentazione e di aggregazione nella società di esserepunto di riferimento per un confronto co~ le nuove energie, esterne agli schieramenti tradizionali, emersi nelle lotte. Altri non sono d'accordo su questa prospettiva, primo perchè essa vede una delega del partito al ~i_ndacato nel promuovere e nel gestire delle lotte P?l1t1c~e per le riforme, che il partito ·si riserverebbe d1 gestire sul piano strettamente parlamentare; cioè _il ~ind~cat~ finirebbe per esercitare una funzione d1 cinghia d1 trasmissione alla rovescia rispetto ai termini tradizionali di questo concetto. Poi perchè, per far passare una politica di riforme, soprattutto di riforme rivoluzionarie occorrono anche delle possibilità di conver- .genze p~litiche che rendano possi~i~e l'a_ttuazione d_i dette riforme; oggi il quadro pol1t1co e tale che e impensabile che questa prospettiva sia considerata verosimile. Occorre quindi iniziare una azione politica che sia tutta funzionale al.la classe, cioè capace di fare crescere la coscienza di classe in masse sempre più vaste e di creare degli strumenti di nuova democrazia nel la fabbrica gestiti dalla stessa classe operaia, realizzando al contempo delle forme di nuove alleanze con tutta una serie di quadri che oggi subiscono un 11-

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