Acpol notizie - Anno II - n. 5 - Marzo 1970

10 governo, favorisca la tendenza che mira a congelare il movimento della società italiana iniziatosi con le lotte sindacali. Non è possibile, ad esempio, isolare il fenomeno della fuga dei capitali: a) dalla incapacità della politiéa governativa di creare condizioni per un adeguato sviluppo economico-tecnico soprattutto nei settori non ancora dominati dalla grande impresa monopolistica di grado di garantire una elevata produttività del lavoro ed un alto livello di occupazione produttiva. b) dalla responsabilità dell'autorità monetaria che ha consentito che gran parte del sistema bancario favorisse la speculazione privata realizzata con l'esportazione dei capitali anche oltre i limiti della prassi ritenuta lecita negli stessi paesi capitalistici avanzati. Si ritiene evidente che sia in atto una politica laquale, con argomentazioni che, anche nel contesto dei problemi tecnici appaiono inaccettabili, mira a favorire i grar:,di complessi, aggravando in misura maggiore i costi delle piccole e ·medie imprese (per le quali l'aumento del saggio di interesse ha un rilievo non trascurabile) e porta ad . una restrizione. creditizia suscettibile di generare una fase di recessione con cospicui fenomeni di disoccupazione: il processo di concentrazione dei capitali subirà così una particolare accentuazione. Si delinea in tal modo una linea politica la quale risponde al clima che si va determinando nella classe capitalistica italiana in gran parte preoccupata di "dare una lezione ai sindacati" e di bloccare la presa di coscienza politica dei problemi dalla società italiana da parte della classe operaia. Le vicende poi iti che ( in particolare la frattura del PSI) appaiono riflettere gli accennati orientamenti del padronato; orientamenti ancora contrastati -da alcuni gruppi i quali sperano possa riuscire il tentativo, di più lungo periodo, di integrare nel sistema le forze autenticamente di sinistra ed i sindacati ··svuotando di contenuto le spinte di partecipazione e di potere emerse dalle lotte operaie. Si considera pericolo5o ogni atteggiamento di attendismo di fronte al pericolo della politica di recessione con la disoccupazione che comporta e della grave erosione degli aumenti salariali attraverso gli aumenti di prezzo. Non basta prepararsi a reagire alle vicende quando muteranno: occorre procedere ad una documentata contestazione della politica governativa ed a una mobilitazione delle forze di sinistra per una politica nuova. Le forze sindacali e politiche, così esprimendo la loro creatività politica; potranno realizzare il loro ruolo dialettico anticipatore rispetto al cambiamento del sistema, avviando concretamente un P.r. cess-~adi i t t ts.r~:f oe della sinistra italiana. Per quanto riguarda la linea di politica economica che i - sindacati e le forze di sinistra debbono proporre e realizzare si ritiene che: ■ si debba respingere una politica che preoccupata più o meno consapevolmente di mantenere l'attuale struttura, si limiti a considerare i soli aspetti tecnici di br~ve periodo; e a valutare le varie alternative di intervento sulla base del criterio di efficienza ( in senso economicistico di b~eve periodo). ■ non è sufficiente proporre una poi itica monetaria e finanziaria alternativa a quella oggi perseguita: non è più possibile ignorare l'esigenza divenuta urgente e drammatica di apprestare alcuni strumenti (ai quali si farà cenno più avanti) . per superare i limiti per cui oggi è possibile soltanto porre -in essere una politica monetaria e creditizia ed eventualmente procedere a ritocchi delle imposte con effetti che appaiono rilevanti più al fine di contenere lo sviluppo della domanda per evitare surriscaldamenti dell'economia o difficoltà alla bilancia dei pagamenti che a quello di stimolare la ripresa. ■ il superamento delle limitate possibilità dell'attuale politica economica non si ottiene con dichiarazioni verbali di "ripresa della programmazione economica": nell'attuale situazione tale ripresa significa soltanto svolgimento di altri studi e proposte che non· potranno avere alcun effetto pratico suIla poi itica perseguita anche se a di rigere il dicastero del bilancio, privo di ogni effettivo · potere, sarà mandato un uomo della "sinistra" governativa; ■ per il successo della linea di politica nuova occorre che si consolidi e si estenda la coscienza di classe dei lavoratori; d'altro canto l'affermarsi · della linea politica nuova potrà contribuire, in un processo storico dialettico, a rafforzare la coscienza politica consentendo nuove prospettive di sviluppo sociale. Gravi condizionamenti derivano alla impostazione di una linea di pòlitica economica i_nterna dalle relazioni internazionali; soprattutto, - ma non solo! - in conseguenza delli modalità particolari con cui si sviluppa l'economia americàna. L'impostazione di una linea di politica economica nuova comporta quindi una revisione della nostra politica estera: in particolare è necessario che il governo prenda alcune iniziative autonome in campo internazionale, ad esempio, per risolvere i problemi della liquidità internazionale; alcune indicazioni che erano già state prospettate dovrebbero essere riprese dall'autorità monetaria e dal Governo proprio nel GOntesto delle nuove prospettive che si aprono all'economia italiana.

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