Acpol notizie - Anno II - n. 5 - Marzo 1970

tori. lo credo che col tempo sorgeranno nuove forme sociali, forme che ammetteranno la libera discussione come anche l'errore. Esse non potranno essere inventate a tavolino. Nasceranno dalla prassi che dovrà essere semp_remeditata, sempre sperimentata e poi ridotta a conclusioni teoriche. Già oggi esistono nuove forme di rapporti internazionali tra uomini di tendenza progressista e gruppi di tendenze oltremodo distanti. I miei amici ed io ad esempio possiamo conversare apertamente con un giovane gesuita progressista o con un domenicano più che .con un comunista dogmatico. Sono cadute le antiche barriere dell'incomprensione, l'antico vocabolario va gradualmente svuotandosi di significato. · Se intenderemo il significato della lotta tra socialismo e capitalismo alla maniera dei capi sovietici (Chi ha i prodotti migliori? Dove il lavoro è più produttivo? Dove si produce di più? ) la lotta verrà vinta dal capitalismo. Questa lotta invece va combattuta come è stato fatto in Cecoslovacchia: lotta fra la felicità e l'infelicità degli uomini (Dove esiste più libertà? Dove hanno maggiore possibilità di progredire le capacità dell'uomo? ), lotta tra il prinèipio del rendimento - che mira solo all'aumento della produzione - e il principio che l'uomo è più importante del prodotto. E in questa lotta il socialismo sarebbe parzialmente il più forte. Ma di questo finora non esistono prove storiche. Sono convinto che un simile modello di socialismo sarebbe potuto nascere - naturalmente con grandi sforzi - in Cecoslovacchia. I segni lasciati dagli avvenimenti cecoslovacchi sono entrati profondamente in tutti i paesi orientali e hanno provocato qualcosa. Potrei fare, per mia diretta esperienza o per quella dei miei amici, il nome di molte persone di varia provenienza ed estrazione sociale che sono state profondamente influenzate da Praga. In Praga avevano trovato la speranza che il vero socialismo è possibile. · Hanno trovato il coraggio di porsi, in condizioni difficilissime, all'opposizione, di organizzare un modo di lavoro illegale ... Certo sono solo" piccoli gruppi, come ad esempio in Polonia .... Non mi aspetto che dai paesi orientali vengano nuovi impulsi alla lotta. Oggi questa è piuttosto una BibliotecaGino Bianco responsabilità, un dovere morale e storico non solo dei comunisti occidentali ma di tutti quelli che in occidente si sentono socialisti, credono nel socialismo. Oggi i popoli del blocco orientale aspettano la nostra parola. Non è un caso che tutto questo sia cominciato in Cecoslovacchia. Era la terra più progredita del blocco ·orientale. Ma è successo anche perchè i cechi avevano una grande tradizione democratica. La storia e la tradizione di un popolo hanno .un ruolo importante nella strada al socialismo. I marxisti di seconda mano molto spesso sottovalutano questo. In Russia, oggi, sopravvive sotto nuove forme socio-produttive la vecchia Russia zarista: è questa la terribile tradizione di una terra che non ha avuto Rinascimento, che non ha avuto una classe borghese, e ha avuto, per contro, 300 anni di giogo tartaro. Noi occidentali abbiamo il vantaggio di una tradizione di libertà che in Russia è assai poco evoluta. Questa tradizione è contagiosa in occidente e può diventare - come vediamo ad esempio all'interno della chiesa - una f9rza rivoluzionaria. Ma non · escludo che anche in oriente abbia un sicuro influsso sui giovani l'ideale del socialismo, pur degenerato in vuote parole: ideale che può portare - così come è successo anche in Cecoslovacchia - la gente a dire: "Sì, a scuola ce lo hanno insegnato così, ma qui, intorno a noi, non vediamo nulla di quello che abbiamo imparato". Non a caso i giovani respingono così risolutamente la linea dogmatica del partito: perchè per loro l'Un ione Sovietica non significa assolutamente tutto quello che ha significato per noi; e questo, aggiungo io, sotto sotto, nell'animo, serve a qualcosa. Se Breznev dice qualcosa, nessuno crede nemmeno ad una sua parola. E quel li che ripetono le sue parole mentono coscientemente. E quelli che ascoltano sanno che si tratta di menzogne. E' questa la grande differenza tra una "prima "e le repliche. La prima volta funziona, la prima volta si è pronti a collaborare, in buona fede, anche ad azioni terribili. Ma non la seconda. t ERNST~ISCHER (Il popolo 5-3-70)

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