L'ORA ROVENTI ACCUSE DI UN ESPONENTE CAT:fOLICO ALLA DEMOCRAZIA CRISTIANA « CRISTO NON STA DALLA VOSTRA PARTE » In poche cartelle dattiloscritte una spietata diagnosi sulla classe dirigente della DC siciliana. Ne è autore il dottor Raimondo Mignosi che in una lettera inviata all'on. Fasino "da cattolico a cattolico" conclude affermando che Cristo non sta dalla parte della DC. E' la stessa amara costatazione ormai comune a moltissimi cattolici i quali, per vivere intensamente il loro impegno sono costretti ad abbandonare la DC rivendicando libertà di giudizio e di azione, e indirizzando le loro migliori energie nella ricerca di nuov~ forme di partecipazione e di impegno. · E' il caso del dott. Mignosi serio e competente funzionario della Regione, responsabile dersettore stampa della Presidenza delle ACL/, pubblicista. E' quel funzionario che condusse con coraggio l'inchiesta regionale sulla frana di Agrigento, mettendo in evidenza le precise responsabilità della DC. nel sacco edilizio della città. Siciliano, 41 anni, figlio di un magistrato e nipote dello scrittore cattolico Pietro Mignosi, è laureato in giurisprudenza. Di notevole interesse le sue posizioni riportate da L'ORA in una inchiesta del nostro Farine/la sulle influenze dello spirito conciliare nella comunità ecclesiastica siciliana, di cui le attuali posizioni appaiono come uno sviluppo conseguente. On. Prof. ·MARIO FASI NO Presidentedella RegioneSiciliana PALERMO Caro Presidente, se Ti scrivo, non è per l'occasione di un mio caso personale, nè per angustiarTi · inutilmente con l'espressione della mia amarezza: sai bene che per me, al di là di ogni vittimismo, essere oggetto di persecuzione è un dato coscientemente previsto da· tempo, quando sono stato costretto a scegliere ,!fra il "successo" seminato di compromesso e il "fallimento sociale" prodotto inevitabile di una testimonianza resa alla giustizia e alla verità. Ma è per chiarire a me stesso - e lo dico a Te nel ricordo del nostro trascorso giovanile quando entrambi credevamo sinceramente nella possibilità di un ordinamento civile fondato sulla parola di Cristo, oggi, che sei al vertice di una istituzione pubblica dalle potenzialità. più significative e sprecate - ed anche, se permetti per chiarirlo a Te, il cui successo sociale Ti rivela assai distante dall'area della verità e della giustizia, che società è mai questa; che politica, che costume che ideologia, nella quale viviamo in questa Regione. Tu la riconosci e l'accetti. Non puoi negarlo perchè appartieni alla classe che l'ha costruita e che oggi la conserva. Chi per sofferta consapevolezza sj avvede come questo vostro sistema sociale non consente alcuno spazio alla partecipazione civile di quelle componenti umane che vivono onestamente sul lavoro, B wlioteca Gino Bianco ha già raccolto il frutto dell'albero del bene e del male, e si è condannato: la Sicilia "legale" non consente l'acquisizione di una coscienza: respinge, isola, abbatte, infierisce, distrugge al semplice affiorare della dinamica spirituale della riflessione. Eppure la riflessione di molti siciliani liberi vi ha consentito · per anni, per troppo tempo ormai, di incastellare privilegi e di lucrare sordidamente nella ottusa opera di devastazione che avete condotto sulle struttur_e di un ordinamento al quale erano appese le speranze di rinnovamento in senso sociale e cristiano de.Ila povera gente: l'autonomia. Quella riflessione che per venti anni e più vi ha fatto credito di assurde capacità di rinnovamento ormai è maturata nella coscienza dei lavoratori cattolici e laici, nella conclusione di una condanna per la vostra insipiente politica di miseria e di sopraffazione, di sperpero e di mafia, di distruzione del tessuto sociale e dello stesso significato elementare del pubblico servizio. Avevamo creduto che la molteplicità dei ruoli assegnati dalla provvidenza alla vocazione di ciascuno di noi (quanti fermenti nel "mondo cattolico" del dopoguerra! era la Tua ·generazione, ricordi?) ci richiedesse di contribuire separatamente, ciascuno nel suo "stato" alla costruzione di una società cristiana. Ed ognuno si impegnò alla testimonianza nella propria vita di lavoro, affidando a voi che vi dedicaste alla politica, il comune messaggio, la fede comune nella visione di una Regione concepita come strumento di elevazione di quei valori cristiani che sono il fondamento di ogni progresso materiale e spirituale della comunità. Non ci siamo tirati indietro, non vi abbiamo lasciato soli; credevamo di potere affiancare la vostra azione poi itica con il risvolto della nostra azione professionale, affermando nel lavoro quegli stessi principi di vita cristiana che ci attendevamo di vedere affermati anche da voi nel ruolo che avevate presunto di potere esercitare. E invece ci avete traditi , e avete rinnegato la nostra scottante sofferenza quotidiana, come Pietro prima del canto del gallo. Ora il gallo canta anche per voi, per rilevare a voi stessi che, con la fede comune, avete tradito le più elementari aspettative dei siciliani. Non dirmi.che la politica è "l'arte del possibile" perchè è vero anche che la fede è "l'arte" dell'impossibile. E chi rinuncia in partenza a quegli obbiettivi che, spesso per dappochezza o pusillanimità, ritiene impossibili, mostra di non avere ideale alcuno. Nessuno, certo, pretende miracoli, ma almeno un minimo di rispetto per quei valori di onestà, di giustizia, di chiarezza cui molti di noi credono ancora malgrado lo scetticismo e l'irrisione che sono i prodotti di 'questo vostro regime di malcostume. Un regime che soffoca chi ritiene di dovere affermare quei valori, senza neppure la pretesa di voler contribuire alla edificazione di una società migliore, ma solo per coerenza ai prinèipii in cui crede. O forse l'ostracismo non è neppure motivato sulla qualità dell'apporto personale, ma semplièemente sul fatto che un tale apporto sia reso al _di fuori della sede in cui solamente si riconosce tutta la legittimazione al pensiero, al dire e al fare in termini politici: lo squallido agone dei partiti?
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