Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

anticapitaliste, oggettivamente di classe. La proposta che Labor ha fatto al Co·nsiglio generale aclista del 15 - 1.6 febbraio scorso, è stata molto chiara: sua personale uscita dal m✓ovimento; avvio di nuove esperienze come riflesso della li}\JOVa"dom~nda poi itica" che nasce dal la società civile e cui non riescono a dare risposta "i tradizionali canali politici e partitici". In sostanza Labor ha annunciato - anché espi icitamente, nella replica a Vittorino Colombo che. lo aveva provocato nel corso del dibattito - . ·la nascita dell' ACPOL. "agenzia culturale politica", che ha la ambizione di fare da collettore di tutte le forze. "escluse" dai partiti tradizionali. Un"'agenzia" che punta a presentare liste e uomini propri, per cominciare, alle prossime elezioni amministrative e regionali di autunno .. Ha detto Labor: "Ecco il mio pensiero: prima dibattiamo con tutti i lavoratori e tutto il popolo; poi presentiamo, ciascuno ai partiti in cui crede, la piattaforma e gli uomini di cui ha parlato; infine, se il dialogo non avviene e non si conclude, presentino i lavoratori liste di tipo nuovo, espressione dei "lavoratori"". Un programma preciso. Parallelamente Labor .propone che le ACLI continuino nella loro azione "educativa e sociale" e riserva a esse un ruolo di. "animàzione e testimonianza cristiana", di "azione pedagogica nei confronti dei lavoratori". Inevitabile il sospetto, espresso da Vittorino Colombo: nei confronti dell' ACPOL e del suo . collocamento nello schieramento politico come forza pre - politica e insieme meta - politica, che ruolo finiranno per assumere le ACLI? Quello dei portatori d'acqua? Saranno solo il "secondo binario" del lavoro che "Labor va a fare altrove"? Labor ha risposto sbrigativamente a questi interrogativi. Ha detto che la sua ACPOL non avrà nulla a che spartire, in quanto tale, nè con il movimento cattolico nè, tantomeno, con la gerarchia. ecclesiastica e sarà "movimento politico dei lavoratori" non conf.essionale e non puramente sociale. E' come se, insomma, Labor pensasse alle ACLI come al naturale serbatoio sociale di forze vive che si riconoscono politicamente nell'ACPOL ove si incontrano - nel momento della·sinte~i politica - con forze anche non cattoliche, impegnate a· tradurre l'esperienza di base, l'esperienza sociale tanto ricca in questa fase storica europea, in termini politici, radicalmente contestativi del sistema capitalista e dei suoi meccanismi di sviluppo e di funzionamento. Francamente ci sembra ambizioso un disegno di questo_genere che parte dal frettoloso presupposto che a sinistra esista il vuoto politico. E' proprio Labor infatti che nella sua relazione afferma, a proposito del primo cimento che sta davanti alla sua ACPOL, e cioè alle elezioni amministrative, che "sono escluse comunque, a livello locale, alleanze con il PCI". E'. un po' .difficile pretendere di fondare - e così è al di là del linguaggio reticente e mascherato - una sorta di nuovo partito rivoluzionario, rifiutandosi poi di attraversare il passaggio obbligato di una analisi marxista del la società e respingendo come "vecchi" e "superati~_;.non solo il PSI ma il PCI che - lo ha ricorda_~o Vittorino Colombo, dalla sua posizione di destra in seno alle ACLI - "rappresenta pur sempre ben otto milioni di autentici lavoratori". Detto questo con piena franchezza, va aggiunto che l'iniziativa di Labor si pone indubbiamente sulla scena ·politica italiana come un fatto di grande interesse e di netta novità. Labor lascia oggi le ACLI sottratte al ricatto elettorale dei dorotei B bcle o ·sti n: dii ·'ùor • i~irac; r; lascia un movimento che si va· facendo le ossa da qualche anno nei picchetti davanti alle fabbriche in sciopero nelle campagne e negli scontri con la ·polizia insieme a operai e a studenti. Lascia cioè un movimento vivo e va a compiere un'impresa che - al di là di certe enunciazioni un po' illuministiche - è ricca di potenzialità utili per tutta la sinistra marxista e democratica. La sua ambizione_ è ·quella di riempire un posto lasciato scoperto· in buona parte dal PSI dopo l'unificazione socialdemocratica (come è stato _detto dai progettatori dell' ACPOL). Labor enuncia esplicitamente questo scopo della sua iniziativa. Certo il suo compito non sarà facile. Il primo assaggio delle difficoltà in vista si ebbe già a Viareggio, quando al Congresso di Gioventù aclista, una fresca pattuglia di giovani riuniti intorno a Scheggi, cercò di sfondare la porta del movimento ancora · incrostato. di ruggine confessionale. I giovani furono dura men-· te battuti (grazie a un pesante intervento sacerdotale) e lo stesso Labor - accusando il colpo e cogliendo l'avvertimento ecclesiastico - ha dovuto poi rilanciare artificiosamente tutta la tematica apostolica e religiosa delle ACLI che è abbastanza incoerente rispetto al nuovo ruolo sociale - sindacale che a esse egli vuole affidare. Se Labor riuscirà nella sua doppia impresa (rilancio delle ACLI e fondazione dell' ACPOL), potremo dire che lui per _primo avrà vinto una battaglia senza precedenti in questo dopoguerra: rompere l'unanimità fittizia dei e.attoIici intorno al la DC; sfidare concretamente la gerarchfa ecclesiastic.a sul terreno di una effettiva applicazione delle linee uscite dal Concilio; creare un nuovo e autorevole interlocutore operaio e giovane per tutto lo schieramento marxista.' Se questo avverrà còn le'"nuove" ACLI e con I' ACPOL - al di là di immagini e suggestioni super - politiche o pan - politiche, troppo fantasiose - sarà già molto. (19 febbraio 1969) Dopo il consiglionazionale delle ACLI APPREZZAMENTO DI LOMBARDI PER L'INIZIATIVA DI LABOR l)go Baduel In una sua dichiarazione il compagno Riccardo Lombardi ha affermato che "i risultati del Consiglio nazionale delle ACLI del 15 e 16 febbraio e soprattutto le dichiarazioni conclusive del presidente Labor segnano una tappa di grande importanza nel processo di scioglimento dei nodi dell'interclassismo cattolico: è questo un passaggio importante dall'impegno prettamente sociale al Iibero esercizio del la attività politica. Si tratta, se il processo avrà pieno compimento, di un salto qualitativo soprattutto sotto· il profilo di una concreta e democratica ristrutturazione del la sinistra italiana. L'esigenza di un aperto confronto (e non soltanto del consueto colloquio) fra le forze partitiche ed extrapartitiche disponibili per la ·creazione di nuovi rapporti sia nella società civile che nella società poi itica è fortemente sentita in una situazione caratterizzata da una .crescente sproporzion~ fra. il dinamismo della società e quello dei partiti". Lombardi aggiunge che "una delle sedi in cui tale confronto può assumere continuità e concretezza può essere indubbiamente l'associazione di cultura politica sulla cui creazione sono da tempo in corso scambi di idee· e di proposte ai quali parecchi di noi hanno partecipato. Peraltro tale processo può trovare sedi differenziate ma non 5

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