Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

Da questi interrogativi, in sostanza, è· nata l'iniziativa del1'ACPOL (Associazione di cultura politica) di convocare a Roma in questi giorni un convegno di studio dal titolo: "Le regioni di fronte alla crisi del sistema politico italiano". Dalle quattro relazioni che punteggiano le tre giornate di lavori (da ieri l'altro sera e questa mattina) emerge un giudizio nettamente critico sul modo in cui le regioni nascono finalmente in Italia. Questo giuqizio è stato sinteticamente preannunciato da Riccardo Lombardi che - nell'aprire i lavori - ha detto che "le regioni arrivano con 21 anni di ritardo e quindi sono come un bambino che nasce da genitori, troppo vecchi e eredita- la sclerosi di chi lo ha generato". Ercole Bonacina svolgendo nella serata di ieri l'altro la relazione introduttiva, -ha confermato questo giudizio. Le regioni nascono male, da una visione stantia della classe dirigente che - decidendosi finalmente a attuare l'istituto costituzionale - si è preoccupata soltanto di svuotarle quanto più possibile di contenuti democratici innovatori. Bonacina ha detto che sulla base della imperfettissima legge istitutiva che si sta discutendo in Parlamento, le disfunzioni burocratiche e le tensioni non diminuiranno ma aumenteranno inizialmente: ciò comunque è un bene, P.erchè servirà a accelerare la spinta - che deve vedere unite t~tte le sinistre - per caratterizzare in senso democratico l'istituto. Assai chiara la parte della relazione di Bonacina circa la "crisi politica del sistema": non crisi - ha detto - del sistema costituzionale, mai attuato pienamente nella lettera e nello spirito, ma deterioramento di alcune forze politiche, minaccia grave da parte di quelle forze e spinte autoritarie pericolose. Certe spiegazioni della crisi del sistema, ha detto Bonacina, spingono in direzioni integraliste e autoritarie: "Allusioni alla crisi del sistema - ha aggiunto - ce ne sono frequentissime, anche in alto loco, anche in questi giorni. Sono allusioni pericolose e preoccupanti ... tanto più pericolose o ipocrite in quanto precedute da solenni e ostentati incontri con esponenti della grande industria che non vediamo con quale senso di opportunità e con quale forma si invitino a varcare le soglie dei palazzi da cui sono ospitate le più alte magistrature del lo Stato". Bonacina ha anche duramente condannato il tentativo di far rivivere ( in senso ormai chiaramente conservatore) la formula quadripartita. Nella sua ampia e dotta relazione il prof. Bassanini ha esaminato ieri i rapporti fra regioni e Stato alla luce della legge che il governo ha presentato. E' chiaro il tentativo che si fa (fin dai tempi del la 1-eggeScelba del 1953) di svuotare le regioni da quella carica innovatrice, di potere democratico e non di decentramento puramente territoriale e pseudo - efficientistico, che il costituente voleva avere. La legge attuale peggiora in senso centralistico la stessa legge Scelba, ha detto Bassanini che ha concluso dicendo che attualmente occorre puntare alla immediata costituzione degli organismi regionali e poi, con il loro ausilio, bisognerà condurre la lotta unitaria dal basso contro gli ingabbiamenti, contro i controlli impaccianti, contro la sicura spinta centralizzatrice della Corte costituzionale. Le ultime due relazioni (ce ne occuperemo) sono di Ar;,tonio Gori sulla finanza regionale e di Francesco Indovina sulle forze sociali e l'uso delle regioni. Il dibattito - anche se, come è naturale dato i I tono marcatamente "di studio" del convegno, c'è stata una minore r.t)er:,É!C . ge;terl(j sg~ t 1è~ prima sera, quando la sala . Pio VI era gremita da alcune centinaia di persone - è di ottimo livello. Continuerà oggi, prima delle conclusioni che farà Livio Labor. (Giovedì 27 novembre 1969) AVVENIRE ConvegnoACPOL sulle regioni PER UN AUTENTICO DECENTRAMENTO LABOR CHIEDE UN'AZIONE UNITARIA DELLA SINISTRA u. b. Dopo una lotta durata venti anni per ottenerne la realizzazione, la sinistra italiana rischia di giungere al l'appuntamento con le Regioni senza "avere presenti in modo adeguato i termini nuovi della questione". Seguendo la critiche di Franco Bassanini (il quale aveva sostenuto che la legge del 1953, le procedure per la programmazione e il "progetto 80" tendono a confinare in un ruolo subalterno rispetto alle competenze loro attribuite dalla Costituzione) e di Antonio Gori (che si è detto perplesso sulla legge per la finanza regionale attualmente in discussione alla Camera) anche Francesco Indovina - che ha parlato oggi in chiusura del convegno organizzato d.al1'ACPOL - ha contestato le Regioni. Non come istituto, ma come stanno per nascere. "La borghesia italiana - ha detto Indovina - dopo avere utilizzato la macchina centrale ed accentratrice del lo Stato, tende adesso ad una nuova fase in cui .vuole mostrare la capacità di attuare il decentramento dell'amministrazione, dell'economia e della politica. Qualcosa di nuovo, infatti, è individuabile sia in un diverso schieramento delle forze regionaliste, sia in un mutato atteggiamento dei grandi gruppi economici". Ma le forze di sinistra - ha aggiunto - devono mostrare capacità di recupero nei confronti di un'istituzione che appare compromessa nel suo significato politico dalle "cautele" finanziarie con le quali si vuole circondarla. "Si apre - ha concluso Indovina - un nuovo terreno di azione, in cui la 1mobilitazione delle forze di base per il controllo e l'individuazione di obiettivi concreti per la tutela degli interessi popolari può fare fai Iire i I disegno di conservazione". Malgrado ciò - ha aggiunto un altro intervenuto, Dragone, a compie-· mento del discorso - "le Regioni le vogliamo lo stesso e subito"; in seguito lavoreremo per migliorarle. L'autonomia regionale deve essere garantita sul piano finanziario senza compromettere l'azione generale della programmazione, per superare i gravi squilibri esistenti fra il Nord e il Sud del Paese, ha detto Gino Rocchi, che si è poi soffermato sull'uso che si deve fare della Regione nel quadro della crisi attuale del sistema italiano. "Oggi non si può dare per scontato - ha detto ancora - né che diversi schieramenti politici a livello regionale significhino un effettivo spostamento a sinistra, né che in ogni caso qualunque rimescolamento del le carte sia di per sè un fatto negativo".

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