sospeso nel vuoto, perse carica politica e morale, fu facile preda .per l'assalto dei gruppi sabotatori del potere capitalistico. Molte le domande. Labor ha fra l'altro rivelato di avere lasciato formalmente la DC già due anni fa, quando alcuni dirigenti aclisti di Belluno furono cacciati dal partito e lui fu chiamato a rispondere ai "probiviri" nazionali. Labor ha anche espresso sostanziale sfiducia nei confronti del "nuovo falso unanimisrnoreali.zzato da Forlani nella DC" e in conclusione, perfettamente in sintono con Lombardi, ha ribadito che Ì'interesse · del I' ACPOL è ormai diretto essenzialmente al l'area del la sinistra "di classe", cattolici compresi naturalmente, ma come . tal i e non come gruppi poi itici. Sul convegno europeo di Parigi è stato detto che esso sarà "aperto/': ci andranno Martinet, forse Rocard e lo organizzerà l'ex - ministro Buron che ha fondato una sorta di ACPOL francese dal nome "Objectives '72"; ci saranno rappresentanti della sinistra inglese e ci andranno anche personalità comuniste. Contatti sono tenuti dal I' ACPO L con i comitati statunitensi del "Moratorium" e con organizzazioni dell'America latina. L'ACPOL lavora per scadenze- "lunghe", si è detto, non punta a formazioni elettoralistiche, ha l'ambizione di aiutare sindacati e forze di sinistra e trovare l'unità non puramente formale o di vertice, ma autentica, come risposta alla domanda di nuovo che viene dal basso. (Venerdì 21 Novembre 1969) AVVENIRE Il Convegno nazionale di studio dell'ACPOL NELLE REGIONI STRUMENTI DI UNA NUOV.A DEMOCRAZIA u.b. Con una relazione sul tema "Le regioni di fronte alla crisi del sistema politico italiano", sono iniziati i'eri i lavori del convegno naziona.le di studio del I'ACPO L. Dopo una breve introduzione di Riccardo Lombardi che aveva messo in risalto il ritardo con il quale il Parlamento ha affrontato il problema dell'assetto regjonale dello Stato, il senatore Bonacina ha osservato che, almeno in un primo tempo,· il sis~ema politico reagirà negélfivamente all'attuazion·e della riforma regionale, disponendosi a difesa sia dell'accentramento sia dei metodi tradizionali di formazione degli schieramenti. Le regioni, dal canto loro, contenderanno maggiori porzioni di potere al governo centrale, essendo sospinte dalla immediatavicinanza popolare, che avrà maggiori poteri per eliminare gli squilibri e le contraddizioni dello sviluppo economicd. Le riforme serie - ha proseguito Bonacina - non si fanno mai a freddo e non· sono mai indolori: così sarà anche per gli effetti della ri.forma regionale sul sistema politico. Le regioni non sono strumenti di decentramento, ma istituti di potere democratico che rìusciranno ad· incidere sul sistema se permetteranno una effettiva artec·p~e~ ,Ot)OI ~ Bianco lavori del convegno sono proseguiti stamani con una · relazione di Franco Bassanini su "Rapporti e tensioni fra regioni e Stato", che ha tracciato un quadro del l'evoluzione storica della legislazione sulle regioni dalla Costituzione ad oggi. Dopo aver espresso il proprio dissenso per quanto disposto dal la legge Scelba d~I 1953 e dal cosiddetto "progetto De Mita'·' della primayera scorsa, Bassanini ha osservato che anche l'attuale disegno di legge sulle procedure della programmazione, il progetto 80 e la legge sulla finanza regionale • tendono a confinare le regioni in uno ruolo subalterno e secondario, espropriando molte parti delle competenze loro . attribuite 1dalla Costituzione per conservarle agli organi dello · Stato. Secondo Bassanini occorre perciò puntare sulla immediata costituzione dei nuovi organi regionali e, con la decisiva pressione poi itica delle masse che essi sapranno mobi Iitare, procedere poi al l'approvazione del le leggi definitive sui poteri e sui mezzi. finanziari del le regioni. Occorre quindi evitare ogni nuovo rinvio· dell~ _elezioni regionali, lasciando impregiudicata la precisa definizione legislativa dei rapporti tra Stato e regioni, che avverrà in un periodo successivo, anche con il concorso delle regioni. Le esigenze e le prospettive del le finanze regionali sono state illustrate da Antonio Gori, che ha espresso le proprie perplessiÙ per le proposte contenute nel progetto di legge finanziaria attualmente in discussione. L'istituzione del cosiddetto "fondo ·comune" _. sostiene Gori - maschera infatti la vera sostanza del problema,· che non è solo quella della solidarietà tra le regioni ricche e povere, quanto piuttosto quello dèl superamento degli squilibri territoriali, che può avvenire soltanto con una politica di piano, volta a correggere e ad invertire le tendenze sperequatrici dèllo sviluppo industriale di tipo capitai istico i ncontrql lato, tipico del la nostra società. Le conclusioni del convegno saranno svolte domani da Livio Labor. (Giovedì 27 novembre 1969) l'Unità ORGANODEL PARTITOCOMUNISTA ITALIANO Il convegno di Roma dell'ACPOL NON FINISCE COMINCIA ORA ,LA BATTAGLIA REGIONALE Ferme critiche ·alla legge governativa: contro il tentativo di svuotare l'istituto regionale, occorrerà condurre una dura lotta democratica. 11 tema del le region i è ormai, come è noto, di attuai ità jmmed iata. Contro le manovre ostruzionistiche del le destre si sta finalmente riuscendo a varare l'istituto per giungere all'elezione dei primi consigli regionali nella prossima primavera. Ma come nascono le regioni? La battaglia contro la potentissima macchina conservatrice del lo Stato accentratore potrà dirsi conclusa quando la regione sarà un dato di fatto legale? 39
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