Di fronte al le obiezioni spesso avanzate con una certa improvvisazione e tendenti a coinvolgere il gruppo di "Forze Nuove", stanno le posizioni assunte nel corso dei dibattiti svoltisi, da luglio a gennaio, in Consiglio Nazionale, e che è opportuno - per chiarezza - riassumere. A luglio. abbiamo richiamato l'attenzione del partito sul significato delle elezioni del 19 maggio, ritenendo - da parte nostra - che in quel risultato si riflettessero i limiti di una interpretazione "moderata" della politica di centro - sinistra, che interessava - per le diverse responsabilità - sia il governo che il partito. Questa analisi fu allora considerata errata ed eccessiva, ma in seguito è stata fatta propria anche dai sostenitori "ortodossi" della politica di centro - sinistra. Sin dal primo consiglio nazionale post - elettorale, ricolle- , gandoci a valutazioni espressegià nei mesi precedenti, abbiamo inoltre richiamato l'attenzione del partito su alcuni fenomeni che non possono essere sottovalutati o consider~ti marginali e transitori nella attuale fase di sviluppo della società; e che ricevono - dal fatto di inquadrarsi in un contesto internazionale - una maggiore forza. Si tratta del dissenso cattolico (e della collocazione del partito nel quadro post - conciliare); della contestazione giovanile (e della critica radicale alla burocratizzazione delle istituzioni democratiche); della unità sindacale (e della ricerca di . una dimensione nuova per la presenza del movimento operaio nella società industriale). Questa problematica è stata riproposta nei dibattiti svoltisi nei consigli nazionali seguenti, e su queste tesi sono confluite osservazioni ed analisi attente da parte di amici collocati - nel partito - in diverse posizioni. Abbiamo detto, e ripetiamo, che non vi è certamente da parte della sinistra d.c. una accettazione acritica dei temi proposti da questi movimenti sociali; che molte vicende - anche le più recenti - dimostrano i molti limiti delle spinte "rivoluzionarie", le quali rischiano di incanalarsi verso il vicolo chiuso del settarismo e di un certo "luddismo" politico, capace di provocare e diffondere pericolose controspinte reazionarie. Ma contemporaneamente dobbiamd pur riconoscere che molti problemi posti dal movimento studentesco, come dal movimento operaio, sono problemi reali; che la discussione sulla "nuova domanda politica", è una discussione che nasce dal paese; che la contestazione tende a rompere il sistema dell'immobilismo ed a costituire un confronto diretto tra interessi particolari e stato, perchè la "mediazione" democratica dei partiti e del le istituzioni è diventata progressiyamente un momento di mistificazione nelle mani delle oligarchie che gestiscono il potere con l'intento di conservare il potere. Abbiamo anche detto - specie nel consiglio nazionale di novembre e poi~in quello di gennaio - che il partito doveva affrontare, per trovare una risposta efficiente ed originale, la strada del rinnovamento della linea politica per formare una nuova maggioranza che - con la necessaria credibilità e capacità iQJerpretativa - la. gestisce. Concludendosi questa parte del dibattito, abbiamo però dovuto constatare che la direzione scelta a gennaio è in contraddizione con il' contenuto del dibattito e con le modificazioni di posizione interna che sono emerse (specie con la assunzione di una pÒsizione nuova, prima di "autonomia" e poi di "opposizione", da parte dell'on. Moro) che hanno segnato la fine della maggioranza di Milano. Ora il partito è avviato al congresso di giugno, e quindi su questi temi resta aperto un dibattito di grande impegno, che B 0vr;é~\.,2rolgers1 'od ~I oe@0izionamento degli schieramenti di partenza, per evitare di trasformarsi in un'improduttiva prova di forza. Se dietro questi dibattiti sappiamo vedere una realtà viva, il travaglio di un paese interessato da profonde trasformazioni e colpito dal dubbio sul la capacità del la propria espressione politica, credo che non si richieda uno sforzo particolare per dimostrare disponibilità ed interesse per le iniziative che si muovono in direzione del la partecipazione e del la ricerca di una risposta poi itica che interessi i I mondo dei giovani e del lavoro e le nuove classi della cultura e della tecnica. Dare un giudizio pregiudizialmente negativo, segnare una linea di confine e di contrasto, sarebbe secondo me un errore politico, e rifletterebbe (anche se inconsapevolmente) una politica di isolamento che. lascia spazio nella società alla articolata opposizione comunista, e che lascia crescere nel partito la pianta della risposta conservatrice. E' a questo punto che ritorno al l'argomento particolare sollevato dall'on. Piccoli, poichè mi pare che una valutazione poi itica debba tenere conto del le ragion i che ho riassunto. Debbo allora dire, in tutta franchezza, che se comprendo le perplessità fondate su argomenti ed analisi correttamente politiche (e sono quindi disposto a farmene personalmente carico), ho l'impressione che il "caso" sollevato risponda soprattutto ad una esigenza polemica, cioè al tentativo di costruire nel partito una linea legittimista (in alternativa ad una supposta linea disponibile al frazionismo), per affrontare, con qualche margine di sicurezza, un congresso per· il quale non si ha una precisa. proposta poi itica; e forse fn qualche amico emerge anche un'altra tentazione, che è quella di fare apparire la sinistra di "Forze Nuove" ·incapace di un discorso politico a livello delle istituzioni, ed infantilmente condizionata dal dissenso protestatario ed inconcludente dei massimalisti che alimentano l'opposizione extra - parlamentare. Muovendo da giudizi sbagliati, non si potrà che percorrere una strada che porta lontano dal la nuova maggioranza, e soprattutto in direzione opposta a quella di una nuova linea politica; per intenderci, su queste premesse mi pare praticamente impossibile che possa articolarsi un discorso poi itico capace di qualificare la funzione della DC nel contesto politico italiano. Guido Bodrato (22 marzo 1969) XZALTRA J:TALJ:A La costituzione dell' ACPO L TEMPI NUOVI METODI NUOVI L'associazione di cultura politica nasce, senza finalità concorrenziali verso i partiti o scopi elettorali, come luogo di incontro per quanti sono interessati alla ripresa critica del discorso politico, al di là di vecchi e astratti dottrinarismi. La nascita della Associazione di cultura politica, cui aderiscono persone rappresentative di diversi filoni ideologici e componenti diverse dello schieramento poi itico ital iano, ha suscitato 11
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