PROSPETTIVE DELL'ACPOL MATURARE UNA COMUNE CULTURA POLITICA Le mie considerazioni servono solo per provocare il dibattito: e le faccio a titolo personale. Penso che il neoimperialismo (il neocolonialismo che l'acco'mpagna) e i I neocapitalismo governano, condizionano le prospettive politiche di tutta l'Europa occidentale e di gran parte del mondo. Noi vogliamo, come già ricordava il compagno Lombardi, anzi dobbiamo essere una intelligente, coraggiosa anticipatrice componente delle forze della sinistra democratica e socialista che, nel mondo ed in Europa, si muovono per cambiare la condizione operaia, la società, lo stato. Anche il modello comunista sovietico (è già stato ricordato) non è storicamente immune dalla definizione di neo - imperialismo; esso opprime ogni tentativo di neosocialismo, di socialismo non burocratico, non dogmatico. Questo è scandalo per noi e stimolo a muoverci con il massimo di capacità e inventività creatrice, con il massimo di fantasia ·politica, innovatrice del modo di fare poiitica, con il massimo di aderenza alla realtà. Il discorso sulla partecipazione - per esempio - è finito spesso nell'integrazione del sistema; basta pensare che il discorso sulla partecipazione lo faceva anche sua maestà De Gaulle: così quello sul tempo libero dei lavoratori.~ finito in una razionalizzazione delle decisioni dei proprietari e imprenditori del sistema. Anche quello sull'unità sindacale, può prestarsi a manipolazioni al servizio della società consumistica e dei partiti che la modellano e la conservano. Queste osservazioni, in modo molto sofferto, le ha f t Ot al~ .o si:, i§ - . -0lese.Un suo manifesto PROPOSTE PER IL DIBATTITO E LA VERIFICA DI BASE LIVIO LABOR del maggio 1967 parla del capitai ismo organizzato, disposto a modificare tutto eccetto i rapporti di potere. "11 capitalismo organizzato, ove si riesca a realizzarlo, mira a por fine a questi conflitti, non certo modificando i rapportì reali di proprietà e di potere, ma sopprimendo le aspirazioni umane ad una vita comunitaria e all'eguaglianza tra gli uomini, in cç;1mbiodi una soddisfazione pianificata delle esigenze dei produttori e dei consumatori organizzati". (Vedi: Manifesto di maggio - La nuova sinistra laburista - De Donato Editore). Vi si può leggere un'altra osservazione ancora: "anzichè punto di partenza di un sistema sociale interamente diverso, anche il servizio sanitario può essere visto -come un'officina di riparazione degli uomini che servono all'industria, alla quale deve essere assicurata una forza I.avaro più effi_ciente e produttiva. Allo stesso modo la pubblica istruzione può diventare una catena di produzione per l'industria, sfornando - a tutti i livelli ~ i tecnici, i funzionari, gli amministratori, gli operai semplici e specializzati che le necessitano". Parlano, si noti, dei socia Iisti - laburisti inglesi che hanno fatto una drammatica esperienza. 11 nostro perciò deve oggi essere un parlare secco e duro, semplice e comprensibile, attuato nei fatti e nella sperimentazione politica, per una guida seria di lotte politiche che affrontino i punti nodali del sistema che noi combattiamo e creino soluzioni e proposte alternative. Un parlare secco e dlJro, tradotto in uno spregiudicato impegno per la crescita effettiva del potere poli_tico dei lavoratori, in Italia innanzitutto. Lo studio, la ricerca, il serio ed aperto dibattito, l'esperienza di lotte comuni devono rappresentare per noi tutti il modo più sicuro ed efficace per elaborare insieme e maturare una comune cultura politica e quindi, proprio perchè non 7
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