titi di riformismo. SITUAZIONE FLUIDA In Italia, registriamo la fine del centro sinistra, fine che ha il suo polo di riferimento internazionale nella fine della politica kennedyana. Ciò comporta una serie di considerazioni obbliganti per le forze politiche del nostro Paese, in una situazione estremamente fluida, che rappresenta ·forse, peraltro, il punto di osservazione e di sperimentazione più tipico dell'Europa occidentale. E' in Italia, infatti, che si è manifestato un movimento giovanile, sindacale, operaio d'avanguardia sul terreno dell'elaborazione, della ricerca, della sperimentazione. Se sono mancate le forme spettacolari del maggio francese, la maturazione ideologica ha raggiunto tuttavia i livelli più avanzati che in Francia (la letteratura della contestazione, ad esempio, in Italia corrisponde a un'autoanalisi del movimento ad opera dei protagonisti, laddove in Francia ha il prevalente carattere di osservazione dal l'esterno). In Italia, ancora, è avanzato più che in ogni altro Paese il movimento per l'unità sindacale; in Italia, dove più vistoso era il fenomeno del "sequestro" del voto cattolico, -abbiamo avuto la presa di posizione de!le ACLI, primo atto di rottura dell'unità politica dei cattolici. Le riflessioni e i ripensamenti in atto nei partitii, infi- - ne: la crisi socialista segnata dalla scissione; la crisi della DC, il cui ultimo congresso ha registrato l'insorgere di nuove richieste non appiattibili in uno schema generico e indifferenziato; la crisi del PCI, con aspetti · in parte positivi e in parte contraddittori. FORZE POLITICHE E SOCI ETA' CIVILE 11dato unificante di questa "crisi" di diversa matrice è la contestata incapacità di cogliere le spinte reali che emergono nel la società. I partiti di sinistra stanno compiendo/ sia pure in forme e modi non chiari, questo atto di modestia, rinunciando alle propensioni all'autocompiacimento. I partiti, insomma, avvertono una cattiva coscienza di un metodo basato sull'ipocrisia istituzionalizzata, derivante dalla necessità di fare appello, per ottenere consensi a un'azione riformatrice, agli strati intermedi, decisivi sul terreno elettorale ma tendenzialmente moderati. Da qui. il reciproco ricorso a promesse rassicuranti, che ha fatto una fallimentare prova nelle recenti elezioni francesi. Dall'esigenza di superare questi limiti paralizzanti, e dalla constatazione che non disponiamo di soluzioni prefabbricate, nasce la ricerca, la necessaria "invenzione", di nuovi modi di far politica, capaci di coinvolgere, in rapporto con le tensioni presenti nella società, it_uttet le for1'_...!oli ti e esistenti. Altrimenti si perpe- 1 u 10eca u no 1anco .tuerebbe la situazione per cui esiste un potere ma non esiste un governo, esistono degli oppositori ma non esiste un'opposizione, nel contesto di una rappresentanza politica profor:idamente falsata. Su questa situazione ha reagito il movimento di contestazione, che non ha esaurito i I suo ciclo per i I fatto di essereoggi anch'esso in crisi. Si tratta, infatti, di una crisi inevitabile, perchè l'incapacità delle forze politiche di far sì che queste esigenze si tramutino da rivoluzionarie in eversive. In questo vuoto di risposta politica (che non compete ai movimenti di contestazione di dare) emergono indubbiamente pericoli di involuzione reazionaria. La risposta reale a questi pericoli è la capacità e la vol,ontà del le forze poi iti che di dare al la società le risposte che la società stessa sol lecita. Da qui un'esigenza unitaria, comprensiva di un nuovo assetto politico e di un nuovo modo di far politica. STRATEGIA RIVOLUZIONARIA Infatti, per far penetrare nella realtà riforme realmente incisive occorre una strategia rivoluzionaria, se rivoluzionario è lo scopo di ribaltamento del sistema. E una strategia si elabora unitariamente, anche se in modo articolato. Da ciò trae valore e urgenza, i I processo di ristrutturazione delle sinistre, che deve svilupparsi come un processo "parallelo" che non faccia procede- ,.re 'l'unificazione al rinnovamento; che non voglia radere al suolo le forze politiche esistenti prima che queste si rinnovino; che, per converso, non subordini meccanicamente l'azione per l'unità a singole iniziative di rinnovamento che; se non finalizzate contemporaneamente all'unità, risulterebbero sterili. La fine del centro sinistra anche come formula (come politica era già finito nel luglio '64) è il punto di partenza per l'individuazione di questa nuova ·strategia. Anche l'ipotesi di· governo DC - PSI non va ritenuta una "formula magica"; vale semmai cç>me formula provocatrice di scelte di schieramento da parte della DC e non è quindi contraddittoria col discorso più generale di ristrutturazione della sinistra. Una soluzione DC - PSI, infatti, significherebbe uscire in modo inequivoco dagli schemi del centro - sinistra, mentre l'eventuale riedizione di una coalizione_ comprendente insieme, mediatrice la DC, il PSI, e il PSU, si qualificherebbe non come una ripetizione dell'esperienza moderata di centro - sinistra, ma come un'esplicita posizione di destra. Scelte impegnative non eludibili stanno di fronte alle forze politiche. La ricerca di una strategia riformatrice capace di costituire un solido cemento unitario per la sinistra rientra fra i fondamentali compiti di carattere culturale - politico dell'A.C.POL. .
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