Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 18 - 30 settembre 1902

RIVISTPAOPOLARE DI POLITICALETTEREESCIENZESOCIALI Direttore: D.r NAPOLEONE C.OLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce In Roma il I 5" e il 30 d'ogni ·mese ITALI A: anno lire 6; semestre lire 3,50 - EST ERO: anno lire 8; semestre lire 4,50. Un :nu:rnero separato Oe:nt. 30 <>-> Ammtnlstraz;lone: Via Campo Marzio N. 43. ROMA «- AnnoVIII. - N. 18 Abbo:na:rne:nto postale Roma3, 0 Settembre1902 SO.M:1'<1:AR.I01 Noi: 611 avvenimentei gli uomini: (Il viaggio trionfale e i discorsi di Zanardclli. Mali e rimedi per la Basilicata e pel Mezzogiorno. - Da Pelletan a Jean Jaurès. - I trusts.e la prossima campagna per la elezione del Presidente degli Stati U[!iti. - Il congresso socialista di Monaco. - Ancora dello scandalo bancario di Torino. Delinquenza barbara e delinquenza civile. Da G. Musolino al Comm. Cattaneo). - La Rivista: Storia della Finanza e dell'Economia italiana attraverso alla storia dei debito pubblico. - !!!òepp: Politica estera. - Lo Zotico: Sago-i sul movimento operaio in Francia. - Avv. G. Pa1.•atore: Per i lavoratori del mare. - e;:.. So1•el: La lotta ·a;. ticlericale in Francia. - l,tligi l\'la1.•ino: Predeterminazioni mentali e nuovi adempimenti sociali. - Democratizzazione della terra e redenzione della plebe rurale. - Avv. l<'rancesco l\'lai:•iani: Socialismo-Femminismo ( Un'itic/Jiesta). - J. llesh•èe: Rivoluzione verbale e rivoluzione pratica. - Giuseppe Pipitone-I•'ede1.•ieo: Il dolce sermone. - Sperimentalismosociale (L' ..Atricoltura negli Stati Uniti d' ..America). - Rivista delle Riviste: La Banca franco-italiana (Giornale degli Eco11.0111isti). - Alleanza europea (Petite re.publique). - Dopo la conferenza coloniale (Fornigbtly Review). - Un istituto agricolo per le fanciulle (Liberal 'R,_eview). - Tubercolosi e mutualità (Revue des Revues). - In Inghilterra e Germania dopo la guerra (Contemporary Review). - Come si lancia un libro (Revue 'Bleue). - lllustrarioninel testo. GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI Il viaggio t1•ionfale e i discorsi di Zanardelli. Mali e rimedi per la Hasilicata e pel l\'lezzogi<>rno. - Giuseppe Zanardelli, accolto calorosamente in N~poli, ha percorso trionfalmente i suoi deliziosi dintorni, alcuni punti della provincia di Salerno e gran parte di quella di Potenza, pronunziando da Napoli in giù un numero considerevole di _discorsi sempre eloquenti e che noi vogliamo credere sempre improntati a sincerità d'intenzioni. ( l) Al Presidente del Consiglio - che avrà potuto accertarsi della bontà, della facile contentatura e della rumorosa e schietta espansione delle malconosciute popolazioni del Mezzogiorno - si deve gral.itudine pei non piccoli e non pochi disagi - aggravati dalla sua età - del viaggio; e quale che possa essere la realizzazione delle sue svariate promesse, gratitudine gli si deve an- (l) Pare che l'entusi3smo nelle accoglienze a Zanardelli non sia stato generale iu Basi! cata. Ci6 rileviamo da una corrisp1ndenza al Pungolo di Napoli {N. 258). Da Lagonegro sc,rivono a quel giornale che la citladinauza si mostro fretlda e riservata perché ne h3. abbastanza delle illusioui e delle visite ministeriali passate. Fm·ono notevoli altresi questi due episodi, che dovettero far.1 penosa impressione sull'animo del Presidente del Consiglio che dal consenso dei deputati, poco dignitoso per taluni, si avrebbe potuto ingannare su quello che pensano le popolazioni. A Molit•ruo il Sindaco ebbe il cora~gio di parlare in nome dei suoi ottomila rappresentanti, di cui tremila circa sono in America e cinquemila sono qui presenti, ma anch'essi quasi fotti clisposti ad emigrare .... A Palazzo San Gervasio lo attesero circa 200 persone. Poco male se si fosse dovuto constatare soltanto lo scarso numero dei dimostranti: ma il peggio è che attorno ad una bandiera ross:1 vi erano raccolti un'ottantina di operai, ciascuno dei qnali portava una canna spaccata alla cima con entravi incastrate t:ivolette recanti ciascuna una di queste scritte : Malarici Ignoran;;a, Abbandono, Corru::ione, Camorra, Denutri;;io: ne, Spese ùnprocluttioe. Ridu;;ione dell'esercito, Aboli;;ione delle spese religiose, Diminu;;ione eletta lista cioite, Liberti;, di stampct, Riposo domenicale, La liberti;, a Catcetgno. E' la ufiìciosa Tribuna che descrive questi segni dei tempi I cora per avere nettamente posto il problema del Mezzogiorno, ed ave1·e ricon0sciuto che c'è l'obbligo nello Stato, nell'interesse della nazione, di risolverlo. Egli, parlando a Napoli, giustamente riconobbe che « il concorso alla prosperità di Napoli è impeto di sene< ti mento irresistibile ed è in pari tempo ragione: ra- « gione di beninteso interesse nazionale, pciché la pro- « sperità e la grandezza di Napoli è prosperità e gran- « dezza di tutto lo Stato. )) E più opportunamente soggiunse: « Quello che dico di Napoli può in buona parte " applicarsi a tutto il Mezzodì. Non è che il frutto del « più elementare buon senso il vecchio apologo di Me- « nenio Agrippa: l'infermità di alcune membra dell'uomo « fa soffrire anche le altre, totumque corpus ad extre- « mam tabem oenire. E come la malattia, così, per con- « verso, la forza, il vigore de' visceri essenziali risana, « ringagliardisce l'intero organismo. Per tali motivi « tutti gli stimoli, gli aiuti, i benefizi che noi arreche- « remo all'Italia Meridionale giover.;inno immancabil- « mente all'intera nazione. » L'apologo di Menenio Agrippa è un po' vecchio ed abusato; ma nessuno pot1·à osservare che non sia sempre savio, sopratutto in questo caso. Non è immaginabile uno stato unttario in cui più della metà viva in buone condizioni di salute mentre il resto si t1·ova in istato di malaLLia. Un lungo esame delle promesse gen·eriche e specifiche fatte nel discorso di Napoli e in quelli numerosi di Basilicata non lo crediamo conveniente od utile; preferiamo che sui mali e sui rimedi parlino altri la cui parola non può sospettarsi di essere suggerita dalle convenienze parlamentari, strappata incautamente dalla vista delle sofferenze altrui o dalla commozione per le accogliente festose. Ma due punti del discorso di Napoli, non vogliamo la~ciar passare inosservati: quello, in cui ricordò l'impegno assunto sin dal 1876 e da ministro dei lavori pubblici della costruzione della direttissima che dovrà

478 RIVISTA POPOLARE DI POLJTICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI -collegare Roma alla Metropoli del Mezzogiorno; e l'altro sull'avvenire industriale di Napoli. Noi vorremmo augurarci che il governo non si lascerà trascinare mai dalla parvenza, di fare il bene di Napoli con la spesa di un 150 milioni per la direttissima, che riuscirebbe soltanto, forse, .a fare la fortuna di pochi capitalisti ed impresari, che - quando il conto torna - sanno adoperare il linguaggio del patriottismo. Quei 150 milioni impiegati in altro modo, invece, potrebbero riuscire di grande giovamento reale, sebbene meno tel)- trale, e a Napoli e a tutto il Mezzogiorno. Come impiegarli bene s'intravvede dallo stesso acce11no dell'on. Zanardelli alla Commissione che studia il pi-oblema dell'avveni1·e industriale di Napoli. A noi le parole del ministro-pr~sidenl.e parvero però alqua11to oscure; e ne proviamo vivo ramma1·ico perché 1~enatrasformazione di Napoli in centro industriale - opera a cui F. S. NiLti ha consacrato le sue forze migliori e tutta· la sua fede - noi scorgiamo la sai vezza e la prosperità futu1·a della grande città. In quanto ai mali ed ai rimedi che si propongono per I.a Basilicata e per tuUo il Mezzogiorno, ancora una volta -vogliamo lasciarne discorrere ali' on. Maggiorino Ferrar-i!=<. E.;li con lofavole insistenza, torna ad occuparsi del problema meridionale nell'articolo: Per la Basilicata nella Nuova Antologia del '16 Settembre, scrivendone in questi tennini : « I falto1·i df-'lle soffrrenze della nazione, é·he si rifletto110 con maggiore intensità nel Mezzogiorno e quindi nella Basilicata, si possono così riassumere: « Po,·e1·I à della p,·oduzione e degli .scambi; « Scarsità ed allo pi'.(zzo del capitale; « Usura e sfrullamenlo dei deboli, che sono i più, da pai-le dei forti. che sono i meno; " Insufficienza di lavoro e lenuilù di salario; « Mancanza di is~ruzione popolare e p1·ofessionale; « Assenza di una forte coc;cienza civica nella vita pubblica, nazionale e locale. » A queste cause di malessere noi aggiungiamo queste allre due: 1° il fattore psicologico, che consiste nella g1·ande spi·oporz.ione tra i bisogni e i me1.1i necessari pe1· soddbfarli. li desiderio ardente di soddisfare nuovi bisogni viene acuito dallo spetlàcolo che al Mezzogiorno povero rlà il Settentrione più agiato. E tale desiderio venne niaggiormenle stimolalo dall'affrettala e male ideata unificazione ed uniformizzazione tra le varie parti del regno. 2° Le grave, insopportabile pressione tribudi cui diremo in appresso. Ii Fel'l'aris per vie indirette, quali possono essere battute da un unitario che ha paura d; non sembrarlo abbastanza, l'esattezza della nostra prima aggi unione riconosce scrivendo:« Perturbata ed isterilita dall'.irmeggio « dei gruppi e dagli uomini di Montecitorio, la politica ila- ,. liana non si accorse, pe1· !unµ hi anni, che nel Mezzo- « giorno sopratuUo, si adder,savano tristi e inquietanti gli. ,. effetti di un indirizzo di governo erroneo. Le provincie « meridionali, daìlo estendersi delle ferrovie, della navi- « gazio11e e degli scambi, furono d'un tratto chiamate ad « una evoluzione e trasformazione economica e sociale • per la quale non esisteva sufficiente preparazione nelle « loro condizioni materiali e morali. Spettò ad esse Lasorte « degli organismi deboli, costretti di un tratto a cammi- « nare con organismi più forti. Cosi non solo rimasero le « cause antiche di debolezza; ma le energie locali, già per • sé stesse insufficienti, furono chiamate ad affrontare « nuove e maggiori difficoltà. » Non c'è in queste parole, e per un solo lato del prohlema, l'economico, la condanna di quel regime rigidamente unitario, cui fu sottoposto il nostro paese, che noi federalisti quotidianamente denunziamo come causa della maggior parte dei mali presenti e della impotenza a porvi riparo? Quali possono essere i rimedi nei quali ha fede l' on. Ferraris possono bene immaginare i nostri lellori, che ne hanno conoscenza dai larghi rias,rnnti dei suoi articoli, che abbiamo pubblicalo, e dall'arti,·olo 01·iginale che deti,e alla nostra Rivista sullo Spirito della Riforma A91·aria. Su qualche punto, inta11lo, giova ritornare. Anzilulto ci piace riprodurre una decisa affermazione del Direttore della Nuova Antolugia che corrisponde a capello al no5tro intervenzionismo. « Le attuali solfe- « renze della Basilicata, che con diversa intensità si ri~ « presentano in Calabria, in Puglia, io Sicilia, i11 Sar- " degna ed altrove, sono, a nostro avviso, la condanna « più recisa della Scw•la individualista nel governo dei « popoli a progresso estensivo. Quarant'anni d'insucccssi « in Italia devono oramai aver tutti persuasi che le dot- « trine della iniziativa individuale sono inapplicabili « ai paesi che non hanno raggiunto il complesso di « energie morali e di I isorse materiali indispensabili a « provocare ed a promuovere le iniziative individuali. « Le .provincie del Mezzogiorno non possono riscattarsi cc dalle loro presenti condizioni, che mediante l'opera « colletti va delle fo1•ze intere del paese, che in p1·atica « si est1·inseca nell'Azione dello Stato, da non confon- ,, dersi coll'azione del Governo, che ne é soltanto una « pa1·te. Occorre, per il Mezzogiorno, determinare con « precisione, eseguil'e ,:on continuità di propositi una « politica di 1·icostruzir,nc e di restaurazione, che 1·av- « vivi, rinforzi e sviluppi gli elementi sani cd operosi « della costituzione morale ed economica di quelle po- « polazioni. » Ponendo mano allo studio dei rimedi ad evitare erro1·i vecchi, che daperlutlo si vorrebbero ripete1·e, il Fer1·a1·is riproduce il giudizio, che abbiamo fatto nostr-o altra volta, co11l1·0 il pregiudizio che vede nelle Fer-i-ovie il tocca sana, lo specifico miracoloso per tutti i mali. « Non basta avere strade e ferrovie: bisogna ere- « scere la produzione per alimentarne il traffico. Quando « anche si fosse destinato allo sviluppo della produzione « locale un solo decimo dei sei miliar-di finora spe~i in « lavori pubblici, l'Italia non vedrebbe oggidì imp1·odut- « tive tante opere costose, che attraversano regioni po- « vere e terre esauste.· Si é risolto il lato appa1·iscente, ,; popolRre, elelto1·ale del problema: costrul're la strada « o la ferrovia; ma si é <iimenlicato il la Lopratico, po- « sitivo, benefico del problema stesso: sviluppare ener- « gicamente le condizioni della produ:::ionee q11indi del « traffieo, lungo la sl1·ada. « ...... Molti e g1·andi sono l!ncora i bisogni della via- « bili là nelle campagne, soprotulto del Mezzogiorno, spe- « cialmente per quanto rigulirda le st1·ade ordinar-ie e ,, le tramvie rurali - vnlidamente patrocinate le ultime « dall'on. Cappelli e dal Senatore Cavasola. - Ma an- « ch'esse non daranno che poveri frutti, senza un'altra " poht1ca agraria, che mediante il credito, l' istruzione e la cooperi,zione sviluppi la produzione locale e « quindi il traffico delle nuove vie di comunicazione. » A questo p1'oposilo La Tribuna opportuna men te ha ricordato che ciuanto si spese per la Basilicata in ferrovie non si spese per parecchie altre regioni; eppure essa é la più travagliata dalla crisi economica ! Ciò dovrebbe servire di monito alla Sicilia e alla Calabria, che sembrano in questo momento invasate dal furor~ ferroviario !

RJVìSTA. PQPOLARE DJ POLITICA.. LETTERE E SCIENZE SOCJA.U 4'1<J rimedi concreti proposti dal deputato di Acqui si riducono ai seguen li: nel campo econ0mico : 1° la tra sfo,.. mazione del debito comunale e provinciale, riducendone l'interesse dal lasso slluale al 3 010; 2° la conversione del debito ipotecario di 60 o 70 milioni dai saggi alluali del 6 al 12 010 all'interesse del 4 010 circa oltre la ricchezza mobile - ciò che produrrebbe un sollievo di circa due milioni all'anno (1); 3° l'organizzazione del credito agricolo, secondo le proposte della Riforma agraria; 4° le misure atte a promuovere l'emigrazione dalla provincia sia verso allre regioni del Regno sia verso l'Estero. Nel campo amministrativo le misure più urgenti sembrano: 1° l'impulso forte, profondo, decisivo all'istruzione popolare e professionale, intesa a creare agric.oltori intelligenti e buoni operai; 2° un miglior regime delle acque, dei torrenti e dei boschi, in base a pMgelli organici, da attuarsi gradatamente, a seconda delle risorse disponibili; 3° l'incremento Il giornale ufficioso di Roma volendo correggere gli errori r.lte si dijfondono vuol dimostrare che a torto si altribuisce una influenza alla pressione tributaria nella miseria della Basilicata, e in prova osserva che'.ogni suo abitante paga annualmente L. 3,60 d'imposta fondiaria, mentre ogni abitante dell'Emilia e della Romagna paga L. 4,52. ed ogni abitante della Lombardia 4,36. « Tuttavia - conclude la Tribuna - nella Romagna, nell'Emilia, nella Lombardia abbiamo avuto fortunatamente una gioconda moltiplicazione di forze e di prodotti» (N.0 del 20 SPttembre 1902). Francamente da un giornale autorevole non ci saremmo atteso uno strafalcione cosi madornale. Sanno anche le pietre che le imposte riescono sopportabili o intollerabili a seconda della ricchezza colpita. Ora per la terra poverissima di B11silicata - e !'on. Zanardelli se ne sarà accertato de visu - le L. 3,60 d'imposta fondiaria rappresentano una vera spogliazione; invece per le ricche marcite di Lombardia prudente, graduale della~viabilità, dovencwsi anzitutto, provveder~ allo sviluppo economico delle zone già aperle ai traffici delle ferrovie e delle strade ordinarie già esistenti;4°soltrarre le amministrazione alle influenze pclitiche, imprimendo ioro un indirizzo corretto e parsimonioso; assicurare l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura e provvedere ad una migliore scelLa dei fun-- zionari destinati al Mezzogiorno ed alle isole, insieme contemperando l'elemento locale e quello d'allre provincie. Lo scambio dei regali e per le terre fertili dell'Emilia le L. 4,52 e 4,36 sono tollerabilissime. Intanto quel capolavorn di disonestà ch'è la legge del 1 ° Marzo 1886, per aggravare la e· sistenle sperequazione tributaria a danno del Mezzogiorno, alla Lombardia e all'Emilia ha già assicurato l'aliquota dell'8 O[O sin da ora. La Basilicata attenderà altri 30 o 40 anni per ollenere lo stesso benefizio. ,I Che ne dice !'on. Maggiorino Ferraris di questa iniquità stridente~ Saremmo molto lieti di sentire sulla quistione 11 suo illuminalo parere. .... Da ·renetan a Jean Jaurès. - In un numero precedente abbiamo avuto parole di biasimo pel discorso bellicoso del generale André, Gli ultimi punti delle riforme che \'on. Ferraris chia1oa amministratfoe hanno bisogno di svolgimento maggiore che noi daremo loro _in appresso. Per ora ci fermeremo su ciò che egli dice sull'emigrazione. Noi non conosciamo provincie del Regno verso le quali si potrebbe indirizzare l'emigrazione; ma riteniamo PA.LUillDO: Ecco quanto di meglio sono incaricalo di offrire a Vostra Maestà I ministro della guerra della repubblica francese; non possiamo lodare in alcun modo, perciò, il Pelletan, che pur ci è tanto simpatico, pel linGU,\~ 'l'UUCO: Grazie, mi obbligate a fare altrettanto. che se non incoraggiare quella i•er l'estero - nel Bl'asile e nell'Argentina in questo momento i nostri lavoratori andrebbero incontro ad amarissime delusioni - . certamente sarebbe opera sconsigliata l' allraversarla. Non comprendiamo, perciò, come !'on. Lovito possa aver proposto di favorirne artificialmente ed a spese dello Stato il ritorno. Avvertiamo, infine, che nella enumerazione dei fattori del malessere del Mezzogiorno e dei rimedi per eliminarlo, !'on. Ferraris non ha tenuto conto della gran pressione tributaria - assolutamente sproporzionata alla sua potenzialità economica. Ed a proposito di questo argomento, che a nostro avviso è quello che maggiormente si dovrebbe studiare, sentiamo il dovere di ridurre al giusto una obbiezione della Tribuna. (i). L'on. Branca ha dimostrato in alcuni articoli ed in un discorso alla Camera che il denaro preso dal Credito fondiario nel ldeazogiorno lo si ebbe all'8 0(0. E la terra uon dà che il 41 (Uomo di Pietra di Milano). guaggio ii;nprudenle tenuto ad Ajaccio, e che ha dovuto prima rettificare a Biserta, e più esplicitamente a Bastia ed a Marsiglia poco dopo. Il breve discorso nel viaggio di ritorno dall'Africa tenuto in Corsica, anzi ha avuto la forma di un vero me poenitet I La sconfessione solenne venutagli dal Presidente del Consiglio Combes nel discorso di Saint Jean d'Angely, in ultimo gli ha tollo ogr:ti significato politico e in pari tempo ha tolto autorità al ministro della marina. I risultati degli accenni ad una guerra coll'Italia ed alla risurrezione di Cartagine non potevano esser<.ipeggiori: si è intiepidita alquanto la corrente di simpatia verso la Francia che cominciava a determinarsi anche negli ambienti che nel passato furono più ostili alla medesima; ha dato nuova lena ai guerrafondai nostrani - fortunatamente non molti - ; ed ha provocato una esplosione della gesuiteria e della bricconaggine britannica. Nelle polemiche suscitate dalle parole del ministro della marina francese la parte più sconcia e più nauseante,

480, JUVJSTA POPOLARE Dl POLITICA, LEITERE E SCIENZE SOCIALI inCattij è stata rappresentata dalla stampa inglese; la quale non trovò mai da protestare - salvo le poche e nobili eccezioni, che i nostri lettori conos½ono - contro il suo miles gloriosus, Chamberlain, che ha provocato insulsamente, cogli atti e colle parole, l'intera umanitA, e s'indegna e ricorre ali' ironia spietata o ali' insulto plateale contro l'imprudenza di un democratico francese che si è affrettato a fare ammenda onorevole dell'errore commesso. Ciò premes~o per quanto si riferisce all'Italia oltre le accennate dichiarazioni del Combes, due cose sono da osservare a proposito del discorso di Ajaccio: 1" li Pelletan peccò. di sincerità dicendo a voce alta ciò che tutti ripetono, più o meno sommessamente; e cioè che se l'Europa_ dove,se assistere prossimamente ad una guerra, in que$ta Francia e Italia si troverebbero l'una contro · l'altra armate. 2° Sono innegabili e di antica data le simpatie del Pelletan pel nc>stro paese. Altrettanto non potrebbe dirsi di molti politici e di molti scrittori, che in questo quarto d'ora con linguaggio mellifluo e seducente puttaneggiano coli' Italia. A compenso àelle improntitudini di un ministro, che vennero biasimate -dalla stampa, non es,•lusa la nazionalista, ci giunge gl'aditissima la eco della gran voce di Jean Jaurés, che non esita un istante ad affrontare le ire e le calunnie dei chauoins e dei nazion,ilisti suoi propri c.oncittadini , pur di servire la causa santa della pace, che comprende quella del benessere e delle libertà dei popoli. Egli non ha esitato anch~. a mettere a repentaglio la propria popolarità pur di compier.e il proprio dovere di uomo politico che guarda al futuro, passando sopra alle contingenze del presente. Ciò egli ha fatto colla lettera ad Andrea Costa, in cui giudicò la Triplice nella stessa guisa, 00n cui noi la giudicammo, e colla reLtifica successiva e col magistrale articolo sull'Alleanza Europea pubblicato nella Petite republique. Il nostro pensiero nello eloquente socialista francese ha t.rovato una esplicazione giustificativa che non avremmo potuto desiderare migliore; e noi mentre mandiamo un grato ed affettuoso saluto, in nome nostro e della democrazia italiana a Jea1, Jaurès, crediamo di fare cosa utile e doverosa nel riassumere in un altra rubrica tale coraggioso e magnifico articolo (1). (1) Ecco come la Peti/e republique ha messo a confronto il discorso di Pellctan e l'articolo di Jaurés (vederne il riassunto nella nostra rivista delle riviste) rilevando tutta l' impronta socialista di quest'ultimo. « La malafede non conosce frontiere, soprattutto quando è nazionalista. « così che una frase, assai malintesa del resto, del discorso pronunciato da Cammillo Pelletan a Aiaccio, fornisce ai gi0rnali, detti patriottici in Francia e Italia, materia a delfe considerazioni della stessa natura e che giungono alle stesse conclusioni. « È pure così è una frase della lettera indirizzata da Jaurès a Andrea Costa, frase gesuiticamente separata da tutto il resto, e non meno gesuiticamente snaturata, fornisce ai medesimi iiornali l'occasione di accusare il nostro amico di una quantità di delitti e di cattivi disegni. « Però il discorso di Palletan e la lettera di J aurés rispondano a due moi completamente contraddittori. Il ministro della marina, dendosi obbligato, a causa delle sue funzioni, ad avere de _te bellicose, vantava la posizione strategica della Corsi a di fronte ali'! talia. « Veramente, niente lo costringeva a tenere un simile linguaggio, proprio nel momento in cui gli uomini pacifici, al di quà e al di là delle Alpi, stringono i legami di amicizia già sciolti così penosamente tra i due paesi. Ma è necessaria tutta la perfidia dei gallofobi crispini e dei rivendicatori di Clobentz e di Scdan per dargli un'intonazione aggressiva che era lontana dal suo pensiero. « Tutt'al più si deve.rimpiangere ch'egli abbia creduto opI trnst!il e· 1a p1•ossi111a campagna per la ele - zlone del P••esldente degli Stati Uniti. - L' estrema plasticità dei grandi partiti anglo-sassoni non si è mostrata in un modo cosi evidente agli Stati-Uniti come in questo momenlo. Tutta la campagna eleLtorale del 1900 era stata fatta sulla questione dei trusts. Bryan, il candidalo del par - lito democratico, domandava la loro regolamentizzazione, ossia la loro completa disti-uzione; i candidati del partilo repubblicano, Mac Kinley pe1· la presidenza e Roosenvelt per la vice-presidenza, 1-ifiutavano invece ogni piccola offesa alla « libertà della concorrenza. ,. Ma l'attentato di Buffalo avendolo messo al posto di Mac Kinley, Teodoro Roosevelt ha adottato il programma stesso del partito vinto nell'ultima battaglia elettorale. Roosevelt, però, comprende troppo bene l'evoluzione capitalistica moderna per volere - "Oli la piccola borghesia esasperata dell'Ovest - la distruzione dei trusts. Egli sa benissimo chP- non è nel potere di nessun uomo arrestare il cammino del!' evoluzione economica che procede con la potenza e la regolarità d'un fenomeno naturale; ma è un fatto che il suò programma attuale è es;;enzi3lmente inspiralo a quello di Bryan. È ciò che i grandi giornali repubblicani capitalisti americani mostrano ali' evidenza mettendo a confronto i discorsi di Bryan con t[uei che fa adesso R'losevelt. Per comprendere tutta la stranezza di questa situazioue, bisogna rico1•darsi che il p'lrtito repubblicano americano, di cui Roosevelt è l'eletto, rappresenta direttamente gl' interessi dei grandi capitalisti. Tutta la macchina repubblicana, l' 01·ganizzazione del partito, i suoi leaders, come il famoso Marcus Hanna, come il senatore Pia tt di New- York, o il senatore Quay di Per,ailvania, non erano che ai servizi dei potenti « re ,. del carbone, delle st1·ade ferrate, del pet!'olio e della me• tallurgia. I tentativi di Roosenvelt sono evidentemente sinceri ed onesti, ma per quanto egli abbia anche nel suo partito degli ardenti dÌfensori, e per quanto l' ar1·0ganza dei migliardari abbia prodotta una riazione, temiamo ch'egli debba subire uno scacco completo. I trusts, la cui potenza finanziaria è calcolata a 38 miliardt di lire, non possono essere contrntlati sotto il regime capitalista; ma sono i trusts che attualmente controllano lo stato borgl,ese di cui sono i padroni. ..... Il Cong1•cssll socialista di Monaco. - L' ambiente artistico, e diremmo quasi mondano della capitale della Baviera, ha dato un'impronta calma e serena ali' annuale congresso dei Socialisti che per la prima portuno di far eco alla manìa da Tirteo del generale André, che Cla qualche tempo non apre la bocca che per evocare le carneficine passate e per invocarne delle nuove. « La lettera di J aurès era, non se ne può dubitare, essenzialmente antiguerriera. Essa augurava che i socialisti italiani cooperassero, con una pressione continua sulla politica estera della penisola, pel riavvicinamento, in attesa della fusione, della Triplice Alleanza e della Duplice. « Tale è, infatti, il fine al quale tendono i veri amici della pac~, che sonÒ i veri amici del popolo, e quindi i soli veri patriotti. Gli Stati Uniti di Europa si formeranno cosi; dispiaccia o no ai rivendicatori che non hanno sinora preso la rivincita, e vcrosimibilmente non la prenderanno sul buon senso e sul buon pubblico. « Dunque, J aurès pel suo amore per la pace, Pelletan per la sua punta bcllicos'l si vedono trattati nello stesso modo dagli stessi giornali di Francia e d'Italia. Ciò che prova una volta di più che bisogna cercare la sincerità altrove che dai ciarlatani, tanto che facciano del patriottismo n vendan,o degli specifici. »

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI ·'481 volta si é tenuto nella Germania del Sud - a Monaco. Non erano ali' ordine del giorno questioni ardenti; ma furono toccate per incidenza. Cosi l'affare Bernstein entrò dalla finestra in un modo curioso. Discutendosi le condizioni finanziarie del partito si constatò che la Neue · Zeit,;la rivista ufficiale del partito, regredisce, mentre l'organo dei soèialisti eterodossi - Die socialistische rrionatshefte - fa buoni affari. Gl' intransigenti rappresentati dalla Sezione di Ausburg avrebbero voluto infliggere la censura ai socialisti - Heine, David, Auer, Schippol - che collaborano nell' ultima; ma il loro ordine del giorno venne ritirato pro bono pacis. Agli accusati non si poté negare il diritto di scrivere dove viene lasciata completa libertà di opinione, mentre il Kautsky nella Neue Zeit la nega. Ma il fatto che il pubblico favorisce i Socialistische Monatshefte non indica chiaramente che, non ostante i voti dei precedenti congressi, la corrente riformista del Bernstein guadagna terreno~ << Le assicurazioni contro le malattie speciali alla « classe operaia e le assicurazioni contro gli infortuni « sul lavoro, come misure protettrici dovranno essere « sviluppate per prevenire le malattie ·ch·e derivano·da « certe industrie omicide dei lavoratori. Le vittime e le « loro famiglie dovranno essere indennizzate. « Sono reclamate dalle assicur11zioni opl:lraie contro « la disoccupazione nonché la creazione di· ospizi pe·r le « vedove e gli orfani ». All'ordine del giorno si fece un'aggiunta proposta dalla Zietz. e colla quale si propone la cessazione dal lavoro delle donne incint11 quattro settimane avanti il parto. Il Molkenbuhr deplorò nella sua relazione che i lavoratori agricoli siano esclusi dai benefizi dell' assicurazione, di cui si riconobbero i benefizi .... Ecco del rif ormismo lodato, benché di origine bismarkiano; ed eccoci ritornati al diritto all'esistenza, benché in altri tempi lo si ahbia deriso come antiscientifico. Multa renascentur ecc. ecc.! La quistione del socialismo polacco fu discussa con una certa vivacità. Si sa L'emancipazione del re minorenne Vollmar, il riformista più antico e che ha preceduto Bernstein, s'intratlenne della lotta contro il partito cattolico assai opportunamente. « Il più grande errore - « disse - sarebbe di combat- « terio sul terreno religioso. « Anticlericali e mangiatori di « preti ci faranno il piacere di << lasciarci in pace. Essi fanno « il giuoco del partito cattoli- << co.Voi potete combatteregli «abusi della religione,ma giam << mai le convinzioni religiose, « riguardo alle quali ,il partito .« socialista deve mostrare la « più larga tolleranza e una « larga tolleranza. « Bebel risali alla tribuna, e « dichiarò che : « la divisa << ecrasons l'in:fame, non sa- « rà mai la divisa del p11rtito « socialisla , che lascia ad « ogni compagno tutta la sua << libe!'ta religiosa ». che i socialisti polacchi preferiscono candidati delle loro nazionalità, e li hanno contrapposti a quelli del partito quando sono stati tedeschi. Nulla di più giusto della condotta dei polacchi di fronte alle violenze e alle insidie del governo tedesco per germanizzare il granducato di Posen. Non fu però di questo avviso la energumena del partito, Rosa Luxemburg, che propose l'espulsione dal partito dei polacchi. Ma uoi vorremmo vedere se i socialisti tedeschi si adatterebbero ad eleggere dei soci11listi russi in una provincia in cui lo Czar con tutti i foodi leciti e illeciti volesse conseguirne la russificazione .... Due punti del programma d'indole pratica furono queli sulla politica municipale e sulle assicurazioni operaiù. Sul primo si raccomandò Il Re è Re ... ma la regina è la mamma. « Noi vogliamo - disse « - la libertà per tutti, senza « eccettuare le società re ligio- « se. Sarebbe un grande erl'autonomia completa dei comuni e l'assurizione da parte loro dei servizi pubblici - compresa la costruzione di case operaie. Su questo terren,o quante cose l'Inghilterra ha insegnato ai socialisti tedeschi! Sul secondo ci fu un ottima relazione di Molkenbuhr, deputalo di Amburg·o, che si riassume nel seguente ordine del giorno votalo dal Congresso: « Le assicurazioni operaie dell' impero tedes,.o, allo « scopo soprattutto di sollevare l'assistenza pubblica e « di diminuire i rischi dei padroni, non rispondono in « nulla ai bisogni del proletariato; però l'esperienza ha « 1•rovato che questa legislazione, per quanto insuffi- « ciente, ha soppresso cer-ti abusi ed ha 11ltenuato le << loro funeste conseguenze. « E' perciò che bisogna estendere le assicurazioni a « tutti gli operai. Per s:emplificare le as,icurazioni é 'ne- « cessado confidarne l'amministrazione agli assicurati. « Le spese òovranuo essere soppo1 late da tutte le classi « della socielà. ( Fischietto di 'l'orino). « rore se i compagni mischiassero le questioni religiose « con le politiche durante la campagna elettorale ». Le sue parole furono accolte da vivi applausi, e noi se fossimo stati presenti avremmo applaudito del pari. Infine notiamo che Bebel consacrò un importante discorso alle prossime elezioni, le quali, benché il governo non Io desideri, avranno come piattaforma le tariffe doganali. Tutta l'orazione dell'illustre socialista tedesco a noi sembra improntata a paura, quantunque egli ritenga che tale piattaforma sia favorevole ai socialisti perché le masse sono allarmate, da un lato dal rincaro della carne e dal peggioramento della qualità, dall'altro dalla possibilità delle rappresaglie degli altri Stati, qualora· trionfassero gli agrari, che danneggerebbero enormemente la produzione industriale. La paura si desume chiaramente dalle calorose raccomandazioni di organizzarsi e di prepararsi a vedere esaurire il tesoro di guerra del partito nella prossima lotta; e dal timore manifeslato di vedere formarsi un partito esclusivamente agrario.

482 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI E del resto se il socialismo tedesco andasse incontro a delle perdite P.elle future elezioni lo avrà voluto e meritalo. È da due anni che Max Schippel lo ha ammonito sulla testardaggine mostrata nel disprezzare gl'inleressi dei lavoratori della terra, che si confondono con quelli dei proprietari. Ma su questo argomento vitale noi ritorneremo riassumendo un lungo studio dell'on. Colajanni sulla Politica doganale dei socialisti .tedeschi, che si sta pubblicando nella Nuooa Antologia. ... Ancora dello scandalo bancario tli 'J.'orino. Delinc1nenza barbara e delinquenza civile. Da_ G. l\lusolino al.Comm. Cat,taneo. - Persona intima dell'on. Pantaleoni e che nutre per l'uomo e per lo scienziato stima ed ammirazione, appena vide fatto il suo nome dalla Stampa gli si• rivolse e n'ebbe in risposta che appena egli avrebbe parlato chiaramente non solo sarebbe avvenuta la piena sua giustificazione, ma le responsabilità altrui sarebbero state assodate in guisa da condurre parecchi uomini di Banca in galera. La memoria pubblicata a firma sua e dell'onorevole Poli: Lo scanclalo bancario di Torino. Fatti e documenti, infatti, ha avuto l'affetto immediato di provocare l'arresto del Direttore del Banco Sconto Sete comm. Cattaneo, e di fare spiccare il mandato di ·e-altura contro il Cav Gullino - la cui fuga è sintomatica del marcio che c'é nell'affare - La pubblicazione dei due deputali è una fiera requisitoria contro il Banco Sconto Sete, ch'è stato sempre un focolaio d'imbrogli e di reali; tramuta i d'ue accusati in accusatori, e mostra: 1 ° che la catastrofe è avvenuta per dato e fatto esclusivo dell'istituto torinese; 2° che gli on. Pantaleoni e Poli peccarono soltanto di buona fede. Due punti della memoria, che occupa ben 192 pagine, dobbiamo rilevare: quello relativo alla convenienza per un deputato di fare affari; e l'altro sulla misura dei compensi. Sul primo i due accusatori se ne rimettono pienamente a ciò che noi abbiamo scritto nel n.0 del 3'1 agosto, citando in nota il nostro articolo. Sul secondo espongono delle giustificazioni, che non ci contentano completamente. « La misura del compenso, essi dicono, rientra nel campo riservato del diritto individuale. Solo i due contraenti hanno ragione di occuparsene, e quando il compenso è legittimamente stabilito, neppure questi possono piu occuparsene altrimenti che per eseguire i reciproci patti. Subire la malsana voglia di pettegoli dettagli non è dovere giuridico, non é dovere morale, anzi è errore)). Qui, per noi, sta il debole della autodifesa. Quando il compenso per un affare è assolutamente sproporzionato all'entità del medesimo, l'affare divenLa sospetto, se non losco addirittui•a. E qui si tratta di limiti, di sfumature che certamente non sono misurabili alla stregua di un articolo del codice penale - come difficilmente è tale, ad esempio. l'usura; - ma che rientrano nel campo degli apprezzamenti morali, cui nessuno si può sottrare, e molto meno coloro che esercitano un delicalo mandato politico. Le notizie pubblicate in risposta al!' autodifesa Panlaleoni-Poli ci apprendono che i signori Boffinet e Poli oltre le L. 250,000 versate al secondo ricevelLero un altro milione e quattrocento mila lire da essere distribuite a diversi. E non esiliamo a dire che il compenso ci sembra non solo sp·oporzìonato, ma addirittura enorme• 1'affM·e quindi diviene subito più che sospetto. ' Siamo lieLi inlanlo di rilevare chP. in questa ripartizione del milione e mezzo circa di compensi a cliversi non rientri il Pantaleoni. Se a lui per avere prestata l'opera sua in undici mesi di trattative non fossero stale date, come ne siamo sicuri, che le venticinque mila lire di cui si è parlalo sinora, nessuno troverà esagerato il compenso che comprende le spese. In ogni )JlOdo bisogna aspettare ancora qualche poco per dare un giudizio definitivo. Il riserbo ci è imposto anche dalla circostanza che la stampa italiana, e specialmente la torinese - per motivi assai facili a comprendersi - sinora si è mostrata corriva ad attaccare Pantaleoni e Poli e molto benevola verso gli uomini che ebbero sempre mano in pasta negli affari del Banco Sconio Sete, uomini mollo potenti per le ricchezze e per le relazioni sociali. Sono possibili quindi ed attese da un momento all'altro le sorprese (1). Le sorprese ci potrebbero venire, e dalla inchiesta promossa dal Consiglio di amministrazione dt:ol Banco, e dal processo che istruisce la magistratura. Noi poco speriamo dall11 prima; temiamo anzi che possa imbrogliare la matassa perché essa venne promossa da coloro, che potrebbero avere le maggiori responsabilità nell'imbroglio. Dobbiamo contare di più sulla magistratura r Dovremmo contarci .... e vogliamo augurarci che i nosLri dubbi abbiano solenne smentila dai faLti. Intanto possiamo annunziare che venne sequestrato un registro con questo titolo cabalistico: Libro sacerdotale : : Sapranno e vorranno leggere i giudici nelle ifre e nei riomi che vi sono annotati L. Ed ora assurgendo a considerazioni d'indole più generale ed elevata, vogliamo ricordare ohe questo imbroglio del Banco Sconto e Sete rientra nella categoria degli affari che complessivamenLe si designano sotto il nome di aggiotaggio, cui - a proposito del fallimento e del processo dal mobiliare - consacrammo tutta una serie di articoli nel primo anno della nostra vita. Questi a/fari costituiscono una parte notevole della cosi detta delinquènza civile o evoluta: ogni affare di questo genere equivale socialmente a parecchie migliaia di furterelli consumali in Calabria o in Sardegna o nel Veneto. Tra i furterelli e gli affari del genere del Banco Sconto Sete corrono parecchie differenze e sopratutto le seguenti: i furterelli di ordinario vengçmo perpetrati da disgraziati, cui la la fame o la mancata educazione conducono al reato - gli affari sono propri di banchieri colti e ricchi; i furtarelli conducono alla galera per parecchi anni - gli a/fari fanno vedere il sole a scacchi per qua,!che mese al più, e con tutte le dovute attenzioni (stanza a pagamento discretamente messa, pranzo succulento dalla famiglia, visite degli amici, uso di carta da scrivere, libri, gioruali ecc.) e finiscono spesso col condurre al Senato o alla Camera dei Deputati ... ·Finalmente: -il primo reato attribuilo a Giuseppe Musolino, e la cui condanna barbara, iniquissima, provocò gli altl'i suoi maggiori delitti, dal punto di vista morale e sociale fu molto meno grave di quelli che, sono commessi attorno al Banco Sconlo Sete. Pel pl'imo Giuseppe Musolino si ebbe ventunanno di reclusione; per gli altri ... qualche mese di carcere preventivo basterà. E questo carcere preventivo il Comm. Cattaneo lo avrà subito per la sua impreveggenza; poiché pòlizia e magistratura, pei riguardi dovuti ai ladroni ... pel' bene, si erano gentilmente prestate a dargli il tempo per prendere il largo, come !o avevano da lo al Cav. Gullino; l11nloche il governo ... fa un'inchiesta (2). Oh I la giustizia sociale... NOI. . (1) Eccone un_a_che sopraggiuage mentre correggiamo le bozze eh stampa: 11 milione e quattrocentomila lire del l3offinet si è già ridot.to alla metà ... (2) Abbiamo letto in molti giornali che il Cattaneo sia un galantuomo: e tale gli auguriamo che risulti. In lui personifichiamo pel momento la gestione del Banco.

RIVISTA POPOLAll.E DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 483 Stor~iaellFainane~zeall'Economia italiana attravearlslaostordiaedl ebiptuobblico La North American Review durante quest'anno ha pubblicato una serie di articoli sul debito pubblico dei vari Stati di Europa e di America, che portano la firma di noti finanzieri ed economisti. Quello relativo all'Italia comparso nell'ultimo numero della grande rivista americana è dovuto all'on. Maggiorino Ferraris e noi crediamo opportuno di darne i tratti principali aggiungendovi in ultimo qualche confronto tratto da precedenti studi della stessa North American Review, e qualche nostra considerazione. Il debito pubblico del Regno d'Italia, garantito dall'art. 31 dello Statuto Albertino - dice il Ferraris - .risulta dalle seguenti origini: 1° dall'unificazione dei vecchi debiti dei piccoli Stati esistenti prima dell'unificazione dell'Italia; 2° dai debiti di guerra contratti principalmente nel 1859 e 1866; 3° dai debiti contratti allo scopo di consolidare e migliorare il nu.ovo regno, di provvedere ai deficit annuali del bilancio ed a sviluppare i lavori pubblici, le ferrovie e le risorse economiche della nazione. Il Gran libro del Debito pubblico del nuovo regno riposa sulla legge del 10 Luglio 1861. Nel debito nazionale si· devono distinguere: 1• i consolidali vecchi e nuovi; 2' i debiti redimibili; 3' i buoni del tesoro; 4° la carta-moneta inconvertibile; 5° miscellanea. L'interesse che si paga è diverso - dal 5 010 sul vecchio consolidato al 3 112010 netto sul nuovo ed àl 3 ,l' su altri titoli. L'interesse di alcuni debiti è sottoposto alla imposta di ricchezza mobile; quello di altri (consolidalo· interno al 4 112, internazionale al 4 e al 3 112) è al netto· dell'imposta. Praticamente netto dall'imposta del 20 010 sull'interesse, il debito pubblico al 5 rende il 4 010 e quella al 3 il 2,25 010. La grande massa del debito pubblico ha carattere internazionale e viene negoziato nelle Borse di Parigi, di Londra e di Berlino principalmente. L'interesse all'estero viene pagato in oro. L'intero debito - interessi e capitale - si divide cosi: lntm11i annuali Capitaletota!• (in dollari) ·consolidato 5 010 (al netto 4 010) 80,000,000 1,600,000,000 » 3 010( i> 2,40 010) 960,000 32,000,000 » 4 112010 neUo 12,000,000 268,000,000 > 4 010 netto 1,550,000 39,000,000 Annualità varie 1,200,000 27,000,000 Debiti redimibili 20,000,000 425,000,000 Debito fluttuante, annualità ferroviarie ecc. Biglietti di Stato 22,000,0G0 Totale (1) 137,710,000 600,000,000 89,000,000 3,080,000,000 Un atto recente del Parlamento (12 Giugno 1902) ha creato il nuovo titolo di •!onsolidato internazionale al 3112 010, al netto dall'imposta di ricchezza mobile, che deve servire per convertire l'intera massa del debito pubblico ed a cui, perciò, si annette grande importanza. Per ora ne è stata emessa la piccola quantità di dollari 16,000,000 al prezzo di 96. II debito redimibile comprende quaranta specie di titoli, emessi in gran parte per costruzioni di fefrovie e la cui estinzione completa avverrà nel 198'3. (1) Calcolando il dollaro a L. 5,18_, gl"i~teressi annui_del debito pubblico si elevano a L. 713,337,800 e 11 cap,ta_lea L. 15_,954,4~0.000: circa sedici miliardi. Però crediamo che 1I Ferrar,s abbia ragguagliato il dollaro a L. 5 italiane. N. della R. I Buoni del tesoro rappresentano la parte principale del Debito fluttuante. Lo Stato pei bisogni quotidiani è autorizzato ad emetterne per circa 310,000,000 di lire. Con una legge del 187 I fu inscritta una rendita annua di L. 3,500,000 in favore della Santa Sede, che non l'ha accettata. e non è stata, p~rciò, mai pagata. Il punto debole della finanza italiana viene rappresentato dalla carta moneta dichiarata inconvertibile nell'anno di guerra coll'Austria del 1866. Nella storia della carta moneta italiana si devono distinguere quattro periodi: 1.0 Dalla guerra del 1866 alla legge bancaria del 30 aprile 1874, che mise un poco di ordine nella airéolazione anarchica della carta moneta (abolizione della carta moneta delle piccole banche ed anche dei privati, e · riduzione a quella dei sei istituti di emissione e dello Stato); 2.0 Dalla legge bancaria del 1874 alla legge del 7 aprile 1881, che ristabilì i pagamenti in moneta metallica (abolizione del corso forzoso); 3.0 Dalla legge del 1881 a quella nuova bancaria del 10 agosto 1893 che dopo il fallimento della Banca Romana e la fusione della Banca Nazionale Toscana e della Banca Toscana di Credito colla· Banca Nazionale del Regno ridus<Je a tre gl'istituti di emissione: Nuova Banca d'Italia, Banco di Napoli e Banco di Sicilia; 4.0 Palla legge del 1893 al giorno d'oggi. Le vicende dell'aggio sull'oro, come conseguenza del corso forzoso della carta moneta e del prezzo del Consolidato, vengono date pei suddetti quattro periodi dal seguente prospetto : d, • ..e I o I o Cv >.D o g.,, .§ <N M M o E .S i:: <D- <D- O>- r--" C1SCIS -~ >.D 00 00 O> --o o ... _ g: lD .,;- e= o o O> t-- o ·- o .§ lD - ot:I o_ >.D .... >.D N- "" ~ ci ....... ci N G> "" t-- O> O> o .., -o <:l ..... ._ CIS ~ 0..- "& I o I!:) C'l t-- >.D .::: ~ >.D t-- O:. e,:, ., ·~ oo· 00 ..; 0.. i:: M ·~ o O> o o ., ~ - ..... ,-< o .. >.D o. ...... -- -:, ~ .,, o >.D >.D 2 s o .§ t-- "'- O> :E "' '6 - I{") r--" e· "' o -o <:l ,-< -..... - "' ~ t:I o 8 o o o 01111s 8 o o o o o o o !P!Wl!J~ ò o o o o o o 8 o o -!q !ap au o o o o -<!Ò 00 o o,; o,; -O!Zll!OOJ!::) r- 00 t-- 00 00 ..... - •11NUOW li 1J 110 IIJ ,- A A I< [00 80!11111 o I< -aw IIAJas e,:, M M o o !J 11na9au ,:,:, e,:, M -<I' -<I' -O!ZJO 0Jd o o o o o 11oueq o 8 o o o o o o o !P !11a!l~ o g 8 o e: 8 o o !q !ap au o o o o ,6 r--: .... r--: e-i -O!Zll[OOJ!::) cv ~ -<I' O> O> - Cv -..,.. C'l o ~ -<I' - e,:, ..... ~ t-- 00 O> o g "' ..;. ...:. O> ' o o:: <D t-- 00 ~ e 00 00 00 O> 00 [il ..... -- 00 ~ ..... ::, ~ *

484 RIVISTA POPOLARE t>I POLITICA, LETTERE B SCIENZE SOCIALJ Parecchie cir·coslanze caratterizzano .tali periodi. Nel 1° ( l866-74) esiste il massimo disordine nell11 circÒJazione cartacea e nella finanza dello Stato. Il de.fìcit del bilancio raggiunse dollari 144.000.000 nel 1866 (guerra coll'Austria) e gradatamente si ridusse a dollari 2.000.000 principalmente per gli sforzi di Sella e Minghe~ti, i due capi del partilo conservatore. Nel 2° (1874'-81) si ebbe un rapido migliorarvento nelle condizioni economiche del paese. Il bilancio presentò un avanzo di quasi 11000.000 dollari nel 1881. Il partilo libe1·al~ abol"t nel 187Gil dazio del macinato; progettò molli lavori pubblici e ferrovie ed aumentò le pubbliche spese di ogni genere. Nello .stesso tempo il governo cercò riprendere i pagamenti in moneta metallica (oro e argento). Dei lrl8.ù00.000 di carta moneta, 68 milioni furono convertili in biglietti da L. 5 e L. 10; e 120 milioni furono cambiali alla pari in oro mercé un prestito contratto per mezzo della casa Hambro e figli sul mercato inglese. Il cambio su Parigi cadde a 100 e l'aggio sull'oro scomparve. In seguito a questo periodo di prosperità, governo e paese perdettero di vista, ogni principio di scienza economica. Le spese pubbliche aumentarono continuamente; l'aoanzo di 11 milioni dj dollari del 1881 si convertì in piccolo deficit nel 1884 che crebbe sino a 47 milioni di dollari nel i889-90 ! Nel solo anno 1887-88 si pagarono 60 milio11i di dollari per costruzioni ferroviarie fatte per mezzo di grandi prestiti. La speculazione, le banche per azioni malsane, i lavori pubblici delle graniF città - specialmente ,Ji Roma e Napoli - crebbero in guisa da indurre il governo e le Banche di emissione ad una grande eccedenza della circolazione cartacea. In tali condizioni vennero meno i pagamenti in moneta metallica, riapparve l'aggio sull'oro, discese il prezzo del consolidalo, molte banche fallirono o si ridussero a mal partito, e ne segu·1 una grave depressione finanziaria ed economica. La crisi rsggiunse il suo massimo negli anni 1889-1892. Quando ritornò al potere l'on. Crispi la crisi era intensissima. Si deve specialmente al ministro Sonnino se cominciò la ricostituzione fin.anziaria ed economica, che venne ostacolata dalla sfortunata guerra dell'Abissinia che costò 30 milioni di dollari ottenuti con un prestito, che accrebbe il· debito pubblico. Spetta al gabinetto Di Rudinì il merito della restaurazione finanziaria; durante il suo secondo ministero scomparve il deficit del bilancio, e riapparvero gli aoan.z-i con 1 milione 850 mila dollari nell'anno 1897-98, che gradatamente arriva ad 11 milioni 670 mila dollari nel 1'900-901 e a 12 milioni nel 1901-902. L'avanzo in gran parte è dovuto all'entrata doganale e sopratutto al prodoLLo del dazio di L. 7,50 per quintale sul grano estero. Durante l'ultimo periodo (1894-902) il miglioramento neJle condizioni economiche e finanziarie fu continuo e progressivo. Si cominciarono a pagare i debiti redimibili e sj provvide alle spese di costruzioni ferroviarie (circa 20 milioni all'anno di lire) e alla spedizione in Cina colle entrale ordinarie ~el bilancio. Il corso della finanza nazionale e dal debito pubblico rispecchia gli eventi ·politici attraversati dal paese. Nella seconda metà del secolo passato si ottenne l'unità e l'indipendenza ,Jel paese. Il presente regno d'Italia é il risultalo di un grande movimento patriottico terminalo colla fusione in un solo di vari pi~coli Stati, che spesso si trovavano in pessime condizioni economiche e sociali. In parecchie provincie, specialmente nel Sud, mancavano le ferrovie, le strade, i ponti, le scuole. Tutto dovette essere creato; e coloro che frequentemente deplorano le present.i condizioni sociali d'Italia, probabilmente ignorano l'enormità dell'impresa, compiuta da una sola generazione, di costruire un nuovo edifizio di civiltà e di progresso. Ancora poche altre .considerazioni sul Debito pubblico. Il fallo che una parte dei titoli del nostro consolidalo è posseduta dagli stranieri ha avuto un doppio ordine di conseguenze. Da una parte è aumentalo il CaJJilale e il credito nel paese per influenza dul capitale straniero; da un'altra parte si doveaero pagare in oro - colle relative perdite per l'aggio sull'oro - gl' interessi del consolidalo in mano degli stranieri e si pertu,-bò, con ciò, il corso del ..:ambio. Per tale motivo venne considerato come un fenomeno benefico il riacquisto da parte degli Italiani dei titoli del debito pubblico collocati all'estero. Le proporzioni del fenomeno vengono date dalla cifra degli interessi pagali in .oro dal Tesoro ali' estero: furono 39,400,000 dollari nel 1893 e discesero a 12,300,000 nel 1900. Ciò significa che in cifra tonda l' Jt.alia in sette anni ha riacquistato dagli stranieri oltre 200,000,000 di dollari del suo debito pubblico, e che all'estero, specialmente in Francia e in Germania, non ne rimane clie per 280,000,000. E il riassorbimento continua. Benché vi siano alcune voci dissenzienti, pure la preferenza al Debito di carattere internazionale - quale il nuovo titolo 3 112010 -- cresce. È opinione generale, che, nonostante il no,:tro debito coll'estero, la bilancia monetaria annuale ci sia favorevole, a causa delle rimesse di denaro dei nostri emigranti e specialmente di quelli andati in America e dello incremento continuo dei viaggiatori stranieri - con particolarità dei nord-americani - in Italia. Si calcola che ~ssi portino circa 400 milioni di lire italiane all'enno (1). In quanto al passato, e specialmente durante il periodo delle guerre nazionali, il consolidato venne emesso molto al di sotto _della pari. Frequentemente il 5 Oro venne emesso tra il 70 e 1'80; più recentemente il 3 010 dei titoli fe1Toviari lo fu sotto 60. Si afferma spesso, in ispecie dagli scrittori stranieri, che l'Italia è oppr'essa dal carico del debito pubblico. C'è molta esagerazione, benché il giudizio trovi il suo apparente fondamento nel fatto che il 40 Oro dell'intero bilancio dello Stato venga assorbito dagli interessi del Debito nazionale - compresivi gli 82 milioni di lire delle pensioni civili e militari. Ma dev'essere ricordato che gran parte dell'interes-;e è sottoposto all'imposta del 20 0tO e che i 137 milioni di dpllari si riducono così a 120. Inoltre più che un terzo del debito pubblico fu contratto pPr costruzione di ferrovie che rendono allo Stato circa 20 milioni di dollari all'anno. L'interesse del debito realmente pagalo si riduce quindi a circa 500 milioni di lire all'anno, che rappresentano meno di un terzo del bilancio annuo dello Stato e non giustificano il pessimismo di parecchie riviste straniere. L'Italia ebbe un periodo di progresso continuo dal 1870 al 1880, quando cominciò un periodo di follia economica e finanziaria, negli anni t881-93. La reazione inevitabile sopraggiunse tosto; e due ministri delle Finanze, Luzzatti nel 1891 e Sonnino nel 1894, iniziarono la sana politica di raccoglimento e gettarono le basi dell'attuale prosperità finanziarie. Le spe5e e i lavori pubblici furono diminuiti, nuove imposte furono votate, il bilancio fu ristorato e cominciarono gli avanzi. Come consegutmza naturale, fu arrestato l'incremento del debito pubblico, e se ne cominciò anche la riduzione, mentre d'altra parte si fecero dei tentativi per migliorare (1) Le rimesse degli emigranti si calcolano a circa 300 milioni all'anno. N. d. R,

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