Pietro Sbarbaro - Da Socino a Mazzini

DA . SOCINO A MAZZIN! SCRITT O DI PIETRO SBARBARO

MAZ 0700 00 2~ 5 MAZ 3875

DA SOCINO A MAZZINI

DA SOCINO AMAZZIN! SC RITTO P IET RO SBARBARO ROMA EDOARDO PER!i\01 EotTORE·TIPOGRAFO Plazzetta e Vieolo Sclarra, 62 1886

PARTE L SO CINO L Venite ed onoriamo in Socino una delle maggiori glorie d'Italia nel passato: venite ed onoriamo nel nome di Socino una delle speranze più ardite e magnifiche di t utta l'umanità per l'avvenire. La nostra patria è stata più volte, e in diversi ordini di cose, la maestra, l'antesignana del progresso, rivelatrice e interprete prima della verità a lle altre genti. Lasciando nel mistero della loro antichità gli Etruschi e i popoli della Magna Grecia, popoli di filosofi , morti per la libertlÌ e per la sapienza, come il Mamiaai, tutti riconoscono, che Roma, oggi libera si, e capo d'I talia, ma vuota di opere grandi e di sublimi inspirazioni, dove si ec-

Btbltoteca Sba.rba.ro cettuino le inspiratrici grandezze delle sue rovine, colle armi e col diritto disciplinò e illuminò il mondo, spianando colla uni tà estrinseca della legge la via regia alJ a grande unità spirituale del nosr.ro genere partorita dalla parola di Cristo. E la parola di Cristo, escita dall e oscure fra· tellanze delle Catacombe, diventò in Roma l'eredità aggrandita di un imperio, che disparve nel fecondo e salutare dil uvio della nordica selvati· chezza, lasciando alle nazioni la più perfetta formala dell a giustizia civile, e da Roma il verbo cristiano dominò su tutto l'universo. Col Risorgimento l'Italia si trova all'avanguardia di ogni coltura, di ogni gentilezza. Già i suoi Comuni hanno sparso sopra tutto il Medi o Evo i raggi di una nuova civil tà, che nelle lettere si leva sino alla emu lazione del pensiero di Dio coll a Divina Cmnmedia, nelle arti anela all'infinito col decreto degli operai fiorentini di edificare il più bel tempio del mondo, con Arna ld<• da Brescia precorre alla riforma del secolo xvr, colla rinata giurispr udenza di Bologna (1) inaugura il lento e faticoso !arorio di quella trasformazione democratica dell'organisr.w sociale, che avrà un giorno la sua for - mula nei P1incipii de! 1789, e lascia all'Europa moderna t re magnifici red itaggi: la scoperta dell'America, ultima inspirazione della fede, che aveva (l) G. Ceneri, in una. delle sue magnifiche Prolusioni, notò questi t r':l fa.tt i del ~le dio ~;vo Italiano : la L ega L ombal"da, lo Studio eli Bolog'u' e Arn«ldo cla Brescia, come tre punti luminosi della. rinata coscienza della. missione istorica d' Italia.

Da Socmo a A1azzmi benedetto i miracoli della Lega Lombarda ; lascia coi li bri di MachiaYelli il primo saggio di scienza poli tica sperimentale, e con Alberigo Gentili la prima formu1a scientifica di quel Dir itto Soprauazionale, onde i gHt liberi nostri Comuni avevano tentato le prime esperienze, come nota il :Massarani, e che, non per iperbole, Emerico Amari salutava ai dì nostri la meraviglia dell't~.,manilù. (Scienza della L egislazione Com1xwata). 'l'utti questi vanti legittimi dell' Itali a non richi edono alcun commento, né alcuna illustrazione, per venire pregiati , dalla comune degli uomini istrui ti , secondo il loro giusto valore, e per risvegliare nell ' anima dell e nuove generazioni il desiderio, l'aspiraz ione, l'agonia e la tradizione de1le cose grandi . Quale è, infatti, l'Itali ano, che davan ti alle ro- -vine del Colosseo non senta tutto l' orgoglio delle patrie memorie? Chi, fra i miei compatrioti , può pronunciare i nomi di Raffaele, di Micbe]angiolo, di Galileo, di Leon Bat tista Alberti, ques to tipo dt!gli uomini universali, con.e lo definisce un recente scrittore tedesco, senza in sé medesimo esaltarsi ? Ma vi è una gloria del pensiero italiano, vi è nn' altra stell a di prima grandezza nel firmamento della nostra storia intellettuale, cl•e i dotti appena ·conoscono, che i sap ienti di tutte le nazioni del mondo ammirano da h·e secoli , e il popolo italiano conosce appena di nome. Io parlo di Fausto e di Lelio Socino. Le tenebre dell' ignoranza italiana

B~bh.oteca Sbarbaro intorno a questa gloria italiana sono così dense, che nel 1879, avendo io pubblicamente indirizzato al Mini~t·,·o dell'Istruzione Pubblica, Fr. Paolo Perez, uomo degno di attuarlo, il voto, che il Go· verno del Re provvedesse all'ed izione delle Opere di Sod.no, un giontaletto risibile, che sotto il nome di F"''f"lla educava, in quei tempi, l' Italia a ridere delle presenti e future sue miserie, suppose, credette e giudicò anche l'umile sottoscritto tanto ignorante da domandarmi di quale Socino si sarebbero dovute ristampare le Opere, avvegnachè, mi istruiva il dotto giornaletto risibile, di Bacino ce ne sieno stati due. E la lezione datami, cristianamente gratuita, dal diario umoristico del tempo che i moderati tenevano a balia il Regno d'Italia, già decrepito e ia fermo, veniva proprio opportuna e necessaria per nn povero diavolo, come me, che da circa trenta anni mi aflatico a diffondere in Italia la fede tmita;rict di tutti i Socini ! O provvidenza di Ilio benedetto, quanto sei curiosa, e arcanamente feconda, ne' tuoi mezzi e ne' tuoi espedienti , per far sorgere dalle più umili origini gli effetti più solenni e suscitare dalla selce dell'umana imbecillità, dura come la cervice del tuo popolo eletto, la scintilla dei più vasti incendi e delle più minu;olose 1"0?J'ine, come direbbe il grande Segretario di Fiorenza! Eccovi, che una sciocchezza del più arguto gocciolone d'Italia mi somministra l'occasione desiderata di far conoscere a tutta l'Italia, dai più ignoranti ai più distratti de' suoi figli, da Como a Siracusa, da

JJa Socmo a Jliazzmi 9 Catanzaro a Modena, da 1l'orino a Palermo, da Roma a Forlimpopoli , chi fosse Socino, e che cosa facesse in suo vivente, e che cosa sia il Socr:xL\.N I SMO, del quale non vi è 11ersona mezzanamente in tinta di pece letteraria, che non abbia sentito, più o meno confusamente, parlare. Se, per tanto, questa dottrina religiosa, nella quale io ho sempre creduto, dacché incominciai a rendermi conto delJ e mie convinzioni, e nell a quale spero di morire, fra. qualche mese sarà più conosciu ta che per lo passato, e avrà salvato qualche an ima dalla morte eterna dell'increduli tà, che è l'inferno delle coscienze, sappiate, che ritalia ne ha r obbligo ad un semplice FAN.li'ULLA, effemeride sorti ta a giocondare gli !'piriti e ad avvezzare gli Italiani a ridere sopra le cose più gravi. Per molti anni quell'eroe cortigiano rise anche di me, credendomi un uomo importante in I talia, e si degnò di esercitare sui miei omeri la faretra de' :moi innocentissimi epigrammi, talvolta foggiati al l'incudine di Socrate, di Voltaire e di Paolo Luigi Con· ritr, talvolta scipiti come le barzellette di un vecchio ribaldo, che fabbrica birra di Vienna con acqua del Po. E come nell'orgoglio della sua importanza educatrice Messere Fctnfulla, stimò un ginrno di insegnarmi amore di patria sul proposito di Albe· rigo Gentili, che prima del 1875, anno della resurrezione di quel grande, Fanfulla non conosceva nè pure di nome, e imparò a crederlo una gloria d'I - talia dopo che io gli cagionai tanto fastidio colla ripetizione di quel nome, cosi, avvezzato male da ,

IO Biblioteca Sbarbaro suoi eruditi suggeritori, i Bonghi, i Broglio, ecc., il birichino sali va nel 1879 in tanta superbia e presunzione da farmi sapere che i Socini erano due. Si vede, che la voce del suggeritore eruditissimo non giunse molto di stinta all'orecchio di asinello del mio maestro liberale e spontaneo, perchè altrimenti avrebbe imparato per conto proprio: l ' che da Gioberti ad Aurelio Saffi , da Rousseau a Jetferson, t utti coloro che parlano di questo argomento, credendo di indirizzarsi a persone culte, usano sempre di dire SocL~O senz'altro, senza incomod<>rsi <> distinguere Fausto da Lelio ; 2' che a vendo io parlato di opere da ristamparsi, è chiaro, per le persone dotte, che inten deva parlare di un solo Soeino, di Fausto, perchè di opere reperibili , a stampa, non ci sono che quelle di lui solo; mentre il povero Fa11jullet evidentemente colla sua ingegnosa domanda, mostrava di credere che ci fossero opere ri stampabili di T UTTI E DITE (1). O vedi , che maestri in Isdraello fiorivano prima del 18 di Marzo 1876! 3' che dei Socini illustri, e autori di libri , ce ne furono più di due e più di quattro, come gli Italiani vedranno dal prog1·esso di questa chiacchierata. IL Il nostro secolo fu chiamato il secolo delle grandi risurrezioni. In fatti, non mai come nell'età pre- (1 ) È noto, che, quanto ai libri di Lelio, " c'est à 1x:ine, « e~1me dice il Durrieu, s'il est JWSsible auJourd'hui d'enretrouver c q_uelques (ragmctls ... •

JJa S'acino a Alazzt1u Il sentP. si videro ripresentars i ai posteri uomini e inStituzioni sepolte, idee che parevano spente, glorie che sembravano tmmontate, nomi appena ri cordati, epoche e avvenimenti, a domandare un nuovo esame, ad implorare dalla posteri tà una sentenza più gi usta sul loro carattere, sul loro significato, sulla parte avuta nello svolg imento degli umani destini e nel corso dell a storia della umanità. Noi s iamo una genel'az ione curiosa ed avidissima di ricostrui re il passato, di rifi\re la s toria degli uomini grandi e de1le grand i cose con criteri più equanimi, con r icerche più paz ienti e con tutta quell a imtlatz iali tà che è propria del metodo scientifico e lo distingue dall a polemica di parte, imparz iali tà serena e inaccessibile a l soffio delle passioni di scuola e di setta, perché unico suo intento, tl sua religione, è la scope r ta di tutta la verità. Il rinnovamento profondo di tuttu l' indirizzo del pensiero modemo, che si compi e sotto i nostri occhi e sotto gli auspizi del metodo sperimentale, e che nell 'ordine delle scienze fisiche e naturali ha parto ri to tanto splendore di superbi resultamenti e di progressi, all argandos i ed abbracciando successivamente le altre sfere dello spirito umano, impresse alle scienze morali e politiche un carattere ed un indirizzo storico per eccellenza, che nel diritto prese nome da Savigny, nell'economia da Roscher, nella legislaz ione comparata dal nostro Emerico Amari, nella filosofia della storia fn inaugurato da Michelet colla 'rism-rezione di G. B. Vico, il cui gran nome mi ricorda un curioso giudizio di Quirico Filopanti.

12 Btblioteca Sbarbaro Secondo l'illustre astronomo e patrio La bolognese io avrei reso all a memoria di Alberigo Gentili un servigio analogo a quello reso da Michelet a ll a fama di Vi~o; e come Vico, dopo la restituzione della sua. gloria, per opera dello scrittore francese, di troppi) negletto che era stato dai contemporanei, venne esaltato oltre la giusta misura, così io avrei concorso ad esagerare la granJ.ezza del SanginesiHo, precursore di Ugo Grozio. In t utto questo di scorso del buon F ilopnnti non è che un punto di una vera analogia fra le due resurrez ioni : Vico, come Gentil i, venne alla luce, dopo un secolo di oblio, perché il suo gen io, e il genio, ossia l' indole, delle sue dottrine, quanto discordava del carattere scientifico del suo tempo, carattere così ingegnosamente scolpito da Cataldo !anelli, suo continuatore, tanto armonizza e si riscontra coll ' indiri zzo istorico del pensiero e degli studi dell'età nostra. Di Gtmtil i può dirsi il medesimo ; ma più che altro avendo l'occhio non a l metodo ed alla forma scientifica del suo pensiero, ma alle tenden7.e umanissime ed allo spirito cristianamente pacifico che gli dettava il libro DE I um·; BEr~r~I. Avida di conoscere nwglio il passato e le leggi della propria e\•oluzione storica, l'Umanità si vo lse a Vico non prima che in lei si facesse chiara e distinta la coscienza della propria unità organica e della propria missione tra le armonie di questo ar · cano universo: assetata di giustizia . e di 1Jctce fra le di verse sue nazioni, l'Europa non poteva far plauso né sentirsi ra}1i ta di en tusiasmo per il povero

Da Socino a Jlfazzini 13 e dimenticato profugo del secolo X \' l, se prima l'Ar - bitTalo di Ginevra, dove l' ft a lia compar ve pacifi catrir.e di due grandi nazioni pel solo magistero dell a penna e della ragione inerme, non avesse fatto testimonianza a ll 'Europa. civile della pratica possil>ili tà di sostitui re a lla guerra quell a sap ienza fle i pacifici .A.rl>itrati , che il Gentili fino dal secolo xv 1 invocava da Di<.~ e salutava su l lontano orizzonte dell 'avvenire per l' umanitil. Tale è la spi egaz ione, che può darsi, pilt naturale e spontanea d i queste r isurrezioni. I morti, com~ scrire H Quinet, in sostanza , non r itornano so non quando hanno da insegnare qualche cusa ai viventi ! E se io, umilissimo ed iufelici ssimo SPrvo di Dio, che P. veri tà e flemma infinita , e non si afji·etta a. 'rh:elare sè slebSO pe1· questo appunto che ?lOUmuore qùtmmai, come dice Cad o llarenco nella Pia, de' Tolomei (povera cittadina e forse antenata dei Socini), come sono ri escito, t ra scherni di imbecill i e indulgente pi età di erudi t i ben pa.scin Li , a far r endere la. dovuta g instir.ia :li Gentili : sciogli endo, senza meri to: ma con buona volontà, il voto di Romagnosi e di E meri co Amari rimasto in sodd i ~fatto (1). f;arò tanto fortunato, anche ri spetto al grande di Siena, da rendere il suo santo nome popolare da far sì che in ogn i pill oscuro villaggio del paese bello, da Poggibonsi, patria d i S. Lucchese, che fece tutti i mest ieri , ad As inalnnga, da Ravenna., la •nobile

14 Bibboteca Sbarba·ro come la chiama Aleardi , alla. mi a Savona , dove si onora Maria Vergine comparsa al Beato Antonio Botto mentre si lavava le mani in un torrente, si conosca per quale veritù, per quale fede, per qu~le iùea religiosa Fausto Socino abbia sofferto, scritto e combattuto su questa terra i il merito non sarà mi o, ma della. maturit à del tempo, preparato e disposto a ricevere quelle verità, che, precorrendo i tempi, il r iformatore di Siena aveva annunciato all'Europa del secolo xv1, quando a malgrado dell~ potente scossa data da Lutero all'edifi cio della società religiosa del Medio Evo, nè le condizioni poli tiche, nè lo stato morale delle nazio!:! i, nè il tardo progresso della nazione consentivatlO al pensiero di questo gigante il tramut arsi in legge della coscienza universale ed in }JensiP.ro dell 'Unta ni tà. Questa è l' i sloria ·ideale, eterna, direbbe Giambatt ista Vico, di tutti i precursori che oltrepassano la mi3ura in tellettuale del prop ri o clima storico, della generazione a cui spettano, la quale li tratt.a da sognatori o da pazzi. quando non li imprigiona o non li manda al patibolo come soggetti pessimi e peri colos i disturbatori della. pubblica digestione! Quando un uomo di ingegno smisuratamente superiore al suo tempo scuopre alcuna grande ve· ri tà, specie se è di quelle che più offendono pregiudizi e passioni inveterate, sentimento diffu so e tradizioni tenaci, egli deve rassegnarsi alla corona de l martirio ed a vh•ere quasi pellegrino nell'età sua. Se quest' uomo ha nelle mani un nuovo

Da Socino a Jll,, zzmi 15 mondo da regalare alla. ci vil tit, i gravi dottori gli dimostre!'anno, col compasso e la spe,.a , che egli delira; se egli ha nell'anima l'Unità. d'Ita li a, lo chiuderanno nella cittadella di Savona - come un sedizioso; se insegnerà il moto della. terra, i carnefici tonsurati dell'umana r agione co lla B ibbia in una mano e la. tortura lo convinceranno dP.' suoi errori di calcolo; se, come Vo ltaire, consacrerà i tesori di una. in telli genza senza confi ni a l trionfo della rag ione, alhL riforma. dei Codici, alla diffusione dei principii di uman ità, di to lleranza, di libertà, sarà bastonato, o carcerato alla Bastiglia ; se !';Ognerà con Campanella un ideale di perfezione civile, lo metteranno a lla tort ura, e lo far anno stare ventisette anni in p:·igione; se descriver à. colla potenza dell'ingegno speculat ivo fondo a tutto l'Universo, lo mandera nno su l rogo come Giordano Bruno: e a che proseguire nell a via degli esempi ? 'l'utta la storia dei grandi benefattori del genere umano è un lungo martirologio, una Via Orucis, un Ca lvario, dove non manca mai nè l'aceto, né il fi ele, come ultimo saluto del popolo a chi gli additava le vie del futuro. La sto ria dell ' intelletto italiano, in particolare, è storia di martirio e d i sangue ! Non un nome, cin to dall 'aureola della vera g ra ndezza, si incontra in essa, che non sia anche circondato da una corona di spine. Dante condannato per estorsione, come un barattier e ; Savonaroh:! arso vivo; Machiavelli povero torturato ; Torquato Tasso in un ospedale di pazzi ; Colombo in catene; Lucio Benini, Valent ino Gentili, sul rogo,

16 .Biblwteca Sba.rbaro in esilio: e la. schiera. dei nostri esuli , chi può tutta noYerarla ? L'llalùt Esnle pare\•a a Cesare Balbo il soggetto di un li bro st upendo: e sar ebbe la storia delle benemerenze italiane verso l'universale civiltà. III. '11ra le famiglie o pleiadi di proscri tti , che dall' Italia, serva. ca lpestata e corrotta, recarono oltre i mondi, al di là dei mari, la favilla del pensiero libero e diffusero la. luce del vero in mezzo alle naz ioni d.i. F.uropa appena risorta dall a lunga notte medievale, tengono un seggio cospi cuo g li espul si per causa di relig ione. A nche nel tatto dell e eresie e degli scismi l' Italia ha preceduto le altre nazioni. Si crede generalmente, che il :Medio Evo, et <i. di concorrli a morale e di uni t à. dì fede, epoca organica, come direbbero i Sansimoniani, non abbia. co· nosciu~o le ribelli oni dell o spirito e le pugne interi ori della coscienza. Per dimostrare quan t o sia inesatto questo g iudizio , mi basterà ricordare il gran nome di Arnaldo e i suoi seguaéi, i Catari , i Valdesi, i Paterini, per non parlare del calabrese A bate Gioacchino, di Giovanna da Parma, di Dber - tino da Casale, di Guglielmo Cream, e di altri se· gn i pr ecursori dell a R iforma in cu i ri son;ero 1'ielaborate e trasfonnate alcun e clelle eresie medie1:ali, come seri ve il Tasso nel suo dott issimo e profo.ndo libro sull 'ERESIA DE L lhmro Evo. Per flllali ragioni, poi. la R iforma protestante non abbia potuto attecchire in Italia, è una delle

J)a Sorino a~ 1llazzmi J 7 più bell e, g ravi e importanti questioni che ogg i mass imamente possano esercitare l' umano in tell etto. Alcuni se ne ra llegrano, ed è strano che si incont rino in questa O}Jinione uomini di convincimento appostiss imi , como il Bonghi e il compianto F iorent ino. Altri cons iderano, come il .i\[ariano, supr ema svf nt nra della nostJ.·a pat.ria, l'essere rimasta sut>ers tiziosa e cattoli ca. Il Mario, poi, se ne consola facilmente, considerando che il pensiero italia no col Risorgimento ol t repassò T.Jtttero, Calvino e t u tti i riformatori delle altre naz ioni , con un ricorso a l Paganes imo nell e Arti , nell a Poli t ica, che sarebbe un progresso superiore a quello toccato dai popoli rigenerati da l Vangelo. Lasciando ora da parte la ques tione sulle cause del fatto. l' importante è di vedere se le sorti dell a nazione s i vantagg iassero di quella superstizione dmasta. il retaggio del vulgo. e di quell'ateismo j)aganeggian te che fu il privilegio dei pochi, ed a l quale il Renan attribui sce il Loro disprezzo storico dell e moltitudini superstiziose. ~e la. questione s' ba da g iudicare dall 'effetto. gi udi ce non imperi to dell e umane cose, non vedo come I'Jtalia. abbia da compiacersi di essere rimasta di - visa fra il paganes imo dei dotti e la superstizione deltuagg iOJ' numero; e q ua~ i asso lvere Alessandro V J e la Signoria di ]'irenze per l';u•sassini o giuridi co di Gerohuno Savonarola, la cui eloquenza viene dichi arata frtnalita dal Mari o, e s i cap isce agevolmente perché. Perché se il povero J:i,rate amava la coltw·a, e pt'OJJWvevct. le c~rti, come scrive il Villari 'l - Socino.

18 B!IJ/1()/cca Shrrrf){fro 11 e l MACII Ln 'EI,r.T, era JJWY' arerrimo nemim di quello spir ito JXtfJll'l lO clu· allora inraclcut lutto. I l primo r isultato di quel divorzio t ra la ragione e la fede, divorzio rappresentato appun to da ll a separaz ione del ceto letterato dal popolo, fu la perdi ti~. di una Jlitrola, co::m, come la chiama il Renan, par lando delle B i ro7nzioni cl'l talia e di Giuseppe F errar i. Non avendo volu to ascoltare la parola del r iformatore di F irenze, PJtalia dovette rassegnarsi a corteggia re l'Aretino. L' ingegno ita1iano mandò, è vero, ancora lampi di gloria nell e Arti, che ill uminarono H mondo; aperse le vie (lell a scienzit con Leonardo da Vi nci ; ma poi ? E l' indipendenza, e la li bertà, e il carattere, e la mora lità, che desti ni incontrarono, che passi fecero, che cosa divennero? Gni cciardini e Jì[achiave1l i furono i nostri oradoli: un Borgia parve al patr iotti smo disperato l'àncora. della nostra sa lu te : l' ingegno perverso la nostra tradiz ione ! La jJiccola cosa che perdemmo fn il senso morale. Se tre lunghi secoli di servit ù, di abbi ezione, di corruzione spaventevolmente profonda non dicono null a, e nulla provano i se i difetti del nostro ca· rattere, le present i nostre piaghe morali , q nell a decrepi tezza precoce della nuova Italia, che tutti hanno sotto gli occhi, non sono argomenti eloquent issimi contro l'avverso fatto, che nel secolo xvi ci contese i benefi ci i di un ri sorgimento reli gioso, io non so più a qual segno s i possano ormai ricono 1· scere gli effetti sinistr i di una cattiva erlucazione nazionale.

]Ja Sonno a Alazznu l 'l Germ i di un rinnovamento religioso non mancavano, lo ripeto, come non mancarono, in It ali a, nel secolo di Leone X, i generosi conati per ispi· rarlo e farlo emergere vittorioso dal doppio impedimento della tradi zione e dell 'ateismo accademi co , che straripò col Risorgimento: con quel Risorgi· mento dell a. coltura pagana, che se ha portato frntt.i preziosi di libertà intellettuale, di perfezione nell e arti e nell e lettere, e costituisce un reale incre· mento della. vita compostissima del n()!'ltro mond o civile, non fu , per altro, scevro di grandi magagne, J)erché per esso, come ~cl'ive Alberto i\:fa.rio nel suo Caflanfo, l'I talia si nfecc JXl{JMICt. E non si staccò solt;tnto dalla tf'olo.fJia del medio ero, per celebrare le nozze colla natura, ma. si seq uestrò benanco dnl geni o li berale del Cri stianesimo, in quanto ricostl'ni il concetto tutto pagano dello Stato ouni potenle e sulla religione delle forme e dell a bell ezza plastica smaniva il sent imento dell 'Infinito e quella profonditi\ di senso religioso, che la Riforma rein te· grava nell a. stirpe germani ca. per la sna. gmndezza. e la sua feli cità. Fnrono conati generosi di rinnovamento cristiano i ~odalizii di lfodena, di anginesio, di J,errara . le congregazioni fonda te da Pietro Martire Vermigli in Pisa, L UCC.1, Napoli. rPu tta. l'Itali a, dice Aureli o Saffi nel suo magn ifi co li bro su Alberigo Gentili, era :~eminafa di sodaliz i n'1·olti ad innovare gli OI'Clini religios i, nell a prima metà del secolo xv l ; e quali fossero i caratteri e quale l'estensione di quel moto, che l'indill'erenza e la reazione soffoca~

20 .Btb!wlrca Sbar baro rono, ognuno pu ò verl erlo in Leopoldo Ra.uke (8to - 1'ia dei Papi ne' secoli xv i e xvn ) , nell A. lh ·j(Jnl/ation in Jtaly di l\f. Cl'ie, in Genlesio (8'jJn·imen Jlaliac 1'P(ormalae), nel Giannone) nei Cap. JT[ e I\ dell a dottiss ima opera di Gi useppe Speranza su Alberigo Gentili, nel libro postumo di F il ip)lO De Boni: Perclu) lct 1(-f(orma.. 'IIOn ?'Ùt sr·ì ùz Jialia? nell 'elegante lavoro di Ernesto Masi su l 11 Burlamactld 11 , in quello dell 'egregio dott. Benrhat, tanto amico dell 'Italia, sopra" Ochino,., e negli "' En1·:T1CI o' ITALIA " d i Cesare Cant.ù. T..~o stesso Alberto Mario. in " Sr H·IO ~m DJ~· Rwcr, ,. tuttochè inclinato a rallegrarsi che il paganesimo redivivo soprammont.a.ss-e in t utti gli ordini del pensiero, non può a meno di confessare: u la Ri forma ebbe in Italia precuru sol'i e apos t.oli nnmeros iss imi e ins igni , uomini " e donne, Socino e la duchessa di Ferrara, " Ochi no e Vittoria Colonna, Cal'!lesecchi e Oli mpia " l\Iorata . , Ora perclu~ ritalia, 1'CS[a cattolica? domanda il lacrimato patriota di Lendina ra. A rispondere adeguatamente non basterebbero cen to volumi. p~r descrivere lt t rJulo tutte le cause e r agioni di un fat.W così grave e complesso. " E ll e n'a pas vouln de la réforme relig ieuse, qui " eùt détmit te prineipal lerier de sou asr·endunt " JJOlilique ,çm· le momle: elle a préfCré l ' inm·édulilt! • matél'ialis te au protestant isme ; ell e portera le " joug plus lom·d qu'aucun pays, l'E spag:l e excepté.:o, " ai t porté; elle subira le supplice de eette ehape " de plomb qne son poète vit peser dans l'enter

lJa Socmo a Jlfazzim 21 " sur les hypocrites », grida il Renan, parl ando dell E'. R ù:oluzioni (l'italia, di Giuseppe Ferrari. I popoli non deliberano consapevolmente né sulle forme del politico reggimento, nè, molto meno, sulle forme · del loro sent imento reli gioso. L'Italia non ha 't"O - lulo 1tulla nel secolo di Lntero e di Socino quanto a lla trasformaz ione della sua vita religiosa, perché nulla pote\•a volere, oppressa da una fatalità di eventi e di infortuu ii , un solo de' quali sarebbe bastato a toglierle fin o la illusione del libero arbitrio dell e sorti propri e. 11 L11. R iforma; sentenziò un largo intell etto della storia nostra, rl, ullo :Massaraui, nell ' I dea, ltalùuut allrurarso i ~reu1pi , la Riforma, com.ecd/(1 1'ÙJI'Iessc le prime origini dalla opcrosilrì intellettuale degli Italiani , a'rern tmsmes.-;o ad altre stirpi lit 'vù·tù -iniziatrite. , E ra la prima pagina di que l volume dt-1l'avvenire, che si schiudeva in Itali a. Di qui innanzi una vita più in tensa parve tra:;;fondersi nei popoli settentr ionali: a.Ua improvvi sa Juce, che irradiava dalla emancipazione religiosa, genti pres- :;ochè ignote, nazionali tà quasi inconscie di sè me· desimd compal'vero sul teatro dell' istoria. e cinquant':mni dopo Lntero la r iempivano del fmgore dell e loro ann i. T...a Rivo ln.done d' I nghil terra, qu~sta scuoht norma le dell a moderna li ber th e del sistema rappresentati v o, iniziava nelPordine temporale l'opera di emancipazione, che la Riforma, aveva condotto più innanzi nell 'ordi ne delle coscienze. Io penso che sia avvenuto, per a lto disegno della Provvidenza, nell rt storia religiosa d' Italia

22 Btb!iotcca Sbar baro al cun che di analogo al nostro politico destino.). ~ mi dichiaro. Come l'Italia, benché precorresse all 'al· tre naz ioni nell 'arringo della li ber tà poli t ica. co1la pleiade lum inosa de' suoi Comuni, pure non riuscì, nell'epoca dell e grandi Monarchie, ad organizzare la sua rigogli os issima vita interna nella. uni là. dello Stato i cosi essa, che aveva con Arnaldo da Brescia preluso a L utero, si trovò impreparata nel secolo xvi a compiere in sé quella r ivoluzione cristiana, che prima aveva intraveduto tra le fi oche albedini del Medio Evo. È destino e legge di nat ura, che gli organi smi più perfetti e troppo superi ori }Jer eccellenza di vi ta all o ambi ente in cui si producono con precoce svolgimento, rimangano oppressi dalla violenza delle forze circostanti. •rate fu pure la sorte di qud ht Polonia, che ospitò i Socini , che, prima i:lspirandosi al genio del Socinian ismo, consacrava il domma della li bertà. religiosa nell 'ordine giu ri· dico, e soccombet te vi ttima della sua stessa superio rità di coltura. in mezzo alla barbari e moscovita ed a ll e tenebre della. reazione gesuiti c_a del Secolo di S. Ignazio : la cui grandezzR. t itanica di spiriti, di di segni , di apostolato e di idee, non ha. ri scon· tro t'he nell a gigantesca fi gura di Socino. La. :E'rancia, l'Italia, la Polonia, che G. Mazz in i chi ama smtfa. e dovrà r isorgere, eome n~i , sono nar.ion i marti ri, create da Dio per insegnare al mondo collo spettacolo della loro grandezza, co lle \•ittorie del loro genio, collo straz io secohu e dell a loro anima e delle loro membra.. Non lo dimenLi· cllino le tre nazioni sorell e !

Da ~ocino a Jllazzini 23 IV. Come non scese nel sepolcro con MachiaYelli l'idea dell 'Unità Itali ana, e nel secolo x1x risorse, sp lendida. come un sole, nell a grancle anima del Prigion iero di Savona, così l' Unitarismo non si spense con Socino, e nel seco lo xzx risorge con Channing in America e, secondo una profezia di J efferson, del 1822, sta per diventare la " religione dt•l ma~qgior 11 ume,·o dal Settentrione a Jfcrzogionw. • J~e veriu\ non muoiono: possono rimanere a lungo so ffocate dalla violenza, chiuders i nell e profondità. dell'anima umana, vivere per lungo tem}>O una vi ta. oscura, latente, non visibile all 'occhio superfici a le del vu lgo o clei semidotti, pronti a cantarne le esequ ie, o a negarne la divfna presenza nel mondo dP.llo sp irito, come i ciechi nE:gano la luce; ma presto o tardi rivengono a gal!<\, prorompono da t utte le parti del mondo con una simultaneità. di apparizioni, che ha del prodigio e hLscia attonito il nostro pensiero. r al e è la. storia dell a lunga incubazione dell' htea unitaria, antica. quanto il Cristianesimo, quanto l antico e l'eterno monoleismo, che da A rio a Socino, da Socino a Channing non ce~sò di trasformare in secret.o o palesemente tutte le Chiese, tutte le confessioni, ed in questi ultimi anni si diffuse contanta rapidi t;\ ne' due emisferi, s i afferma con tanto sp lendore di nomi, di opere, di man ifestazion i pubbliche e di COIHluiste morali, da strappare le 11iù

24 .BtO!totcca Sbrrrbaro solenni confession i dell a sua importa.m::a e della sua straordina.ri a vita li tà e de! suo avvenire magni fico agli uomini di tutte le scuol e e di Lntte le opi nion i. :Ma prima di parlare dell a fOrt una del i ' idea, di- :;corriamo dell e vicende ilei suo confessore ed tt.post.olo. La fam iglia Socino, o Sor.,; ini, è una dell e pi ù antiche ed illustri di quella città di Siena, che ultima c u~tod i i penati dell a li bertà in Ita lia, e cadde sotto la vi le OJ.mipotenza deJi e armi di Carlo V con quella luce lli eroismo, emu lo dell' assedio di Ji' irenze, C1le Giuseppe Revere ha egregiamente descritto nella Co1luta di Siena. Un bisavolo di Leli o Socino, l\f;wiano1 degno coutinuato r della sequenza di letterati , eli guerrieri , di giureconsulti onde la nob ili ssima stirpe era. stata. feconda , fu Avvocato Concistoriale di Pio II, il celebre senese conosciu to al mondo dell e lettere come Enea Silvio Piccolomini, e Ju uno de' più culti ed assidu i ingegn i dell'et.à sua. I l Bayle rende alto testimon io del suo valore nana.ndo minutamente l'umiliaz ione accademica di quel vaJentissimo Giureconsul to al l?o liziano, che si ent. ''anta.to di sorpassare Accursio nella. in terpretazione del diritto pubblico e di fronte a ll e oUbiexioni formidabi li del senese si impapp inO. Un Bartolomeo Socino, ultimogenito di Mariano, stupefece i coetanei colla eloquenza: tanto che i P rincip i Italiani, i Medici , gli Sforza., i Visconti , gli E· stensi, accorrev;lno numerosi a. Bologna per asco ltarlo cstwn e da quella famosa Università i priuCÌ!l ii del djri tto delle genti, che niil f.~rd i un pro-

Da St1cmo a .1/a::Jm 25 fugo ita liano per motivi di religione nell'Atene d'Ing hil terra. soll everit a diguit.il e in forma. di scienza.. Un altro Socino, di nome Mariano e figli o di Barto lomeo, a ventici nque anni occupavct la cattedra. illustrata. dall 'A lciato. Dopo qnaranta~ei anni di matrimon io perdette la moglie, ed egli rimase in cosi profonda tristezza pe1· quella perdita , che il Pons irolo, se racconta i l \'ero non so, dice che g li amici dovettero conforta rl o alla vita ga lant e e scio11erata per distrarl o dall ' immenso do lore. Lel: o fu figlio di questo Mariano Socino. F.gli nacque a Si eJ~a nel I.i 23 e dava il propr io nome alla Sella, di cni di:;COtTO. ~"ra i centri di propaganda riformatrice occupa nella storia dell a Riforma , nel :secolo x n, in lta}j ;l un luogo cospicuo, chi Io crederebbe? la bell a e relig iosa Vicenza, lA. pat.ria d i Pigafetta, (\i Pa ll adi o (: del beato Fedele Lampertico. Nel l .)46 si tennero le famose adunanze secrete di quell'A-"8''mbh·a. di l"ù·euzcc, che noi, con reverenz~ di rnemo ri italian i e d i cr istiani liberali, nella. mcttnrità del progres.-:1) relig ioso e nella pienezza dei li beri tempi , lloùbiamo ~a.lntare, scoprendoci il capo, culla seconda dell ' Uni - tarismo in Italia, e termine a l pell eg rinagg io: che faremo un giorno, dopo avere ono1·a.to nell a term <li Cater ina Benincasa il luogo di battesimo eli Leli o Sociuo, e la patria di l1'ansto. Oltre il fiore della Nob il tà Italiana sedevano nel Comizio vicentino quaranta dei primi pensatori del tempo, fm i quali la storia reg istra. a titolo di t~e ­ etlliare onoranza Valentino GeutJ ii,glol'ia di Cosenza,

26 Biblwtcca Sbnrbaro e martire dell 'Unitarismo, essendo stato decapitato in Homa per la sua eroica fede ltà al proprio simbo lo; Bernardo Ochi no, il Parato, il Gribaldi , il Biandrato, l'Aiciato : Lelio Socino, giovi ne di ventun anni , presiedeva: e avenclo formo lato il Simbolo degli Uni tal'i, <luesti fu ronodipoi chiamati ancheSociniani. Alcuni scrittori fanno assistere all 'adunanza anche Fausto Sodno, nipote <li L eli o. Non mi pare probabi le, perchè era un bambino di sette anni nel 1546. Le deli beraz ioni dell'assemblea di Vicenza non furono così seet·ete che il sOSJ)ettoso Governo dell a Repubblica di Venezia non ne fosse i~formato, e gli effetti dello sp ionaggio, questa cancrena de' popo li schiavi , non indugiarono a manifestars i. Due dei congregati , benché nobili, insigniti di onori, chiad per fo rtuna e celebrit1~, furono immediatamente strangola. ti. Gli altri r iuscirono a mettersi in salvo da lla giustizia venez iana, e, come i primi propagatori dell 'Evangelo, si sparsero ai quattro ango li dell'Europa, in Ingh il tena, in Svizzem, in Francia, in GermaNia, in Polonia, persino in 'l'urchi a. I l medico Biandrato andò R foJ)dare la prima chi esa Umanitaria in •rransilvania; l'Alciato si rifugiò a Costantinopoli. Gr ibaldi e Ochino, cat":ciati successivamente da tutte le Un iversità, , morirono il primo di peste a 'Pubinga, il secondo in un piccolo vill aggio di Moravi a. Piil sfortunato di tutti, il cosenti no Gentili, dopo lunghi anni passati nelle prigioni di Lione, di Ginevra, di Cracovia,. di!Danzica, fu decapitato, come dissi, a Berna. P~ .una dell d più nob ili figure della storia della. coscienr.a. umana in guerr<\ co l-

Da .S'ocùw a Alazz/ni 2i l'errore, colla superstizione e coll' iniqui tà. ! Le autorità c<,s tituite d'Europa nel seco lo xv t lo condannarono, lo perseguitarono, lo imprigiona rono. cercando persino d i infamarlo : il secolo xtx lo g lori fica e l' I talia e Cosenza. si ono rano di avergli dato i natali. Perchè Le .Autorità, più o meno regolatament. e costituite, possono bensì imprigionare~ condannar e anche a ventisette anni di ca rcere un Campanell a, mandare sul palco Val entino Gent il i e t rovare ;mime di fan go per far si app laudi re, nell 'ora cho fugge: quanto <1. disonomre le vi ttime della g iusti · zia umana, è un'altra faccenda : è ques ta nna ma - teria di competenza di nn altro tl'ibunab>, i cui responsi non s i comprano e non si vendono, non patiscono revoca nè appello Fd echeggiano ne' se coli santificati dalla coscienza della posterità. Spes~o . cnme fu il caso dell 'assass inio lega le del Conte d i Essex, questa coscienza morale dei popoJi non aspetta ma precorre La sentenza non prezzola ta dello stor ico, e ribell audos i anche a ll e im periose vo lontà di u:u\ ba.l draccll. onnipotente, come E li sabetta d'Inghil terra, circonda dell 'aureola dd la più legittima. popolarità. il nomP elle t.utto l' ingegno perverso di un Visconte di S. Albano nou valse a coprire di ignominia. L 'ignom inia cade su ll a fronte dei :Magistrati disones ti e serv ili e pHL non si cancell a! Lelio prese da pri ncipio domi cilio a Zurigo, ma non ci si fissò cl ..; fi ni tivamente che dopo quattro ann i eU peregrinazioue in Francia, in Inghilterra,

28 Biblioteca Sbar baro nei Paes i Bass i, in Polon ia. Gli nomini più eccelsi del suo tempo , come l\Ielautone e Mnnster, gli fecero le più aff ett uo:.;e e oneste accogli enze. L'altezza dell a s ua mente, ht purità de' suoi costumi g li procacciarono l'affet to e la venerazione del popolo e del Senato di Znrigo , che g li conferì i pi ìl importanti ed onorevoli uffici del Cantone; come più ta.rd i la, Confèderazi one commetterà ad nn grande italiano, t>Sul e per amore di libertà, Pellegrino Rossi, l 'alta incombenza della propria Costituzione rifonnrl.la! L o stesso Ca lvino , a llora plenipotente in Ginevra, benché avesse già dato saggio della propria in tollen t.uza , esilia ndo Bolsec, e si disponesse a darne prova anche più so l en n ~ col rogo di Se!· \•eto , alt ra g lor ia, altro mart ire dell ' Unilarismo, prese a ben volere il profugo i talia no. Dalla quale amicizia ingilg liardito il nostro riformato re professò pubIJ li cam~nte le sue op inioni in diver.se Conj'ercnze r in due libr i, la ParajrMi del J>rimo capitolo di 8. Oiomnni, dove egli espone la s ua. d.ott.rina cont rari a alla Tr ini ld, e il Dialo,rjo fra Calvino e il "J"atù·a1tQ, col quale confuta il famoso scritto di Ca lvino stesso, dove il eelebre eresia rca sos t.ieue il diritto di condannare a morte chiunque e.sca d~tlla sua Conj cssionc! Q1teste opere fecero un g ran(le etf~tto . E t ra le anime convertite a lla fede di Socino da quel1 ~\ lettera io citerò uomini illus tri, che divennero di quella. i piì1 animosi e ardent i bandi tor i prima. che Jfa.usto Socino se ne facesse l'apos tolo : L ismonio, confesso re della Reg ina. di P olonia, Andrea DlUlitz, ungherese, Giorg io Scli oman, di

])a Sonno a Jlfazznu 29 Silesia . 1~ strano, · t he l' gfretto di Calvino per il g iov ine senese non pati sse alterazi one alcuna dalla comparsa di quei due li bri. Io ho lett o (luas i tutte le lettere scri tte a Socino, llopo fiUPll e pubblicazioni, da l grande legishtlore del pens iero riformato, e in nessuna mi avvenne di scoprire traccia delle sue coll ere contro l'ami co UJ1itario. Vero è che il Durrieu cita ques te parol e dell ' E'pi:~tofario di Calvino, dove Pindignazione Lm· ùocca: '" re lo dissi l>ih ·rolte e ·re lo 1'ipeto om " 1,;,ì ~olt'1l'11emeule che mai, ,~:~e 1·oi non .'<fef,· sol/l>- " f'i[o di 1·ep rimere la SMAN IA lH I ~ NOVAR J •:, t ' IlE 11 oJ-r AùlTA, E ' 'l llO .\IJN,\, I O T'E:;\10 I'I~U VOI CilE u ANIJ I ,\1'E JNCOX1'HO A QUA J,CHI': 0 11 ANI)Jo~ lJ I ~ I .'JA· u C Eill~. , Il consiglio era eloquente, tanto più che ve· n i va accompagnato dall o esempio illustrativo della fine toccata al Med ico Spagnnolo. Lelio, accor to e 1J{'I'Sua.-:o, trasse profitto da quell 'ammonimento, e smise di conferire coi Mini stri Calvini sti. Egli :w· volse la sostanza. della propria. idea negli spl en· dori tli figure rettoriche, dell 'all egoria., che ta lvolta nasconde affatto la faccia dell a verità- almeno per g li occhi miei - ne' suoi scrit t i. La sua prudenza. divent ò proverlliale fra gli 0NI'J' ,\tu, e -ll'austo, più tardi, la proponeva ad esemp io dell a g iovenl ù pa· trizia, che nelle libere diete dell a nobile Poloni a sfi dava bravamente le minacce de" Nunzi Apostoli ci ~ Lutera11i. La gloria del sno no111e rimase come eclissata e si spense a llora pacificamente senza più mandare alcun ragg io di luce. Dal g iorno

30 dell 'Assemblea di Yicen?.<t a. q ne llo dell a sua mort e, segui tn nel 1562, in Zurigo, corsero sedici anni senza a lcun notevn le incidente della sua vita. Prima di morire volle rivedere i luoghi del suo battes imo. ì\l"ercè i hnoni oflici di Melan tone, il Re eli Poloni a, Sigismondo A ngusto, e l'Imperatore l\fassimil iano IT, lo avevano accred itato, nell a (Jnaliiit d' inviato, presso il Doge di Venezia e presso il Granduca di rl'osca,na. L ' Inqui sir-i one, implacabi le, gli contese a nche quest'ult imo conforto: appena toccato il sacro suolo fi eli: \. patri a, egli dovette fugg irsene. I carnefi ci del - l' umana co~ci enza si succedono e s i rassom igli ano. Oggi sono pi ù codardi - e procedono coll ' ipocrisia delle forme legali. Nel suolo di Socino si rivelavano, !-l-enza maschera, in tutta la loro origi na.ria deformil;i . Ma, la veri tà. è piit forte di tutti i carnefici, e de' loro iirapiedi. v. Morto Lelio, suo nipote Fausto, chP: aveva appena ~·e ftre ann i, ne raccolse la superba eredità: un t e:.: di veri, dove sta la più g1·ande tradizione l el genere umano e l'avvenire dèl mondo. La madre d i Fa.usto Socino, Agnese Petrucci , era figlia. del primo .Magistrato di Siena. Dopo una. gioventù dedita. ai piaceri , egli abbandona improvvi samente la Corte brillantissima di Francesco dei Medici, come se la voce di Dio lo avesse pe:·cosso. e per potere piìl liberamente proseguire l' opera dell 'avo, abbandona l'Italia, si ritira in Svizzera e là, dopo tre anni di l'accoglimento, pubbli ca GEsù

31 Uberatore dc.qli Uomi11i, opera dove è hl compintn. espo~ i z ione dell e idee socini ane, e che gli assegnò subito il primo posto fra g li U11ilari d'E uropa. Fn tanto lo strepi to dell e co ll ere snscitate da qnel li bro, co::;i terr ibile la tempestil. del fanat i!'mo e della t>ersecm:ione, che l'esule italiano dovette Insciare la Svizzera e rif ugiars i in Polonia, dove g iit suo fratell oera. stato ch iatmtto Ilal vi rtuoso ed eroico B land rato , lo storico della Chiesa Uni tar i:\ ; ed in quell a terra glori osa, sotto il regno libera le di Sig ismondo Augusto, diffuse la parola (li Cristo interpetrata dalla liberazione, fondò Chiese, di scip li nò Co ll eg i di educazione, stando nella città di Cracovia, dove teneva regolarmente Sinodi e Conferenze. Ult imi venuti fra le sètte generate dall a Riforma i Sociui ani incontrarono le maggiori d iHicn ltà. a fondare Chiese e Collegi - dovendo combattere contro la duplice into lleranza lu terana e catlolica. La splendore del suo nome, la sua lama, i suoi modi, il matrimonio con E li sc~.betta di Morsteia spettanle alla prima nob il b\ del pae~e ospital e, Jllft SOJ'rn tutto la sua eloquenza, la forza dell a. sua clialet t ica. e del suo ti tan ico intell etto, che a buon dJritto i1 Giober t i mette sopra quell o di Ln tero, lo abili tarono a t rars i d ietl·o grand issimo numero di seguaci, specie nelr ordine patrizio. " V èglist' socinienne, esclama il Dnrrieu, ]Jal'lando di questo periodo della sua vit a, a Nait foml~~e, r ,:r; N.>~c sorinimmf' , " la, 1)lus jo1·tc, la 1Jlus 1inulite, la 1Jlus daermi 11 f.e ci l'altaq·ue et lÌ la, dffeu8e, 7lt mieu:r e.rercée au:r lultcs et aux quereli es théologiq,es, qui se soit Nerrc

32 Bibliolcra Sbarlwro u Llan>~ le 1101Yl rle l'Eu ropr f'f qui pem1cmt 1es t•in,qt 11 deruières am11:e.c: d n XV I sihle JJCt1'1 'i11f CÌ?cn degrè " inoui de gloire el (le J.ro,c:ph·ité. , Incredillil e è la operos ità infaticabil e del g ra nde apostolo dell o Unitar ismo in Polonia: oltre il Coll eg io d i Cracov ia per i g iovani nobili socin iani : fondò una s tamperia , vcm macchina el i guerra donde prorompevano libr i, commentar i. HSOrtar.ion i. Percorreva il paese sem:a posa, fondando Chi esenelle cit.t:\, nei ca~telli , nei più oscur i vi ll agg i: disputava nelle Un ivers ith , a Pin e~ r.orc, <l 1\.ioric, a Sandomir, a J.;ublino. confo ndendo i Min istr i Ln terani al segno, che i pil1 vigorosi atleti di quella sPtla t·innnziarono ben tost.o al ci· mento con tant.o lottatorP. I suoi r.muli - è ques ta una storict -ideale etenut, direbbe il Vi co, di tutti i grandi ami ci della ver ità. - d isperando di vincer!o coll a ragione e coll 11. pa· ro la, r icorsero, per imporre silenzi o alh1. potenLe :s ua voce, a lla opera dell a persecu:.r. ione e dell a. vio· lenza sfacciata. Lo saettarono tutti : nob ili ca.tt.olici e nob ili protestant i, stupidi vill ani e t rav iati studenti delle Universi ti\. Si scateni'\.va su quel ca.po glorioso e santo una tempesta ·senza r iscon tro neg li anna li delle ignobi li rappresaglie della menzogna con t.ro la veritit - nel momento che la sua gmnde 11.nima piegava sotto il p t;S!:l dell ' in fortuni o: la morte dd la. sua nobile e vir tuosa consor te ! I l suo do lore, per quell a morte, era si cocente, naHauo gli sto~ r ici del Socinianismo, che non poteva nè meno più dar si allo studio. E in mezzo a quello strazio del cuore, un g iom o, a Cracovia, imperversando la

JJa Socmo n Jl(nzzmi 33 reazione, mentre era in letto, si vide aggredito in Slm casa dalla fecc ia del popolo, da l r ifiuto dell e Scuole e delle Chi ese, concitati da' suoi avversari , strappato a lle bracc ia d i sua fig lia, t rascinato per le vie della città con uua corda a l co ll o. E poco mancò non Pimpiccassero - se un generoso, chè per l'onore dell a specie umana non ne manca mai, un profesf:ore dell 'Uni ver ··ità non l'avesse sottratto al furore di quei mascalzoni. Rifugiatosi nel c..1.stello di Abr amo Blonski, gent iluomo socini ano, di là potè r i tirarsi nel piccolo paese di Luclavia. La sua casa fu demolita, le sue car te disperse, i suoi libl'i incendiat i : e poco dopo, mancato il suo amico e protettore, lf'rancesco dei· Med_ici, che indarno lo aveva più volte richi amato in patria, inconsolabile sempre dell a. sua perdi ta, gli furono a Siena confiscati t utti i beni che gli erano rimasti. Sopportò tante calami tà colla faccia serenamente inalterata di un mart ire cristiano: uni co suo dolore inconsolato la perdita di un manoscritto, dove a nome di t utte le Chi ese cristi ane, confutava l'ateismo e le dottrine, che negano la ri velazi one. Mori in quella so li t udine, il giorno t re di marzo del l G04, pro fe tiz - zando: " Fm.. dieci anni l' EuTopa si sve!Jlierà sht1Jitct di t1·ot:ani Sociniana l , Neppur e le sue ceneri furono lasciate in pace. Cinquanta. anni dopo la sua mor te, alcuni soldati del Re Casimiro, in guerra coi rrurchi, di sseppellirono l'e - streme reliquie del grande ita1iano e, pos tele in un cannone, le lanciarono contro il nemico. Iddio 3 - Soei no.

34 raccolse quelle cener i - e come IJioggia beneth:a le di ffuse su i due emisferi, dove sorgono e si moltipl.icano, colla rapidità. del pensiero moderno, i templi sul cui frontone s i legge, come su lla fac· ciata delle Chiese Unita.l'ie d'Ungheria, onde Jlar1 a G. Mazzin i , J'inscrizione : DEO u~.-o.

PARTE Il . IL SOCINIAN ISMO VI. Parlerò ora del Sorinùwùm10. Uno s traniero, un solenne maes lro di g iurisprudenza, (l) le cui opere vanno per le mani lli tutti gli uomini culti ne' due emisferi, Francesco Lau· rent, ne11a sua opera monumentale che ba per titolo : i~TU OEB &un 1.' HISTOmE Df: L' HuMA:'\tT'i~, nel volume XVII sulla REr.:moz.."E DEL r.' AVVF.:NlRE, segna in questi termini l'alto seggio occupato dal nome di Socino nell a gerarch ia degli spir:iti magni , che rappresentano il moto progressivo dell 'umanità nell'ordine rE' ligioso, parlando dell ' m1itm·ismo agli (l } Sotto il titolo (li U" Giu reco"'"lto FilantropO pubblicherò a giorni un lavoro sopra P. Laurent.

.36 JldJ/iokrn Sbnrhnro Stati Unit i: " L'oNITA RlS.ME 1 1;:=' TANl' Qu'u, NJE r,A " TR I N J Tj~, c' EST · ,\ - u 11n: LA DJnNll' i·: nu GnRIST, L'l ,ONI.H~ S I~S R:\ Cl NE S JUSQUE DANS J,E S&I Z I Ì•:i)lE .::n ~~c r.E. C'E:n UN I TA J,LEN 1 LF.r,lO Soct NO , QU I IJ i·:E'ASSANT TOUS J,E 3 Ui·: FOUMA'l'EURS, OSA L E: l.>Jt ~; ­ )l ll<:U. ltATIOXAJ,l SEU LA R ELTGIO:-i CIIR~: 1'JENNJo;, " L ES SOCJNI.ENS NE TUOUVÌ-:IlENT J'AS lt AV.EUR 1 l."KUR S EC'rE RESTA UNg DES :i\lOJNS NO:'IlllltEUSES j liA IS J.' ~;S PRrT QUI f ,QI DONXA NAlSSANCt: l 'UT " .J;'LUd rurss.\ NT, u, engendra l'unitarisme u QU I S I~ R~~ l'AXD AUX ÉTATS-UNIS ET EN ANGhETJmRE , l~T QUI TJo:Nl) À AJJSOUBER TOUTES J ,~; S SECTES " PROTESl'ANTES. 8PECTACT. E l 'LEIN D1 BNSJ~TGNE· ' ' .MI;:NTS ! C'EsT r .A ·rmu'E nu PA l'l~ Qur PltOnUI SI1' " 1.1~ U.ATlONA J, J S:"l ll~ . L ES SOCINIENS l'U RENT D1 AUORD POUUCIU SS}:S CQ?IOTE J, 'f;S ENXEM IS DU u 0llR1ST. ~LHS ON A DEAU EXPULSE!t LA UA.ISO:-i 1 Y.:LL'E R!V l ENT TOUJOURS j POUR !\HEUX nLRE, n. J-:ST L\U'OSS rur, B ])E LA GHASSER 1 EJ,L'E EST MAÌ - 'fR ESSE DU LOG JS, QUOI QUF. NOUS l'A SSlO ~ S. PE~' - .c JJANT QU.E r.A ' ' l ElL J.F. E mtOPE s ·OI.IST INE DANS " [ , 10 RT II 0DOXJE, QU N1Y i·:CLU .llPE QUE J>AJl )}JNCit i·: - c. DUf,I1'E1 J.E NOUVE AU :\IONDE }:COUTE JiF.S !Nc: S L'IU.ATIO~S DE I , .\ RAl SON. , Questa ultima r ifless ione giustifica r oppor tunit.à di questo mio scri tto. V illust.re commentatore del C{1dice Civil e vede la vecchia E uropa immersa nelle tenebre dell 'Ortodossia cattoli ca e protestante, che ha per fondamento comune il domma dell a San t issima Trini tù., combattuto e distru tto in·evo· cabilmente dalla dialettica di Socino e dai pro-

3) gressi dell' umana ragi one. Ed i 1 ft\ccia a ques to spettacolo dell a vecchia Eu ropa, che non 3a sfugM g ire a lla catena. dell ' Ortodo:5sia. che per la via dell ' incredulità assoluta e clell<\ perf~tta ind_ift't!· renza relig iosa , egli gua rda con in vid ia il ri gogli o dell a. vita ameri cana, le meravigli e di quell a delll OCI'azi a. dove la Chi f'sa, Uuilct?·ia. ~ t:osì piena di l'ila., come scrive e riconosce lo stesso La.- bou laye. Ma 6 forse vero, che l'Europa sias i assopita in braccio dell a superstizione e dell ' incr edulità ? Se non vede:;si in ogni angolo di E uropa i segni lJre - cursori di un gra.nde ri svegli o relig ioso sotto gli a nspizi dell a r:tgioue, se non credessi da lungo temJ)Q, che l'E uropa. yrarita ·rcrso il Sodniwnismo, come scrisse L ermini ère, non mi sarei d<tLO il fastidio tli risvt>g liare da l sepolcro i g randi rifOrmatori di Siena, per reudem e il nome popo lare in ngni ango lo della mia patria costitu it a in li bertù . I./opera stessa. di Laurent è la miglior confuta;-;ione della sua. sentenza - come quell a. che radu na o presen ta le prove autent iche, i f1Ltt. i inneg;tbili tl i nn immenso lavorio di riforma radi ca le, i f~t tt i , di co, ci tati nell a Be1~r;io 1 1C de1l'(trt:euire, e che s i r iferiscono appunto all a nmi'A-vig liosa e r api da diffusione dell 'uni tari smo dall 'Ameri ca in Europa. " Non, - !asciatemi ripetere le belle parole di ' ' Lermini ère, - le x 1x siècle ne prend pas la r e- ,, lig ion pour une fautaisie, une errenr , une pes.te, 1 ' un fl éau. Il voi t dans la r eligion une conception .. nùc.;essaire et une pass ion lne.xtiugui ble de l'hu ~

38 Btb!wtc:ca .S'I)((rbaro ' ~ manité. Nous ne sommes pas des athées, et nous :. ne voulons pa,s qu'on nous prCche la negation de ·· Dieu. Kous sommes si peu afll igés d' athéisme. 1 ' que non:-: c.: herchons Dieu par toutes les voies ; ' ' son nom est dans tou tes le bouches, sa conce- ;. plion dans toutes l ~s in telligences. Le siècle s' exal te l a b orieusen1.ent pour s· éle- .: ver à Lui ! , Ecco la vera situazione dell a. coscienza europea ! Uno sforzo immenso, faticoso: doloroso , il cui eco si ripercote in t utti gli entusiasmi per il bene e persino nelle bestemmie (Iell a dema · gogia intellettuale contro Dio - per ritrovarlo, per farlo emergere dalle caligini dell a superst izione, più luminoso e piìl puro. L'umanità ritorna visibilmente a Dio per t u tte le strade: per quella della scienza, che r ivela ogn i giorno una nuova armonia del creato; per quell a dell 'industria, che ci fa partecipi della creaz ione; per quell a dell a ginstizia,che ci fa sentire Dio nei palpiti dell ' umana socievolezza, anelan te ad una ripartizi one dei pes i e dei vantaggi fra gli uomini pii1 conforme alla nostra fraternità in Dio; per il sen t iero del dubbio, che ci aff atica e ci fa sentire la suprema necess itiL della Fede; per la via della Superstizione, dove l'anima dell 'Domo Moderno seutes i soffocare ed anela ad adorare Iddio sotto una forma più degna di Lui e di noi, creature privil egiate di li berti~ e eli rag ione. La s t-raordinaria fortuna dell e opere e delle idee di Chann iug, t r adotte in E uropa da un Alessandro Rossi1 da ]Jdoardo Laboula_ye, uomini pii, connneq-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==