Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

• Movimento socialista e questione meridionale e far fucilare gli scioperanti in quelle regioni, piu lontane dalla esperienza e dall'interessamento personale dei deputati, nelle quali il proletariato agricolo tentava le prime organizzazioni economiche, senza alcun sussidio di forza politica. Comandando, per esempio, ai prefetti di non creare difficoltà alle Am– ministrazioni comunali dei collegi già conquistati dai socialisti, il Governo dispensava in quelle zone fortunate e soddisfatte le organizzazioni dalla necessità di impiegare il loro tempo nella lotta per le autonomie comunali; e per giunta le rendeva indifferenti al destino di tutte quelle altre ammini– strazioni comunali, specialmente del Sud, che erano sotto il controllo dei de– putati ministeriali. I socialisti si restringevano a coltivare ciascuno il proprio giardino; e il Governo conservava integra in tutto il resto del paese la fa– coltà di soffocare ogni movimento di opposizione amministrativa; e di con– tinuare la sua opera tradizionale di oppressione e di pervertimento. Se, invece, i prefetti avessero continuato a tormentare anche i Comuni conqui– stati dai socialisti, ecco che il partito socialista sarebbe stato costretto ad una lotta di princip1 per rivendicare contro il Governo le autonomie comunali: e si sarebbero messi nella partita tutti quegli altri gruppi politici, che senza essere socialisti, si trovavano, per qualunque motivo, in lotta con le pre– fetture, nelle amministrazioni locali. Cioè il Governo avrebbe dovuto affron– tare un'agitazione, assai pericolosa, per la riforma della intera organizza– zione comunale, invece di cavarsela, assai piu a buon mercato, con le ar– rendevolezze di dettaglio di quella che fu argutamente chiamata la "poli– tica topografica." Frantumandosi cosf la lotta di classe fra borghesia e proletariato, in contrasti frammentari e locali fra alcuni gruppi borghesi e alcuni gruppi proletari, non era punto difficile trovare qualche adeguato compenso ai sa– crifici dei gruppi borghesi, facendolo pagare dalle moltitudini disorganizza– te e prive di diritto elettorale, i cui interessi non avevano né rappresentanza né tutela. I proprietari di terre, per esempio, della regione emiliana - non piu difesi contro gli scioperi delle Leghe e contro le iniziative tassatrici dei Co– muni conquistati dalle Leghe - erano compensati ad usura coi grandi la– vori di• bonifica, che erano bensf domandati dalle cooperative disoccupate, ma che elevavano rapidamente e notevolmente il valore delle terre; e quei lavori erano fatti a spese dei contribuenti di tutta Italia, mentre rimane– vano sulla carta i lavori pubblici delle province piu miserabili. I pesi, che la legislazione delle fabbriche faceva cadere sulla classe indu– striale, erano compensati dal protezionismo doganale, che andava a carico di tutte le altre classi e che inceppava l'esportazione dei prodotti agricoli, impoverendo e ~eprimendo il tenore di vita del proletariato rurale. I proprietari delle industrie che lavoravano per le forniture di stato, potevano essere indotti a piu larghe concessioni; in uno sciopero che minac- 590 BibliotecaGino Bianco

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