Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Il "nuovo partito" collaboratore dell'Azione socialista nell'articolo in questione, di promettere cioè di qua e di là mari e monti, con la sicurezza di non poter mantenere nessuna promessa, non farebbe, in fondo, se non continuare i metodi de– magogici e ciarlataneschi di tutti i "vecchi" partiti. Anche l'incitamento con– tenuto nell'articolo suddetto a utilizzare il suffragio universale perché il Mezzogiorno mandi al Parlamento "non solo i suoi figli migliori, ma soprat– tutto le migliori energie, che sappiano reclamare con fierezza e tenacia i di– ritti del Mezzogiorno"; e la promessa che il "Nuovo Partito" arriverà alla conquista dello Stato "anche coi piu attivi ed intelligenti elementi del Mez– zogiorno"; ci fanno molto temere che anche il "Nuovo Partito" voglia uti– lizzare il Mezzogiorno soprattutto come terreno per piantarvi e concimarvi le candidature di tutti quei politicanti "democratici," i quali non riescano a trovare un collegio nel Nord. Si sa quale è stata finora, in questo campo, la tattica dei "vecchi" partiti: comprare l'acquiescenza di qualche meridio– nale "piu attivo e intelligente," procurando anche a lui un collegio con l'aiuto del Governo, e avere mano libera per "collocare" nei collegi del Mez.r. zogiorno "soprattutto" i rifiuti del Settentrione. Un "Nuovo Partito" socia– lista riformista sarebbe un ottimo mezzo per continuare sotto "nuova" ma– schera, la vecchia opera di corruzione e di sfruttamento del Mezzogiorno, a cui da mezzo secolo attendono tutte le "vecchie" consorterie del Nord. Se il "Nuovo Partito" vuole essere veramente utile alla classe lavoratrice di tutta l'Italia, cioè anche del Mezzogiorno - la quale, ricordiamocelo bene, non ha bisogno solo di ciò che è necessario a tutta la classe lavoratrice ita- 1. 1 " " d 11'" " I . iana; - se non vuo e essere un nuovo caso e eterna tur upmatura pseudodemocratica; - deve limitare il suo programma immediato a poche riforme, nettamente definite e seriamente· volute, quale compito della prima legislatura eletta a suffragio universale. E i seguaci del "Nuovo Partito" va– dano pure nel Mezzogiorno, e continuamente, e in molti: ma non a con– cimare collegi elettorali, bensf a popolarizzare il loro programma immediato, e ad aiutare il Mezzogiorno a educarsi politicamente e a risolvere con se– rietà i suoi problemi. Se in questo lavoro di solidarietà sociale e nazionale i missionari del "Nuovo Partito" troveranno anche qui da conquistare qual– che collegio, niente di male. Ne avesse molti il Mezzogiorno di amici set– tentrionali disposti ad assumere con sincerità e con competenza la rappresen– tanza delle sue classi lavoratrici! Ma lo scopo delle missioni del "Nuovo Par– tito" non dev'essere soprattutto la conquista dei collegi meridionali a uso e consumo di qualunqu~ candidato disoccupato settentrionale. Conquistare il Mezzogiorno è facile: gli avventurieri di Carlo VIII con– quistarono il Reame di Napoli col gesso e col carbone; Enrico Ferri lo con– quistò con una dozzina di discorsi ciarlataneschi e volgari; il "Nuovo Par– tito" potrà conquistarlo con altrettanta disinvoltura, specialmente ... se avrà il lascia-passare dell'on. Giolitti. Badi però il "Nuovo Partito" che il Mez– zogiorno è stato sempre paese pericoloso per chi ci si è avventurato alla 533 BibliotecaGino Bianco

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