Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale
Ancora per la riforma del Programma minimo non 1m1tmo il compagno x: in pochi anni la rendita andrebbe alla pari e sarebbe pos– sibile la conversione dal 4 al 3 % senza bisogno di fare una piccola bancarotta. A volere in un Programma minimo entrare in molti particolari, non si può non incor– rere negli inconvenienti, che abbiam lamentato nel programma di x: si diventa neces– sariamente incompleti e inorganici; e si è obbligati a mettere in vista la tal cosa e a cacciar in fondo al sacco la tal altra, a caso, secondo le preferenze del momento. X vorrà pagare a buon mercato il sale, Y si preoccuperà piu del caffè, Z strillerà per l'abolizione del R. Lotto: sarà la torre di Babele. Poche idee deve contenere il Programma minimo - su questo siamo d'accordo col compagno x. Ma queste idee devono essere in primo luogo generali, in modo da contenere in germe tutte le piccole riforme particolari, che è impossibile enumerare. Devono essere in secondo luogo tali da differenziare l'azione del partito socialista da quella degli altri partiti. Devono finalmente esser pratiche, ma pratiche sul serio e non per burla come quelle di x, parecchie delle quali sarebbero pratiche appena in una repubblica, mentre in Italia siamo - non diciamo che sia proprio un bene - sotto una monarchia. Postilla Il compagno x2, convinto com'è che le idee generali contengono in germe tutte le idee particolari, si è contentato di affermare apoditticamente quali debbano essere in generale, secondo lui, i caratteri delle riforme con– tenute nel Programma minimo, ma non ha pensato neanche lontanamente a scendere dal tripode delle generalità per rivelarci qualcuna delle riforme del suo cuore. Ed è stato un gran peccato, perché molto probabilmente x2, venendo alla pratica, si sarebbe avvisto in primo luogo che un programma minimo socialista differente dai programmi degli altri partiti non è mai esistito e non potrà mai esistere. Di riforme esclusivamente socialiste, atte a distinguere il partito so– cialista dagli altri partiti, non ce n'è una sola: la socializzazione delle fer– rovie, delle miniere, delle linee di navigazione, della stessa terra, dello stes– so commercio granario, non sono elementi del solo programma socialista; come è dimostrato dagli agrari tedeschi, i quali vogliono dare allo Stato il monopolio del commercio dei grani; dai nostri radicali, che vogliono l'esercizio delle ferrovie per opera dello Stato; dai Comuni inglesi, che han socializzato molte funzioni economiche, alle quali finora nemmeno si pen– sava. Dei brani di socialismo, piu o meno imbastardito, se ne trovano nei programmi di tutti i partiti, e un programma pratico esclusivamente socia– lista non si potrà mai fare. Se un radicale escogita una riforma utile al proletariato, deve il partito socialista esiliarla dal proprio programma pra– tico sol perché è stata escogitata da un radicale ed è accettata dai radicali? Se il partito socialista propugna, primo fra tutti, una riforma e questa ri– forma è poi accolta anche da un altro partito, dobbiamo noi per questo solo fatto abbandonare a gambe levate la riforma e metterci in cerca di nuove idee immuni da contatti impuri? La sola idea, che è davvero esclu– sivamente nostra e che è impossibile trovare in alcun altro partito - per- 193 BibliotecaGino Bianco
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