Aldo Garosci - Carlo Rosselli e il movimento "Giustizia e Libertà"

luzione non poteva vincere il fascismo sul suo terreno, con le sue forze; che la guerra antifascista, ormai nei fatti, si sarebbe dapprima iniziata fuori dal terreno ideologico, e perciò con corrispondente debolezza tra gli avversari del fascismo. La nuova « Giustizia e Libertà» da una parte completò ed estese la sua organizzazione all'estero, fondendo con sé una organizzazione repubblicana-socialista ed accentuando il proprio carattere socialista. D'altro canto cercò con ogni mezzo, attraverso l'opera di giovani (come Gianfranchi e Vittorelli), il contatto con le nuove generazioni di giovani cresciute nel paese, in clima fascista . Questi contatti erano impostati, sostanzialmente, con visione giusta. La nuova « Giustizia e Libertà» fu il solo dei vari movimenti fuorusciti a intuire l'importanza del pensiero sociale e religioso che stava travagliando la compagine del fascismo, dissolvendola fino ad un certo grado e in ogni caso puntando decisamente contro il mito del fasèismo « regime di giovinezza ». Questi contatti furono poi utilissimi alla revisione di principi che parecchi membri di « Giustizia e Libertà » intrapresero in piena guerra, e che li ha portati ad affermare le linee sicure di una ideologia liberalsocialista. Ma se ci fu influenza del pensiero sviluppatosi all'interno dell'Italia, tra i giovani, sul pensiero dei fuorusciti, non altrettanto grande, viceversa, fu il _rapporto corrispondente. Fino alla guerra europea, i gruppi che lavoravano in Italia furono sempre molto restii (d'altronde in parte con ragione) a mettersi sulla strada della cospirazione e del rischio che, nella cospirazione, implicava la relazione con i fuorusciti. Preferirono (e gli eventi han dato loro in buona misura ragione) il metodo di dissolvere e disgregare dall'interno il regime fascista, corrodendone le basi morali, in modo che, di fronte all'urto, esso mostrasse, come ha mostrato, il suo vuoto e la sua inef- - 24 - Bib ioteca G no Bianco

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