Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

linea d' az~one per gli effetti della lunga pratica del compromessò tattico con lo stato borghese, del deviazionismo ideologico spinto fino al postulato di una politica coloniale « socialista » e « positiva » (Van Kol in Olanda; Vandervelde in Belgio; David, Bernstein, Schippel, Hildebrand in Germania; Thomas, Jaurès, Deslinières in Francia; Antonio Labriola in Italia) 68 • Ma in Italia, l'adesione di Bissolati e della destra riform1sta all'impresa coloniale rivelava un elemento deteriore. Essa non era coperta -·- per esplicita ammissione - da motivi di utilità economica; non era neanche giustificabile secondo ·gli schemi - pur deboli e contraddittori - del socialdarwinismo, dal momento che la politica coloniale in I talla, sostenuta com'era d~i ceti piu retrivi e reazionari - militaristi, dinastici, borghesia terriera meridionale - era ben lontana dal prospettar,si come momento storicamente necessario nel passaggio dal capitalismo al socialismo. Il vero è che quell'adesione svelava il peso condizionante dell'opportunismo tattico, ma insieme svelava anche quanto a fondo fosse penetrata la suggestione nazionalista nella socialdemocrazia italiana, attraverso la sua lenta integrazione nel sistema borghese. Nessuna meraviglia, dunque, se gli uomini del socialriformismQ che fino ad allora vi si erano prestati, non furono da quel momento piu disponibili per esperimenti pacifisti in nome dell'Internazionale proletaria. La scadenza della fine dell'anno 1911 passò senza che del convegno piu si parlas,se, e tanto meno se ne poté parlare in seguito, una volta che il socialismo italiano consumò a Reggio Emilia la frattura da tempo maturata. Le forze politiche che aveval).opromosso e profuso energie in quei nobili sforzi di solidarietà e di pace internazionale, in dieci anni si erano usurate, in Austria come in I talla: perché se qui il fenomeno ,era già vistoso, in Austria doveva in breve rivelarsi, oltre ogni ingannevole apparenza, non meno reale e drammatico. Eppure, la fiducia nella ·solidarietà socialista internazionale doveva avere ben salde radici, se nel novembre del '12, quando piu che mai le sorti della pace sembravano appese al filo incerto dell'equilibrio balcanico, il congresso di Basilea affidava ancora ai socialisti italiani e austriaci il compito di combattere insieme « tutti i tentativi dei loro governi di assorbire l'Albania nella loro sfera d'influenza » 69 • Del -resto fino alla vigilia della guerra continuarono pure a levarsi dal mondo socialista austriaco appelli alla pace e all'amicizia italo-austriaca, come nel vibrante discorso di Ellenbogen al comizio socialista viennese del 4 febbraio 1912 70 ; o nelPintervento di Daszynsky aHa Camera, in giugno, 68 Cfr. su questo la raccolta di saggi coordinati da G. Haupt e M. Reberioux, in La deuxième Internationale et l'Orient, Edition Cujas, Paris, 1967, dove il quadro dell'atteggiamento dei partiti socialisti europei di fronte al problema coloniale emerge con una ricchezza di particolari che danrio l'esatta misura della gravità dei cedimenti e dei compromessi. 69 L'Arbeiter Zeitung, 26 novembre 1912, per aver -riprodotto il manifesto di Basilea, fu sequestrato e solo una interpellanza parlamentare presentata da Adler, Pernerstorfer e Seitz provocò la revoca del provvedimento adottato dal tribunale di Vienna. 10 Cfr. Arbeiter Zeitung, 5 febbraio 1912. 41 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==