Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

stenza del Turati e dei suoi amici sulla natura « anarcoide » di ogni movimento che non rientrasse nel figurino riformista li escludeva dal poter essere in qualche modo gli interpreti del movimento piu ampio e piu profondo che già nell'anteguerra andava manifestandosi e che rifiutava di riconoscersi nelle istituzioni borghesi. Da questo punto di vista la « settimana rossa » - cosi come· 10 svilupparsi corrispondente della reazione nazionalistica, politica e di piazza - fu il preannunzio di grandi scontri frontali, che sarebbero avvenuti non piu intorno a richieste e concessioni parziali, ma a ridosso del potere statale. In conclusione, la sconfitta del movimento di giugno e la divergenza da esso, comunque palliata, dei dirigenti del PSI proprio alla vigilia della guerra vanno tenuti presenti come fattori fondamentali nel giudizio sul periodo 1_914-15. Proprio del Mussolini fu il primo commento socialista alla guerra. Avvenuta la rottura austro-serba egli proclamò il dovere del governo italiano di non scendere a fianco degli alleati della Triplice e il compito del proletariato di mobilitarsi per imporre « con tutti i mezzi » la « neutralità assoluta »: « È venuto il giorno per il proletariato italiano - concludeva l'editoriale - di tenere fede alla vecchia parola d'ordine: Non un uomo) Né un soldo! A qualunque costo! » (Abbasso la guerra!, in Avanti!, 26 luglio 1914). Lo stesso\giorno il Morgari, il Turati e il Treves presero l'iniziativa di convocare il GPS: la riunione si svolse il 27 pomeriggio a Milano nei locali dell'Avanti!. Anche in quella sede fu richiesta la neutralità assoluta, cui si aggiunsero l'avvertimento ai lavoratori « tenersi pronti per quelle piu energiche misure che il Partito intendesse adottare » e la proposta al Bureau Socialiste International di una sollecita conferenza internazionale. Lo stesso giorno il Mussolini ammoni che se il governo avesse intrapreso la strada dell'intervento « la " tregua d'armi " da noi annunciata dopo la settimana rossa sarà finita e ricominceremo con audacia maggiore la " nostra " guerra» (edit. Monito, ibidem, 27 luglio). A contrasto con la immediata iniziativa dell'Avanti! e dei deputati riformisti, la Direzione del partito, rappresentata a Milano solo dal Mussolini e dal Ratti, si limitò a far sapere il 29 luglio attraverso l'Avanti! che il Segretariato politico seguiva gli avvenimenti « con vivissima preoccupazione », che proprio quel giorno la Balabanoff e il Morgari partecipavano ad una riunione a Bruxelles e che la Direzione stessa si sarebbe riunita in caso di aggravamento della situazione. Fu lanciato intanto un manifesto, nel quale pure era affermata la VI BibliotecaGino Bianco

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