Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

. ' intesa italo-austriaca, o per dare risalto all'azione politica dei socialisti in Austria (cui raccomandava peraltro di spogliare le loro iniziative di ogni impronta classista), o per indicare ancora una volta la questione albanese come « l'unico punto» del contrasto di fondo tra le due.potenze 49 • Nel discorso alla Camera del 1 ° dicembre, Bissolati diede nuovi argomenti al suo ottimismo: l'opposizione anticlericale in Austria si era allargata dai socialisti alla borghesia industriale e persino - sembrava - al ministro Aehrenthal; in Italia le voci acclamanti ad una rottura con l'Impero si erano .affievoliteper~ino tra i repubblicani, tradizionali rappresentanti dell'irredentismo intransigente, che nel loro ultimo congresso avevano deciso, su proposta di Eugenio Chiesa, di opporsi alle spese militari; infine, gli stessi italiani dell'Austria dimostravano di rifuggire dall'estremismo nazionalista aspirando, « secondati in ciò da tutta l'Italia ·e da tutti i liberi spiriti dell'Austria, a rivendicare, entro i confini dell'Impero, il pieno diritto di espansione alla favell~, alla cultura, alla vita italiana » 50 • Questo fu il clima in cui maturò, il 23 novembre, e in base al resoconto di Morgari sugli esiti dei suoi sondaggi, la decisione dei dirigenti del PSI di accedere ufficialmente all'idea di un convegno, designando come delegati lo stesso segretario del partito Pompeo Ciotti, oltre a Bissolati, Morgari e Treves 51 • Storchi, dandone l'annuncio sulla Critica Sociale dell'l dicembre, si dichiarava ora sostanzialmente d'accordo con il pensiero di Bissolati, soprattutto sul carattere prioritario del problema balcanico sugli altri motivi di attrito con l'Austria (autonomia del Trentino, università italiana a Trieste, tutela degli interessi italiani in Istria e Dalmazia), che, per quanto fomentati dai nazionalisti, erano pur sempre questioni che riguardavano - diceva - la politica interna della monarchia e in cui sarebbe stato estremamente pericoloso immischiarsi. Del resto gli italiani dell'Austria sarebbero stati ·i primi ad avvantaggiarsi del miglioramento dei rapporti tra i· due -stati: quel che importava era chiarire la posizione dei due partiti nei confronti della politica dei rispettivi governi ed eliminare tutti i dissensi sorti durante l'infelice vicenda della crisi bosniaca. Per quanto riguarda l'atteggiamento dei socialisti italiani dell'Austria in quell'occasione, mentre (ad eccezione del gruppo dissidente s.ocialnazionale facente capo a Silvio Pagnini e Antonio Sestan) persisteva il pieno favore del partito ufficiale socialista triestino guidato da Fittoni, la freddezza · del Popolo indicava che Battisti non aveva affatto mutato il suo giudizio su quegli esperimenti, cui però Piscel e Avancini si accingevano a prestarsi ancora una volta 52 • 49 V. i suoi articoli sull'Avanti!, 4, 6, 12 novembre 1910. so Cfr. L. Bissolati, op. cit., p. 213. 51 Avanti!, 23 novembre 1910. La notizia apparve lo stesso giorno sull'Arbeiter Zeitung, su Il Popolo di Trento, su Il Lavoratore di Trieste. 52 Cfr. Il Popolo, 9 gennaio 1911, dove in contrasto con le speranze di Bissolati, appare riprodotto l'avvertimento del Messaggero che « se l'Italia è in maggioranza propensa ad un dignitoso 33 Bibli_otecGa ino Bianco

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